4 tipologie di contenuti per la Content Strategy del tuo brand

Intrattenere, ispirare, educare e convincere: guida ai diversi tipi di contenuti di Marketing Strategy 

Stai progettando di costruire una presenza online solida e riconoscibile, capace di distinguersi in un panorama digitale sempre più affollato e competitivo? Il segreto risiede in una Content Strategy mirata. Mixare correttamente le diverse tipologie di contenuto, infatti, migliora l’efficacia comunicativa e rafforza il rapporto con l’audience.

I brand di maggior successo lo sanno bene: per attirare l’attenzione dei consumatori, generare valore e creare fiducia, è fondamentale, infatti, sviluppare una strategia di comunicazione capace di integrare diverse forme di contenuto, ciascuna in grado di parlare alle persone in momenti specifici del loro customer journey.

Ma come riuscirci concretamente?

Uno strumento utile arriva dalla matrice dei contenuti di SmartThings, un approccio pratico e funzionale che va oltre la semplice informazione e che è anche capace di intrattenere, divertire, coinvolgere e convertire. 

SmartThings individua, in particolare, 4 tipi di contenuti di Marketing Strategy efficace,ovvero quattro modi diversi di entrare in contatto con gli utenti, offrendo loro esperienze rilevanti e significative, e rafforzando al contempo autorevolezza, fiducia e desiderio di interazione con il brand. Il Content Marketing, in questa visione, diventa lo strumento principale per migliorare l’engagement e consolidare il rapporto con il proprio target di pubblico. 

Vediamo quindi nel dettaglio cos’è la matrice dei contenuti e come utilizzarla nel modo corretto.

Quali tipi di contenuti di Marketing Strategy che ti aiutano a conquistare la fiducia del pubblico

La matrice dei contenuti di SmartThings è un modello teorico utile per orientarsi nella creazione di una campagna di Content Marketing efficace. Il suo obiettivo? Aiutarti a scegliere, in modo strategico, quali tipi di contenuti utilizzare e quando proporli al tuo pubblico.

A livello grafico, questo schema si presenta come un semplice incrocio tra due assi – uno orizzontale e uno verticale – che formano 4 quadranti, ognuno associato a una specifica tipologia di contenuto:

  • sulla direttrice orizzontale, leggendo da sinistra verso destra, troviamo i contenuti che accompagnano il pubblico nelle varie fasi del percorso di acquisto, si parte dalla consapevolezza (awareness) fino ad arrivare all’acquisizione di potenziali clienti (lead generation);
  • sulla direttrice verticale, invece, si muovono le emozioni: in alto i contenuti più ispirazionali ed emozionali, in basso quelli più razionali e informativi.

Questa struttura aiuta a visualizzare l’equilibrio tra emozione e logica all’interno della tua strategia, permettendoti di creare una comunicazione più completa e coerente con gli obiettivi del brand.

Dall’incrocio dei due assi della matrice nascono 4 quadranti, ciascuno dedicato a un diverso tipo di contenuto. Ognuno di questi svolge un ruolo specifico all’interno della tua strategia di comunicazione, accompagnando il pubblico in una fase diversa del suo percorso di relazione con il brand.

  1. Contenuti per intrattenere (entertain). Catturano l’attenzione, puntando sulle emozioni. Leggeri, divertenti e spesso virali, servono a creare awareness e a far conoscere il brand a un pubblico più ampio.I contenuti per intrattenere sono  video, post social, grafiche d’impatto, contest, quiz e attività di gamification.
  2. Contenuti per ispirare (inspire). Promuovono la motivazione emotiva e creano fiducia attraverso esempi reali e concreti, aiutando così l’utente nel momento in cui sta valutando una decisione di acquisto. Si considerano contenuti per ispirare le testimonianze, le recensioni, i post di influencer o testimonial. 
  3. Contenuti per educare (educate). Servono a informare e formare il pubblico, offrendo valore attraverso la condivisione di conoscenze utili. Aiutano gli utenti a comprendere meglio il prodotto o servizio e a riconoscerne i vantaggi. Sono contenuti per educare i video tutorial, le guide, i trend report, i white paper, gli ebook. 
  4. Contenuti per convincere (convince). Sono i contenuti più diretti e orientati all’azione, pensati per le fasi finali del funnel di conversione. Spingono l’utente a compiere un passo concreto: richiedere una demo, iscriversi a un evento, acquistare un prodotto o un servizio. Tra questa tipologia di contenuti rientrano webinar, case study, feature di prodotto, demo interattive e FAQ.

Fare riferimento alla matrice dei contenuti significa quindi imparare a diversificare la comunicazione lungo tutto il customer journey, scegliendo di volta in volta se fare leva sulle emozioni o sulla razionalità in base al target e agli obiettivi di business. L’obiettivo finale è accompagnare l’utente in un percorso che lo porti, passo dopo passo, dall’awareness all’azione concreta.

Combinando diversi tipi di contenuti di marketing è possibile costruire una Content Strategy articolata e coerente, che alterna storytelling emozionale, informazione e formazione. In questo modo la comunicazione diventa più efficace, perché segue da vicino i bisogni del pubblico e ne agevola il processo di scelta e di acquisto.

Facciamo un esempio concreto. Immaginiamo un’azienda alimentare che vuole far conoscere i propri prodotti a un pubblico nuovo: nella fase di awareness può puntare su contenuti emozionali, raccontando la storia del brand o mostrando il valore umano dietro la produzione. Nelle fasi successive, però, sarà importante affiancargli anche contenuti più informativi come guide, certificazioni e riconoscimenti o approfondimenti tecnici, per dimostrare la genuinità dei prodotti e conquistare autorevolezza nel settore di riferimento. 

Questo equilibrio tra emozione e razionalità è proprio ciò che permette di costruire fiducia e di guidare il pubblico verso la conversione.

Esempi pratici su come i brand utilizzano i diversi tipi di Content Marketing 

Come vengono tradotte queste linee guida nella pratica? Quando si parla di Marketing Strategy, non esiste una formula valida per tutti: ogni brand deve individuare la leva giusta da attivare in ciascuna fase del funnel di conversione, tenendo conto del proprio pubblico e dei suoi bisogni.

La chiave è capire quale tipo di contenuto funziona meglio in ogni fase del funnel di conversione. Quello che coinvolge un utente in fase di scoperta non sarà altrettanto efficace per chi è già vicino all’acquisto, e viceversa. 

Alcuni esempi? Un video emozionale può essere il mezzo ideale per aumentare la brand awareness, attirando nuovi utenti e creando un legame immediato. Un comunicato stampa o un articolo di approfondimento, invece, possono rafforzare la brand reputation, consolidando la credibilità del marchio e il suo posizionamento nel settore.

Osservando casi concreti, vediamo quindi quali tipologie di contenuti hanno scelto alcuni grandi brand per costruire la loro Marketing Strategy.

  • Nel settore beauty, Sephora ha scelto di puntare su contenuti pensati per intrattenere e coinvolgere il pubblico. Sul suo sito propone un quiz interattivo che aiuta gli utenti a scoprire i trattamenti più adatti al proprio tipo di pelle, offrendo al tempo stesso consigli personalizzati per una skincare su misura. Un esempio perfetto di contenuto “entertain”, capace di unire divertimento e utilità, favorendo la lead generation e la fidelizzazione.
  • Nel panorama della comunicazione digitale, Taffo è diventata un vero caso di studio. L’agenzia di servizi funebri ha costruito, infatti, la propria notorietà attraverso un Tono di Voce sarcastico e irriverente, capace di intrattenere e sorprendere gli utenti su temi che solitamente restano tabù. Grazie ai suoi post virali e all’uso intelligente dei contenuti per intrattenere, Taffo ha aumentato in modo esponenziale la visibilità del brand, trasformando l’audience in una community attiva e fidelizzata.
  • Booking.com ha scelto di puntare sui contenuti per ispirare. Attraverso il meccanismo della riprova sociale, il brand valorizza le recensioni autentiche dei clienti per trasmettere fiducia e dimostrare la qualità del servizio. Questi contenuti non solo ispirano, ma aiutano anche gli utenti a prendere decisioni di acquisto consapevoli, compensando l’assenza di un contatto diretto con la piattaforma. Un modello di content marketing ispirazionale che rafforza la brand reputation e stimola la conversione.
  • Per promuovere il celebre panino Whopper, Burger King ha scelto un contenuto capace di educare e intrattenere allo stesso tempo. Nel 2021 ha realizzato un’infografica in cui ha raccontato, attraverso uno storytelling visivo chiaro e intuitivo, le caratteristiche del prodotto: con immagini accattivanti e testi sintetici, il brand ha mostrato ai clienti gli ingredienti del panino, mettendo in risalto gusto, qualità e genuinità. Un esempio efficace di come un contenuto semplice e visivamente curato possa rafforzare la brand awareness e comunicare in modo trasparente con gli utenti.
  • Shopify, invece, ha scelto di puntare sui contenuti per convincere, pensati per agire sulle decisioni razionali del pubblico. Sul proprio sito ha inserito una sezione dedicata alle storie reali di imprenditori che hanno ottenuto successo grazie alla piattaforma, così da dimostrare in modo concreto come i suoi servizi aiutino a creare e far crescere un business, offrendo ispirazione e credibilità a chi sta valutando di aprire un e-commerce. Un approccio che unisce autenticità e prova sociale, due elementi chiave per aumentare la fiducia e stimolare la conversione.

Quale sarà la tua Marketing Strategy? Scoprilo con MGvision! 

Come abbiamo visto, la matrice dei contenuti è uno strumento prezioso per costruire una Content Strategy efficace, capace di integrare contenuti diversi in ogni fase del funnel di marketing.

Per individuare i contenuti più adatti a sostenere la crescita del tuo brand, il primo passo è definire con chiarezza gli obiettivi di marketing: vuoi aumentare la notorietà, generare contatti o migliorare la reputazione online? Una volta definito questo, il secondo passo è imparare a conoscere a fondo il tuo pubblico, per capire se la tua comunicazione deve puntare su leve razionali o emotive. Solo bilanciando in modo strategico le diverse tipologie di contenuti — quelli per intrattenere, ispirare, educare e convincere — potrai creare un percorso coerente con le esigenze e le aspettative dei clienti in ogni momento del percorso di acquisto. 

Se non sai da dove iniziare, i Content Marketing Strategist di MGvision possono aiutarti a definire gli strumenti e i canali più adatti ai tuoi obiettivi, individuando la combinazione di contenuti più efficace per attrarre, coinvolgere e convertire il tuo pubblico.

Vieni a conoscerci di persona presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci per costruire insieme la tua prossima Marketing Strategy di successo.

Answer Engine Optimization (AEO): cos’è e come può aiutarti a crescere online

Dalla SEO all’AEO: come cambiano i contenuti in base all’Answer Engine Optimization

Negli ultimi anni la ricerca online è passata dal “trovare pagine” all’“ottenere risposte”. L’Intelligenza Artificiale ha accelerato questo processo e rinnovato il modo in cui si cercano e si fruiscono le informazioni, spostando di fatto il baricentro dai link da esplorare alle risposte sintetiche e contestualizzate, sempre più chiare, fondate e utili fin dalla prima interazione.
In questo contesto, la SEO garantisce struttura tecnica, autorevolezza e posizionamento nelle SERP (pagine dei risultati dei motori di ricerca), mentre l’AEO (Answer Engine Optimization) ne rappresenta l’evoluzione: non la sostituisce, ne amplifica gli effetti aprendo la strada alle ricerche conversazionali. In termini pratici, l’AEO progetta e struttura i contenuti affinché gli answer engine (chatbot, assistenti vocali e funzionalità AI dei motori di ricerca) possano comprenderli, verificarli e citarli come risposta diretta sulle cosiddette superfici AI, ossia le aree delle SERP e degli assistenti in cui l’AI aggrega e mostra risposte (ad esempio Google AI Overviews, le risposte vocali di Alexa/Siri o i pannelli conversazionali dei chatbot), spesso collocate sopra i risultati tradizionali e accompagnate da citazione del brand e link di approfondimento.

Perché oggi è così importante l’AEO

Allo stesso tempo, il comportamento di ricerca è cambiato: aumentano le domande formulate in modo esplicito e le ricerche vocali. L’utente si aspetta una risposta sintetica, affidabile e diretta, con la possibilità di approfondire solo quando necessario. Un’impostazione answer-first consente d’altronde ai contenuti di essere intercettati dalle superfici AI nel momento stesso della domanda.
Contenuti progettati con apertura risolutiva, segmenti facilmente estraibili, dati strutturati e prove di autorevolezza (fonti, recensioni, casi reali) aumentano la probabilità di essere citati o linkati dagli answer engine e, di conseguenza, di essere effettivamente consultati nelle ricerche informazionali, locali e pre-acquisto. In questo quadro, si osserva una crescente diffusione di scenari zero-click, in cui l’interazione si esaurisce nella risposta mostrata in pagina o via voce. Proprio per questo, l’impostazione AEO risulta decisiva.
Sul piano dei risultati, è importante rilevare che un impianto AEO migliora la qualità del traffico: chi atterra su un sito lo fa con un’intenzione già orientata, con un impatto positivo su tassi di conversione e costruzione della fiducia. In sintesi, l’AEO rende i contenuti rilevanti nel momento della domanda e ne facilita la trasformazione in azione (richiesta, contatto, acquisto).

Come si integrano SEO e AEO nelle SERP?

Ma come convivono SEO e AEO? Coesistono perché operano sullo stesso asse, in fasi complementari del percorso di ricerca. La SEO fornisce la base: sito tecnicamente solido, architettura informativa chiara e contenuti autorevoli che i motori possono scoprire, comprendere e indicizzare. L’AEO estende questa base ai contesti conversazionali, orientando i contenuti a essere riassumibili, citabili e verificabili dai motori di risposta.
In pratica, il lavoro procede come un flusso unico: la SEO assicura pagine indicizzabili, veloci e coerenti; l’AEO le rende selezionabili come risposta tramite aperture realmente risolutive, segmenti estraibili, dati strutturati e credenziali verificabili (profilo autore, fonti, casi reali). Insieme presidiano clic tradizionali e risposte immediate, per garantire continuità di visibilità lungo tutto il percorso di ricerca.

SEOAEO
Obiettivo: essere trovati nelle SERPObiettivo: essere scelti come risposta
Ottimizzazione on-page e tecnicaRisposte chiare e immediate (answer-first)
Ricerca parole chiave e intento di ricercaLinguaggio naturale e conversazionale
Contenuti approfonditi e strutturatiFonti autorevoli e dati strutturati (Schema.org)

SEO e AEO insieme coprono l’intero funnel: clic tradizionali + risposte immediate

Come funziona l’AEO? Guida step by step

Per mettere davvero a valore l’AEO è utile guardare cosa accade “dietro le quinte” degli answer engine e come trasformare quel processo in scelte editoriali concrete. L’obiettivo non è solo comparire nelle risposte AI, ma farsi scegliere perché il contenuto è immediatamente comprensibile, verificabile e utile. 

Ecco, quindi, come nasce una risposta, come progettare i contenuti e come misurarne l’impatto.

1) Come nasce una risposta AI 

Gli answer engine in genere:

  • interpretano la domanda e l’intento;
  • recuperano fonti attendibili e pertinenti;
  • estraggono i frammenti rilevanti;
  • elaborano una risposta chiara e sintetica;
  • verificano coerenza e precisione;
  • restituiscono l’output (snippet testuale, voce, sintesi AI).

Pagine con risposta in apertura, struttura ordinata, Schema.org coerente e prove di autorevolezza (fonti, case study, recensioni, profilo autore) hanno maggiori probabilità di essere scelte.

2) Come rendere i contenuti AEO-friendly

Progetta contenuti che rispondano subito, approfondiscano con ordine e risultino leggibili per le persone e interpretabili per le AI. Spesso bastano pochi accorgimenti mirati:

  1. Parti dalla domanda primaria (1 principale + 2–3 secondarie correlate).
  2. Dai la risposta subito (1–2 frasi), poi sviluppa con esempi.
  3. Usa titoli e sottotitoli “parlanti”
  4. Aggiungi FAQ in forma conversazionale ottimizzate per i motori di ricerca;
  5. Cita esempi e casi reali per ridurre ambiguità.
  6. Inserisci dati strutturati (Schema.org) coerenti con il tipo di contenuto.
  7. Aggiungi sempre fonti, firma autore, case study, recensioni;
  8. Fai attenzione a velocità, leggibilità, accessibilità

3) Cosa osservare e misurare per migliorare

Oltre al posizionamento, monitora gli indicatori che collegano il lavoro editoriale a risultati concreti:

  • visibilità sulle superfici AI (quando disponibili) e crescita delle query informazionali pertinenti;
  • engagement, tempo di lettura, profondità di scroll, interazioni con FAQ/indice;
  • conversioni assistite da contenuti informazionali (richieste, demo, iscrizioni);
  • reputazione, menzioni/recensioni in aumento e coerenza dei dati aziendali.

Da dove partire per impostare correttamente una strategia AEO e a chi affidarsi

Ora è più chiaro che per gettare le basi di una strategia AEO efficace conviene procedere per priorità, ovvero scegliere poche pagine ad alto impatto del proprio sito, dare immediatamente risposte sintetiche, strutturare contenuti chiari, citabili e affidabili e poi pubblicare e misurare le performance con regolarità.

Se vuoi accelerare il processo senza rinunciare alla solidità della SEO, MGvision ti affianca end-to-end: dall’analisi delle domande reali, alla produzione e all’ottimizzazione dei contenuti (SEO + AEO), proseguendo con l’implementazione di Schema.org, curando l’UX e il setup delle metriche per visibilità, engagement e conversioni.
I nostri team di Content Marketing, SEO e UX lavorano insieme per trasformare le risposte in risultati. Scrivici per una consulenza dedicata o passa a trovarci nella sede di Roma.

Glossario 

  • AEO (Answer Engine Optimization)
    Ottimizzazione dei contenuti per essere scelti dagli strumenti basati su AI (chatbot, assistenti vocali, funzioni AI dei motori) come risposta diretta.
  • SEO (Search Engine Optimization)
    Attività per migliorare visibilità organica nelle SERP: qualità tecnica del sito, architettura informativa, contenuti autorevoli, link.
  • SERP (Search Engine Results Page)
    La pagina dei risultati di un motore di ricerca dopo una query.
  • Answer engine
    Sistema basato su AI (es. chatbot, assistenti vocali, funzioni AI dei motori) che sintetizza risposte a partire da più fonti.
  • Superfici AI
    Le aree in cui l’AI mostra risposte (es. Google AI Overviews, pannelli dei chatbot, risposte vocali). Spesso compaiono sopra i risultati tradizionali.
  • Answer-first
    Scrittura che apre con la risposta (1–2 frasi chiare alla domanda principale), seguita dall’approfondimento.
  • Dati strutturati / Markup (Schema.org)
    Frammenti di codice che aiutano i motori/AI a capire il tipo di contenuto (FAQ, HowTo, Article, Review, LocalBusiness ecc.).
  • FAQPage / HowTo / Article (Schema.org)
    Tipi di markup: FAQ (domande/risposte), HowTo (procedura passo-passo), Article (contenuto editoriale).
  • NAP (Name, Address, Phone)
    Dati nome, indirizzo, telefono. La coerenza su sito, schede e directory aiuta ricerche local e affidabilità.
  • Zero-click
    Interazioni che si esauriscono nella risposta mostrata (snippet, voce) senza cliccare un risultato.
  • AI Overviews (Google)
    Sintesi generate dall’AI di Google che compaiono in alto, con link di approfondimento alle fonti citate.
  • Intent (intento di ricerca)
    Scopo della query (informazionale, navigazionale, transazionale, locale, ecc.).

Web marketing: meglio affidarsi a un freelance o un’agenzia?

Agenzia vs freelance: come individuare il partner ideale per la tua strategia di marketing 

Vorresti far crescere il tuo business online ma non sai a chi affidarti?
Capita a molti imprenditori e professionisti di trovarsi davanti a questo bivio: scegliere un freelance, con la sua consulenza diretta e personalizzata, oppure una web agency, capace di offrire un servizio più strutturato e completo?

Non si tratta di una decisione banale, perché la scelta del proprio partner in ambito marketing può influenzare concretamente la visibilità di un brand e i risultati delle sue campagne digitali, quindi è molto importante conoscere nel dettaglio tutte le opzioni in gioco.

In questo articolo ti aiuteremo a capire se per te è meglio un’agenzia web o un freelance, analizzando vantaggi e limiti di entrambe le soluzioni, in modo che tu possa fare una valutazione più consapevole. 

Opzione freelance: tutti i punti di forza e i limiti di questa soluzione

Se decidi di affidare la gestione della tua campagna di web marketing a un freelance, con ogni probabilità potrai beneficiare di una soluzione più conveniente dal punto di vista economico. Infatti, in genere, chi lavora in proprio propone tariffe più basse rispetto alle agenzie e preventivi più accessibili per le aziende con un budget limitato.

Essendo liberi professionisti, i freelance possono inoltre garantire maggiore flessibilità operativa, adattando il loro lavoro alle esigenze specifiche del cliente. Un ulteriore vantaggio che si ha è il rapporto diretto: collaborare con un singolo permette di stabilire un contatto personale e continuativo, che spesso si traduce in un approccio più su misura. Proprio questa caratteristica rende tale soluzione particolarmente adatta, quindi, per progetti di piccola o media entità.

Il principale limite del freelance riguarda, invece, la gamma di competenze. Per quanto esperto, difficilmente può offrire la stessa varietà di servizi garantita da un team interno a una web agency. Spesso è specializzato in un ambito preciso del marketing digitale, come SEO copywriting o social media marketing, e può incontrare difficoltà nella gestione di progetti più complessi e articolati.

Infine, la gestione autonoma dei vari incarichi può comportare ritardi nella consegna in caso di imprevisti personali o sovraccarico di lavoro, un aspetto che non va valutato soprattutto, per progetti con scadenze serrate.

L’offerta più completa! Ecco perché preferire l’agenzia ad un freelance

Le web agency sono strutture organizzate che si distinguono per il loro approccio multidisciplinare. Grazie a team composti da professionisti con competenze diverse e complementari, sono in grado di proporre soluzioni integrate e personalizzate, progettate per soddisfare obiettivi specifici di crescita e visibilità online.

Un’agenzia web può occuparsi, infatti, in modo efficiente di tutti gli aspetti di una campagna di marketing digitale: dalla SEO strategy alla gestione dei social media, dall’online advertising alla creazione di contenuti, fino all’analisi dei dati. L’intero progetto viene gestito in maniera centralizzata, con un’unica regia e una fee complessiva chiara e definita.

Un altro grande plus è la capacità di gestione di progetti complessi. Le agenzie possono seguire contemporaneamente più clienti, rispettando le tempistiche di consegna e garantendo un livello di qualità costante. Questa caratteristica le rende la scelta ideale per chi cerca una strategia completa e duratura nel tempo.

Inoltre, rispetto a un freelance, un’agenzia ha la possibilità di investire in strumenti avanzati di analisi e monitoraggio. Grazie all’utilizzo di tecnologie dedicate e all’esperienza di un team specializzato, è possibile ricevere report dettagliati e aggiornamenti costanti sull’andamento delle campagne. In questo modo si può subito capire se l’investimento sta generando i risultati attesi o se è necessario intervenire con modifiche strategiche.

Agenzia o freelance? Una scelta che fa la differenza

Come abbiamo visto, affidarsi a una web agency significa puntare su una strategia di web marketing completa, coordinata e strutturata: un valore aggiunto che difficilmente un freelance, da solo, può garantire. Questo non significa che il freelance non sia una buona opzione, ma se il tuo obiettivo è crescere nel lungo periodo, avere una visione strategica e ottenere risultati concreti, un’agenzia può offrirti più risorse, competenze e continuità.

La chiave, però, è scegliere il partner giusto: non tutte le agenzie sono uguali. È fondamentale individuare quella che sappia ascoltarti, comprendere le tue esigenze e costruire un piano su misura per il tuo business.

Da oltre 20 anni, noi di MGvision aiutiamo imprenditori e professionisti a costruire la loro presenza digitale, aumentando la visibilità online, migliorando la competitività dei brand e generando risultati concreti. Il nostro team di Marketing Strategist, SEO Specialist, Content Manager, Sviluppatori e Creativi lavora insieme, infatti, per realizzare strategie di marketing personalizzate e orientate agli obiettivi.

Se vuoi capire qual è il percorso più adatto alla tua realtà, o se stai valutando un’agenzia SEO, contattaci per una consulenza gratuita oppure vieni a trovarci nella nostra sede di Roma: insieme, trasformeremo la tua presenza online in un vero motore di crescita.

Da MoFu a BoFu, cos’è il funnel di conversione e come funziona

Come ottimizzare il funnel di conversione e trasformare i potenziali acquirenti in clienti

Tutte le aziende, piccole e grandi che siano, sono accomunate dallo stesso obiettivo: vendere i loro prodotti o i loro servizi. 

Per fare questo devono entrare in contatto con il loro pubblico target, ovvero stabilire un legame di fiducia con i potenziali clienti e guidarli verso la conclusione dell’acquisto. Ma come farlo nel modo migliore?

Il funnel di conversione, anche noto come “imbuto di conversione”, è un modello di marketing che descrive il percorso di un potenziale cliente, dal momento in cui entra in contatto con il brand, fino a quando compie l’azione desiderata (una conversione, appunto), che può essere anche la sottoscrizione di un abbonamento o l’iscrizione a una newsletter.

Questo schema viene rappresentato come un imbuto, perché nella fase iniziale le buyer personas che entrano in contatto con l’azienda sono molte, ma solo una parte di esse, per motivi differenti come costi, disinteresse o concorrenza, arriva a “convertire”.

Lo schema del funnel di conversione si articola in tre fasi principali:

  • Top of Funnel (ToFu), è la parte superiore dell’imbuto e corrisponde a consapevolezza e primo approccio;
  • Middle of Funnel (MoFu) si trova al centro dell’imbuto ed è relativa all’interesse verso il prodotto o servizio;
  • Bottom of Funnel (BoFu), ovvero il fondo dell’imbuto che testimonia la conversione (quindi il compimento dell’azione desiderata).

Per ognuna di queste fasi è possibile mettere in atto strategie di mirate, finalizzate a ottimizzare il passaggio del cliente verso la fase successiva e ottimizzare così il processo di vendita fino al successo commerciale. Vediamo più nel dettaglio quali azioni si possono mettere in campo.

Top of Funnel (ToFu), la fase della consapevolezza

Collocata in cima all’imbuto di conversione, è la fase in cui tutto comincia, il momento in cui i potenziali clienti scoprono per la prima volta il brand. In questo frangente, l’obiettivo principale è generare contenuti di valore che non siano finalizzati alla vendita ma creare un legame, catturando l’attenzione delle persone giuste e facendo conoscere i valori dell’azienda. Per riuscirci è importante mettersi nei panni del pubblico, comprenderne i bisogni e proporre contenuti che rispondano davvero alle sue domande.

Le strategie più efficaci in questa fase puntano sulla visibilità e sulla credibilità:

  • Digital PR per costruire un’immagine solida e positiva del marchio;
  • SEO per farsi trovare facilmente da chi cerca soluzioni simili alle tue;
  • Social Media Marketing e collaborazioni con influencer per creare coinvolgimento e dialogo diretto con il pubblico.

Contenuti come articoli, video brevi, infografiche, ebook e podcast aiutano a raccontare la propria storia e a creare consapevolezza sul brand. Per capire se la strategia sta funzionando, è importante tenere d’occhio dati come: i visitatori unici, il tasso di click, le citazioni del marchio sui media, le interazioni sui social e i download di materiali gratuiti.

Middle of Funnel (MoFu), la fase dell’interesse

Una volta catturata l’attenzione, il passo successivo è rafforzare il legame. In questa fase, i potenziali clienti stanno iniziando a valutare diverse opzioni, e il nostro compito è accompagnarli nel percorso, offrendo loro contenuti utili e personalizzati che li aiutino a capire perché la nostra proposta rappresenta la scelta giusta.

Ecco alcune azioni particolarmente efficaci:

  • corsi, workshop e webinar che permettono di offrire valore e posizionare il brand come punto di riferimento;
  • e-mail marketing mirato, con contenuti su misura che rispondono a dubbi e curiosità;
  • dimostrazioni gratuite o prove del prodotto, che aiutano a superare resistenze e incertezze;
  • contenuti interattivi come quiz, calcolatori, guide comparative, report e video dimostrativi, ideali per accompagnare l’utente nella scelta.

Il segreto qui è costruire fiducia, senza forzare. Per valutare i progressi, è possibile analizzare: la percentuale di apertura e click delle email, l’engagement sulle landing page e il tasso di conversione di demo, prove o lezioni.

Bottom of Funnel (BoFu), la fase dalla conversione

Siamo arrivati alla parte più delicata: il momento della scelta. In questo step i potenziali clienti sono vicini al compimento dell’azione (acquisto, sottoscrizione newsletter, ecc.), ma possono avere ancora dubbi in merito, ad esempio, al prezzo, alla qualità o al servizio di assistenza. Il nostro compito è rassicurare, chiarire e accompagnare la persona verso la scelta finale, dimostrando che la scelta che sta per compiere è quella migliore.

Tra le strategie che funzionano meglio in questi casi, troviamo:

  • dimostrazioni dal vivo per provare il prodotto e comprenderne i vantaggi reali;
  • offerte a tempo limitato e codici sconto per stimolare l’urgenza e spingere all’azione;
  • testimonianze, recensioni e case study, che raccontano esperienze positive di chi ha già acquistato;
  • materiali di supporto post-vendita come FAQ, guide all’acquisto e assistenza dedicata, insieme a confronti con i competitor per evidenziare i punti di forza.

Monitorando dati come il numero di conversioni, il costo di acquisizione cliente (CAC), il tasso di fidelizzazione e il ROAS, è possibile capire quanto la strategia sia efficace e dove intervenire per migliorare.

Migliora il tuo funnel di conversione con MGvision!

Come abbiamo visto, il funnel di conversione racconta il percorso che porta un cliente dalla prima interazione con il brand fino all’acquisto. Conoscerlo a fondo significa sapere quando e come intervenire, così da creare esperienze più rilevanti e accompagnare l’utente passo dopo passo. Per ottenere risultati concreti, però, servono analisi accurate, dati aggiornati e strategie personalizzate, capaci di trasformare un semplice processo di vendita in un percorso strutturato e vincente.

Oggi, grazie a strumenti avanzati, è possibile analizzare il funnel dei principali competitor, individuare le strategie più efficaci e capire come applicarle al proprio business. Studiare il comportamento del loro pubblico aiuta infatti a scoprire quali leve attraggono determinati segmenti di mercato e come progettare campagne mirate per raggiungere clienti simili.

A questo proposito, è importante osservare che un approccio di questo tipo funziona al meglio quando viene affiancato da un monitoraggio costante, poiché controllare l’evoluzione delle attività di marketing nel tempo consente di cogliere le nuove tendenze, anticipare i cambiamenti e aggiornare le campagne in modo tempestivo. In questo modo, il funnel diventa uno strumento dinamico e adattabile, capace di seguire i cambiamenti del mercato e dei comportamenti dei consumatori.

Le metriche chiave, come tassi di conversione, costi di acquisizione e ritorno sull’investimento, aiutano a valutare l’efficacia delle strategie e a individuare nuove opportunità di crescita. L’obiettivo è trasformare i dati in decisioni concrete, così da ottenere risultati misurabili e duraturi.

Ed è qui che entra in gioco MGvision! Con oltre 20 anni di esperienza sul campo, siamo in grado di supportare il tuo brand e far crescere il tuo business. Partendo da un’analisi dettagliata della tua situazione attuale, sviluppiamo una strategia di marketing su misura per ottimizzare il tuo funnel, aumentare le performance delle tue campagne e incrementare i tuoi guadagni.

Se desideri trasformare il funnel di conversione in un motore di risultati, contattaci: insieme costruiremo un percorso di crescita solido, personalizzato e orientato al successo.

Cosa sono i dati strutturati e perché sono così importanti per la SEO

Cosa sono i dati strutturati e come sfruttarli per migliorare la visibilità online

Ti sei mai soffermato a pensare alla quantità di informazioni che ogni giorno viene prodotta e condivisa nel vasto universo del web?

Le aziende che pubblicano contenuti online sono numerosissime, ma solo alcune riescono davvero a distinguersi, conquistando visibilità e raggiungendo con efficacia il proprio pubblico di riferimento.

Questo risultato non è mai frutto del caso, nasce da una strategia ben definita e pianificata con cura.
Per guadagnare posizioni tra i risultati di ricerca, è essenziale, infatti, non solo produrre contenuti originali e di qualità ma anche che questi siano facilmente accessibili e comprensibili per i motori di ricerca.

Se vuoi capire come rispondere a tale esigenza e fornire a Google e agli altri motori di ricerca delle informazioni chiare e leggibili, devi sapere cosa sono i dati strutturati e come sfruttarli a tuo vantaggio. Utilizzare in modo corretto questi markup consente, infatti, di attivare funzionalità di livello avanzato che premiano la visibilità dei contenuti. 

Scopriamo insieme di cosa si tratta e come integrarli nel modo giusto!

Cosa sono i dati strutturati e a cosa servono in concreto

I dati strutturati sono informazioni organizzate in modo tale da essere facilmente interpretate dagli algoritmi dei motori di ricerca. Questo consente una navigazione più efficace all’interno di un sito, facilitando la comprensione delle relazioni tra le pagine e la classificazione dei contenuti.

In termini pratici, i dati strutturati sono piccoli frammenti di codice formattati secondo uno schema predefinito, come quello fornito da Schema.org. Grazie a questo linguaggio standardizzato, i motori di ricerca possono generare risultati arricchiti – i cosiddetti rich snippet – che mostrano informazioni aggiuntive rispetto al semplice titolo o all’URL di una pagina. Tra queste, ad esempio: descrizioni, valutazioni, immagini, prezzi o orari di apertura di un’attività.

È facile intuire, quindi, quanto il markup Schema possa essere strategico all’interno di un piano SEO ben strutturato.

Quanti tipi di markup Schema esistono?

Ora che abbiamo chiarito cosa sono i dati strutturati, è utile esplorare più nel dettaglio come funzionano. Esistono infatti numerosi generi di schema, ciascuno pensato per abilitare specifiche funzionalità all’interno dei risultati di ricerca. Ecco di seguito alcune tipologie:

  • Articolo, permette di evidenziare il titolo e l’immagine principale di un contenuto testuale. È utile per articoli di blog, notizie di cronaca o post sportivi.
  • Breadcrumb, mostra la posizione della pagina all’interno della struttura del sito, aiutando l’utente a orientarsi nella navigazione.
  • Carosello, consente di visualizzare una sequenza scorrevole di elementi, come ricette o corsi. Deve essere usato insieme ad altri tipi di markup.
  • Elenco di corsi, presenta in modo strutturato le informazioni su un corso, come il titolo, la descrizione e il nome del docente.
  • Set di dati, utilizzato per rappresentare raccolte di dati di grandi dimensioni, come tabelle statistiche o archivi pubblici.
  • Forum di discussione, adatto ai contenuti generati dagli utenti, come thread di discussione o domande poste in una community.
  • Domande e risposte didattiche, genera schede educative (flashcard) utili per contenuti di tipo scolastico o formativo.
  • Valutazione del datore di lavoro, mostra recensioni e opinioni su un’azienda da parte di chi ci ha lavorato o sostenuto colloqui.
  • Evento, evidenzia un evento in programma, indicando data, luogo e altri dettagli. Il risultato è interattivo e aggiornabile.
  • Domande frequenti (FAQ), mostra un elenco di domande con relative risposte, direttamente visibili sotto il risultato di ricerca.
  • Metadati immagine, aggiunge informazioni descrittive a un’immagine, come autore, licenza o contesto d’uso.
  • Offerta di lavoro, evidenzia annunci di lavoro, includendo dettagli come posizione, sede, requisiti e valutazioni aziendali.
  • Attività locali, fornisce informazioni su un’attività commerciale (es. ristorante, negozio), visibili nella scheda Local Business di Google.
  • Risolutore matematico, interpreta problemi matematici e ne mostra la soluzione, accompagnata da spiegazioni dettagliate.
  • Film, consente di elencare titoli di film con dettagli aggiuntivi, come il cast o la data di uscita.
  • Organizzazione, mostra informazioni ufficiali su un’azienda o ente, come logo, descrizione, contatti e profili social.
  • Esercitazione, utile per guide passo-passo, in particolare in ambito scientifico, tecnico o matematico.
  • Prodotto: descrive le caratteristiche di un prodotto specifico, come prezzo, disponibilità, recensioni e immagini.
  • Pagina del profilo: fornisce informazioni su una persona (es. autore, professionista) o su un’organizzazione.
  • Domande e risposte: struttura i contenuti sotto forma di domande e risposte, adatti a siti tipo forum o knowledge base.
  • Ricetta: presenta una ricetta completa di ingredienti, tempi, immagini e istruzioni, anche in formato carosello.
  • Snippet recensione: mostra l’estratto di una recensione scritta, utile per prodotti, servizi, film, ricette e altro.
  • App software: fornisce dettagli su un’applicazione, come nome, sistema operativo, valutazioni e funzionalità.
  • Speakable: consente la lettura vocale di contenuti da parte degli assistenti vocali (es. notizie o sintesi di articoli).
  • Contenuti in abbonamento: segnala che una parte dei contenuti è protetta da paywall, evitando problemi di indicizzazione.
  • Casa vacanze: descrive una struttura ricettiva, indicando disponibilità, caratteristiche e posizione geografica.
  • Video: fornisce informazioni su contenuti video, come titolo, durata, anteprima, trasmissione in diretta o capitoli.

Ad esempio, se gestisci un ristorante, puoi utilizzare il markup Attività locali per fornire a Google informazioni dettagliate sul tuo locale, che verranno poi mostrate nella scheda informativa sulla destra delle SERP. Oppure puoi implementare il markup Sitelink, che aggiunge collegamenti diretti alle pagine principali del sito, aumentando le possibilità di clic.

Naturalmente, queste sono solo alcune delle possibili applicazioni. Ogni azienda dovrebbe analizzare le proprie esigenze per scegliere i markup più adatti alla propria strategia digitale.

Perché i dati strutturati sono importanti per la SEO?

Inserire dati strutturati nel proprio sito significa aumentare le probabilità di comparire con un risultato avanzato, visivamente più ampio e ricco, all’interno delle pagine di ricerca. Questo consente non solo una maggiore visibilità, ma anche una comunicazione più chiara ed efficace con i motori di ricerca, che di conseguenza possono fornire risposte più precise agli utenti.

Un singolo contenuto può comparire in diverse sezioni della SERP: ad esempio sia come risultato principale che all’interno di una sezione FAQ. Elementi come le schede informative o i rich snippet diventano possibili proprio grazie alla corretta implementazione dei dati strutturati, che aiutano Google a interpretare correttamente il contenuto.

Il markup Schema è quindi uno strumento prezioso anche per migliorare l’interattività del risultato: un tag title arricchito da valutazioni o informazioni aggiuntive può incentivare più clic.

Secondo una ricerca condotta da Milestone Inc, su oltre 4,5 milioni di query analizzate, il 58% degli utenti clicca sui risultati avanzati, contro il 41% che sceglie quelli standard. Inoltre, le recensioni strutturate possono spingere Google a valorizzare maggiormente contenuti con valutazioni elevate, contribuendo così a migliorare l’esperienza e la fiducia dell’utente.

Come puoi inserire i dati strutturati sul tuo sito?

Chiunque abbia compreso cosa sono i dati strutturati deve necessariamente riconoscerne le enormi potenzialità. 

Se ti stai domandando come inserirli sul tuo sito, puoi scegliere tra diverse metodologie, puoi ad esempio sfruttare i plugin o gli strumenti forniti dal tuo CSM, oppure puoi aggiungere manualmente al codice HTML i markup Schema.org. 

Dopo l’inserimento, è fondamentale verificare che vengano interpretati in modo corretto dai motori di ricerca. Tra i diversi strumenti che si possono utilizzare, uno dei più famosi è lo strumento di test dei dati strutturati di Google che analizza il codice HTML del sito segnalando errori o suggerendo soluzioni a eventuali problematiche.

Se non sai come fare o vuoi essere certo di scegliere i dati strutturati che possono davvero aiutarti a migliorare la visibilità del tuo sito, puoi rivolgerti a noi di MGvision: siamo un’agenzia SEO con oltre 20 anni di esperienza e più di 15.000 clienti seguiti.

Tra i servizi che offriamo puoi trovare lo sviluppo di siti internet, il posizionamento sui motori di ricerca, la definizione di una strategia SEO personalizzata. 

Quello che ti assicuriamo è un approccio concreto e basato sui risultati: contattaci per avere maggiori informazioni, oppure vieni a conoscerci presso la nostra sede di Roma!

Marketing conversazionale: a cosa serve e quali sono i vantaggi

Soluzioni smart e personalizzate: il potere del marketing conversazionale

Ti è mai capitato di avere bisogno di una risposta chiara e immediata, ma di trovarti di fronte a messaggi impersonali e poco tempestivi? Probabilmente la percezione che hai avuto è che nessuno stesse davvero prestando attenzione a ciò che cercavi.

E se, invece, proprio in quel momento, avessi ricevuto un riscontro puntuale e personalizzato, pensato davvero sulla base delle tue esigenze, come sarebbe cambiata la tua esperienza?

In un mondo digitale sempre più veloce e interconnesso, cresce il bisogno di un dialogo più umano e su misura, capace di superare le barriere della comunicazione unidirezionale spesso adottata dalle aziende.
È proprio in questo contesto che prende forma il marketing conversazionale: una strategia che sta rivoluzionando il modo in cui brand e persone entrano in relazione.

Attraverso strumenti come chatbot intelligenti, assistenti virtuali e automazioni basate sull’intelligenza artificiale, questa modalità comunicativa punta a costruire interazioni autentiche, personalizzate e in tempo reale. L’obiettivo è offrire un’esperienza più fluida e coinvolgente, trasformando ogni punto di contatto in un’opportunità per creare valore e instaurare relazioni durature.

Focus sul cliente: l’approccio innovativo del marketing conversazionale

Immagina di avere a tua disposizione un interlocutore attento, capace di rispondere alle tue domande in modo immediato e di offrirti consigli adatti al contesto, proprio come farebbe una persona reale. È questo il tipo di esperienza che il marketing conversazionale si propone di offrire, e lo fa sfruttando le tecnologie più avanzate per costruire un dialogo autentico e duraturo tra brand e persone, che sia basato sulla fiducia e sulla tempestività.

Le soluzioni per migliorare l’interazione tra aziende e utenti sono molteplici: un esempio comune è rappresentato dalle finestre pop-up, in cui un assistente virtuale si attiva per offrire supporto con messaggi chiari e diretti, come “Hai bisogno di aiuto per scegliere il prodotto giusto?” oppure “Vuoi ricevere maggiori informazioni?”. Questo approccio non si limita a rispondere a una richiesta, ma intercetta i bisogni in modo proattivo, offrendo un supporto istantaneo e su misura.

Oltre a queste forme di assistenza, ci sono strumenti ancora più sofisticati. I chatbot basati sull’intelligenza artificiale, ad esempio, sono in grado di fornire risposte rapide ed efficaci, utilizzando un linguaggio naturale e conversazionale che rende l’interazione fluida e quasi indistinguibile da quella con una persona reale.

Ciò che è importante rilevare è che non si tratta di una moda passeggera, ma di un’evoluzione concreta nel modo in cui le aziende comunicano, un cambiamento di prospettiva che sta già trasformando l’esperienza delle persone e il valore delle relazioni digitali.

Quali sono le caratteristiche distintive del marketing conversazionale

A differenza del marketing tradizionale, che trasmette messaggi unidirezionali rivolti a un pubblico indistinto, questa nuova modalità di comunicazione punta su un dialogo diretto e mirato, pensato per adattarsi alle aspettative di chi oggi cerca relazioni più immediate, personalizzate e significative.

Il marketing conversazionale si distingue, in particolare, perché:

  • Offre soluzioni contestualizzate. Sfrutta l’analisi dei dati e delle conversazioni precedenti per dare risposte più pertinenti. Agenti virtuali e assistenti vocali intelligenti personalizzano ogni scambio, rendendolo rilevante, utile e coerente con il momento in cui avviene.
  • È attivo 24/7. Riesce a gestire molte richieste in parallelo, senza rallentamenti o attese. Questo contribuisce ad aumentare la fiducia e la soddisfazione di chi interagisce con l’azienda.
  • Trasforma le conversazioni in insight. Ogni scambio diventa una fonte preziosa di informazioni che consente all’azienda di monitorare l’efficacia delle strategie, intervenire in tempo reale e migliorare la qualità del servizio.
  • Garantisce coerenza su tutti i canali. Social media, e-mail, app e piattaforme web vengono integrati in un sistema fluido, capace di riconoscere le preferenze e il contesto dell’utente, indipendentemente dal punto di accesso.

Un esempio concreto? Ipotizza di visitare un e-commerce di cosmetici. Dopo aver consultato alcuni prodotti per la cura del viso, un chatbot ti propone una guida gratuita alla skincare personalizzata, ti suggerisce i prodotti più adatti alla tua pelle e ti offre anche un codice sconto valido per 24 ore. Tutto in pochi secondi, senza dover cercare nulla.

I canali del marketing conversazionale: dove prende vita il dialogo

Questa strategia si attua su più fronti, ciascuno con il suo ruolo:

  • Assistenza clienti. I chatbot intelligenti sono attivi 24/7 e possono gestire un elevato volume di richieste in contemporanea, offrendo risposte rapide e puntuali. In questo modo, le aziende riducono i tempi di attesa e migliorano la qualità del servizio, liberando risorse interne per gestire le situazioni più complesse.
  • Messaggistica sui social. Piattaforme come Facebook, Instagram, X (ex Twitter) e TikTok offrono sistemi di chat che permettono alle aziende di interagire in tempo reale con le proprie community. Questi canali non si limitano all’automazione, ma lasciano spazio anche al contatto umano, creando un dialogo più autentico e coinvolgente.
  • App di messaggistica. Strumenti come WhatsApp, Telegram e Messenger sono ampiamente utilizzati per comunicare in modo diretto e informale. Le aziende possono sfruttarli per rispondere alle domande, inviare aggiornamenti, offerte mirate o contenuti personalizzati, grazie anche all’integrazione con l’intelligenza artificiale. Ad esempio, dopo l’acquisto di un volo, l’utente può ricevere automaticamente su WhatsApp una proposta di hotel selezionati nella città di destinazione, in base alle sue preferenze e abitudini di viaggio.
  • Supporto nel ciclo di vendita. I chatbot possono analizzare il comportamento di chi visita un sito o un’app, riconoscere potenziali clienti in linea con il profilo target e attivare una conversazione su misura. Quando l’interesse si fa concreto, il passaggio al team commerciale avviene in modo naturale, facilitando la conversione.

Integrazione, rapidità e customizzazione fanno la differenza: più che semplici strumenti, questi canali diventano veri e propri touchpoint strategici, capaci di rafforzare la relazione tra brand e persone.

Rimanere competitivi nell’era dell’intelligenza artificiale

In un panorama digitale in continua evoluzione, ignorare le opportunità offerte dalle tecnologie conversazionali significa rischiare di restare indietro. I nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa stanno già ridefinendo il modo in cui le persone interagiscono online, rendendo le esperienze più semplici, rapide e coinvolgenti. Basti pensare all’arrivo dell’AI Mode di Google, una nuova modalità di ricerca progettata per facilitare l’interazione tra utenti e sistemi intelligenti. Questa funzionalità già disponibile negli Stati Uniti d’America potrebbe essere presto attivata anche sul territorio europeo e cambiare di fatto la ricerca online e l’accesso alle informazioni. 

Se senti il bisogno di innovare ma non sai da dove iniziare, MGvision è qui per supportarti. Attraverso la nostra consulenza in ambito web marketing, possiamo aiutarti a individuare le soluzioni più adatte al tuo pubblico, valorizzando il potenziale degli strumenti digitali più evoluti.

Siamo pronti a sviluppare per te una strategia su misura, costruita intorno alle esigenze specifiche della tua azienda e ai tuoi obiettivi. Vuoi saperne di più? Vieni a trovarci nella nostra sede di Roma oppure contattaci: il nostro team è a tua disposizione per accompagnarti nel tuo percorso di trasformazione digitale.

8 step fondamentali per creare un e-commerce di successo

Consigli utili per creare un e-commerce di successo e conquistare il mercato

Stai finalmente pensando di incrementare la tua attività iniziando a vendere online? Realizzando un sito ben strutturato e di semplice utilizzo, puoi raggiungere un gran numero di nuovi potenziali clienti, aprendoti a nuovi mercati, anche fuori dai confini nazionali. 

Devi però sapere che creare un e-commerce di successo è una sfida complessa, che va ben oltre la semplice apertura di un portale. 

In un contesto in cui la concorrenza è a portata di click e i clienti sono particolarmente esigenti, è fondamentale pianificare con cura ogni aspetto del progetto, dalla costruzione della piattaforma, all’ottimizzazione del sito, alla definizione delle strategie di marketing, senza tralasciare gli aspetti relativi alla logistica. 

La prima cosa da fare è quindi creare un negozio online dalle caratteristiche chiare e ben definite, pensato per soddisfare le esigenze del tuo pubblico e farlo emergere nel grande mondo del web.

Non sai da dove iniziare? Ti spieghiamo noi come trasformare in realtà la tua idea di business. 

Cosa serve per creare un e-commerce di successo? Ecco 8 gli step del percorso

Come accennato, per realizzare un sito altamente competitivo sono necessarie organizzazione, buona conoscenza del mercato e attenzione all’esperienza dei clienti. 

Ecco quali sono i passaggi chiave e gli elementi che non possono mancare per creare un e-commerce di successo:

  1. Definire gli aspetti legali e il modello di business
    Se hai già un negozio fisico, hai probabilmente già assolto agli obblighi legali come l’apertura della Partita IVA, la scelta della forma giuridica e l’iscrizione alla Camera di Commercio. In caso contrario, devi occuparti di questi aspetti, poiché l’e-commerce è a tutti gli effetti un’attività commerciale e deve rispettare la normativa vigente.
    Una volta completata questa fase, scegli il modello di business più adatto: ad esempio, puoi vendere direttamente i tuoi prodotti oppure optare per il dropshipping, offrendo articoli di un fornitore esterno senza gestire un magazzino fisico.
  2. Analizzare la concorrenza
    Prima di avviare il tuo e-commerce, analizza come si muovono i competitor e individua in che modo differenziare la tua offerta. Puoi iniziare con ricerche online e sui social media per ottenere un quadro generale, oppure utilizzare strumenti professionali come SEMrush per raccogliere dati più dettagliati.
    Queste informazioni ti servono per elaborare un’analisi SWOT, utile a identificare punti di forza, debolezza, opportunità e minacce. Questo passaggio ti aiuta a definire la tua Unique Selling Proposition (USP), ovvero ciò che rende unica la tua proposta.
  3. Scegliere la piattaforma e garantire la sicurezza
    Puoi creare il tuo e-commerce su una piattaforma specializzata oppure integrarlo al tuo sito web. In entrambi i casi, assicurati che sia facile da gestire, ottimizzato per la SEO e dotato di strumenti per la vendita multicanale.
    Soluzioni come Magento o WordPress con WooCommerce offrono funzionalità avanzate come il certificato SSL, l’autenticazione a due fattori e la conformità agli standard PCI DSS, elementi fondamentali per proteggere i dati sensibili e ispirare fiducia nei clienti.
  4. Ottimizzare l’esperienza utente e il design
    La semplicità d’uso è una delle caratteristiche più importanti per chi naviga su un sito, soprattutto se si tratta di un e-commerce. Se il processo d’acquisto è troppo complesso, gli utenti abbandonano facilmente il carrello.
    Per evitarlo, organizza i prodotti in categorie chiare, utilizza filtri e comparatori e semplifica la navigazione. Cura anche l’aspetto visivo: usa immagini professionali, ad alta risoluzione, che mostrano i prodotti da diverse angolazioni e in contesti reali.
    Inserisci una sezione per i “prodotti correlati”, le FAQ e le recensioni dei clienti: strumenti utili per aiutare l’utente nella scelta e aumentare la fiducia nel tuo brand.
  5. Offrire assistenza e assicurare trasparenza
    La trasparenza rafforza la fiducia e incentiva l’acquisto. Rendi disponibili più canali di supporto (chat, telefono, email) e fornisci informazioni chiare su metodi di pagamento, spedizioni, resi e privacy.
    In caso di problemi, il servizio clienti deve saper offrire soluzioni rapide e alternative. Dopo l’assistenza, invita l’utente a lasciare una recensione per migliorare la reputazione online del tuo negozio.
  6. Costruire un’identità di brand solida
    Per aumentare la fiducia degli utenti e il tasso di conversione, costruisci un’identità di brand forte e coerente. Scegli un nome efficace, crea un logo riconoscibile e mantieni uno stile grafico coordinato.
    Comunica valori chiari e condivisibili, e adotta un tono di voce adatto al tuo pubblico, da usare in modo coerente su sito, social e newsletter. Una comunicazione autentica e riconoscibile rafforza il legame con il cliente e rende il brand memorabile.
  7. Pianificare strategie di marketing digitale
    Una volta costruito il tuo e-commerce, promuovilo in modo strategico. Pianifica campagne SEO, social media marketing, email marketing e advertising per attrarre traffico qualificato.
    Utilizza contenuti efficaci, promozioni personalizzate e programmi di fidelizzazione per trasformare i visitatori in clienti abituali. Collabora con influencer, pubblica contenuti coinvolgenti, partecipa a forum di settore e apri un blog aziendale aggiornato con contenuti di valore per migliorare la SEO e creare una community attiva.
    Investi anche in pubblicità su motori di ricerca o social per promuovere i tuoi prodotti in modo mirato.
  8. Monitorare e ottimizzare le performance
    Per far crescere il tuo e-commerce nel tempo, monitora costantemente le performance e prendi decisioni basate su dati concreti.
    Analizza il traffico e le conversioni per comprendere il comportamento degli utenti e valuta eventuali ottimizzazioni. I test A/B sono strumenti utili per confrontare due versioni della stessa pagina e capire quale funziona meglio.
    Grazie a un monitoraggio costante e a un approccio basato sui dati, migliori l’efficacia del sito, gestisci meglio le risorse e massimizzi il ritorno sull’investimento.

Aprire un e-commerce di successo? È semplice se ti affidi a MGvision!

Abbiamo visto che gli aspetti da considerare quando si decide di aprire un negozio online sono molteplici e diversificati, servono competenze specifiche e un’attenzione costante per monitorare l’andamento nel tempo dell’attività e decidere quali azioni intraprendere per incrementare traffico organico e conversioni. 

Si tratta, in sostanza, di un progetto che richiede il supporto di un team esperto e qualificato, capace di accompagnarti in ogni fase e di contribuire concretamente allo sviluppo del tuo business. Per questo è importante affidarsi a una web agency specializzata, in grado di unire strategia, design e competenze tecniche. MGvision, grazie all’esperienza ventennale maturata nel settore, può offrirti un supporto completo e personalizzato per trasformare la tua idea in un e-commerce efficace, sicuro e orientato ai risultati.

Richiedendo la nostra consulenza di marketing personalizzata, oltre ad aiutarti nella costruzione del sito, possiamo definire strategie su misura per la creazione di una brand identity ad hoc, intercettare il tuo target di clienti e aumentare il traffico qualificato verso il tuo sito.  

Contattaci per avere maggiori informazioni!

Errori SEO frequenti nei siti: ecco i 7 più diffusi

Come riconoscere ed evitare alcuni errori SEO comuni che penalizzano il tuo sito

Hai deciso di dedicare tempo ed energie per far emergere il tuo sito online e raggiungere un pubblico più ampio? Per trasformare questo impegno in risultati concreti, è fondamentale evitare fin da subito quegli errori SEO che possono compromettere la visibilità delle tue pagine. Anche la strategia più accurata, infatti, rischia di diventare inefficace se ignora le regole essenziali dell’ottimizzazione.

La SEO, acronimo di Search Engine Optimization, racchiude un insieme di tecniche pensate per migliorare il posizionamento organico di un sito. In sostanza, gli algoritmi dei motori di ricerca analizzano contenuti, struttura, link interni ed esperienza di navigazione, premiando le pagine che rispondono al meglio a questi criteri. Queste vengono quindi posizionate più in alto tra i risultati nella SERP, ovvero la lista dei siti che compaiono una volta che l’utente inserisce una keyword nella search bar del motore di ricerca.

Una conoscenza parziale di queste dinamiche, o la tentazione di accelerare i tempi, può facilmente portare a errori in grado di frenare la crescita del tuo progetto online. In questo articolo vedremo quali sono i più comuni e come evitarli o correggerli prima che influiscano negativamente sulle performance del sito.

Dalla teoria alla pratica, 7 comuni errori SEO da evitare

Per gestire in modo efficace una presenza online solida e duratura, è essenziale riconoscere – come accennato – le pratiche scorrette che possono limitare le reali potenzialità del tuo sito. Alcuni errori SEO, anche se apparentemente minori, sono infatti più diffusi di quanto si pensi ed è di primaria importanza imparare a gestirli correttamente e in tempo. Ecco i più frequenti:

  1. Pubblicare contenuti di scarsa qualità

I contenuti rappresentano un elemento centrale all’interno di una strategia di posizionamento. Testi ben scritti, coinvolgenti e pertinenti migliorano l’esperienza degli utenti e incentivano letture e condivisioni, ma per essere realmente efficaci in ottica SEO devono anche essere originali, informativi e capaci di rispondere in modo chiaro alle esigenze di chi cerca: tutti elementi che i motori di ricerca interpretano come segnali di qualità.

Al contrario, testi realizzati con poca cura, privi di utilità reale o addirittura copiati da altre fonti possono compromettere la reputazione complessiva del sito. Quando le pagine risultano poco interessanti, gli utenti tendono ad abbandonarle rapidamente, con conseguente calo delle visualizzazioni e delle interazioni. Di fronte a questi segnali negativi, anche i motori di ricerca deducono una scarsa rilevanza dei contenuti, e ne penalizzano la visibilità.

  1. Scegliere le parole chiave solo in base al volume di ricerca

L’individuazione delle parole chiave da inserire nei contenuti viene spesso effettuata valutando solamente quelle con il maggior volume, mentre sarebbe opportuno effettuare una keyword research prendendo in considerazione anche le reali esigenze del sito, il target di riferimento e i competitor sul mercato. Ciò che è più importante, infatti, è individuare il search intent che spinge le persone a effettuare una determinata ricerca e ottimizzare i contenuti di conseguenza. 

  1. Eccedere nell’uso delle parole chiave (keyword stuffing)

Un errore SEO comune è quello di ripetere la parola chiave più volte possibile, pensando che questo sia di aiuto per scalare la SERP (la pagina dei risultati del motore di ricerca). In realtà ciò non solo rende la lettura noiosa, compromettendo l’esperienza degli utenti, ma può danneggiare anche il ranking e la reputazione del sito. 

Sempre a questo proposito, una pratica usata in passato, ma che oggi non è più valida, è quella di creare pagine multiple per inserire tutte le varianti della parola chiave allo scopo di conquistare traffico, oggi però Google è in grado di comprendere le variazioni semantiche delle parole quindi è bene evitare i duplicati per non incorrere nella cannibalizzazione delle SERP.

  1. Trascurare l’ottimizzazione tecnica dei contenuti

Una visibilità limitata nei risultati di ricerca può dipendere anche da una scarsa attenzione agli aspetti tecnici dell’ottimizzazione on-page. Elementi come le meta descrizioni, i titoli delle pagine e gli attributi alt delle immagini devono essere curati con precisione, poiché forniscono indicazioni fondamentali sia agli utenti sia ai motori di ricerca sul contenuto della pagina. Allo stesso modo, è importante che la struttura delle url sia chiara e leggibile, in modo da facilitare l’indicizzazione e contribuire a una migliore comprensione della gerarchia del sito. Un ruolo chiave lo giocano anche i link interni, che orientano la navigazione, favoriscono la permanenza degli utenti e aiutano i motori di ricerca a stabilire le priorità tra le pagine. Infine, un calendario editoriale ben organizzato permette di pubblicare contenuti aggiornati con costanza: non serve farlo continuamente, ma in modo regolare e coerente, così da generare coinvolgimento e incentivare la condivisione.

  1. Ignorare la velocità di caricamento del sito

Tra gli errori che rendono un sito poco SEO friendly c’è l’estrema lentezza. Se gli utenti devono aspettare troppo tempo per spostarsi da una pagina all’altra, tendono ad abbandonare il sito.

Per evitare che ciò accada è necessario prestare attenzione agli aspetti tecnici evitando, ad esempio, di utilizzare codici o immagini troppo pesanti. Il sito naturalmente deve risultare facilmente fruibile sia da desktop che dai dispositivi mobili, sempre più utilizzati per la navigazione, lo scopo è infatti quello di offrire una buona user experience in modo tale che gli utenti siano invogliati a restare e a ritornare. A tal fine, è opportuno prestare attenzione anche alla frequenza degli annunci interstitial (ovvero annunci a schermo intero che coprono l’interfaccia di un’app o di una pagina web), che risultano invasivi e fastidiosi ostacolando la fruizione dei contenuti.

  1. Affrontare la migrazione del sito senza un piano SEO

Alcuni errori SEO possono essere commessi anche durante il processo di migrazione del sito. Nel passaggio dal vecchio al nuovo portale è bene prestare attenzione ai contenuti duplicati, risolvere il più possibile i problemi di accessibilità rendendo le pagine fruibili anche dagli utenti con disabilità (nel rispetto dell’Accessibily Act, entrato in vigore in Italia il 28 giugno 2025, e soprattutto è necessario fare attenzione alla gestione dei redirect che potrebbero portare gli utenti ad atterrare su pagine inesistenti incappando nel il famoso errore 404. Questo si verifica, ad esempio, se cambia l’url delle pagine. Per evitare che ciò accada, è fondamentale disporre di una sitemap aggiornata dove trovare l’elenco di tutte le pagine del sito che vanno quindi controllate. Se per caso una pagina è stata eliminata, perché portava a un prodotto esaurito o un servizio non più erogato, si possono reindirizzare gli utenti verso la pagina di un prodotto o servizio simile. Quando questo non è possibile, la cosa migliore da fare è gestire l’errore con una pagina 404  personalizzata.

  1. Rinunciare al controllo dei risultati nel tempo

Il posizionamento del sito andrebbe monitorato nel tempo utilizzando appositi strumenti, come ad esempio Google Analytics (e non solo!) al fine di valutare sia i progressi che i peggioramenti. 

Una corretta e costante analisi delle performance, infatti consente di comprendere se le cose non vanno come dovrebbero e dà modo di intervenire tempestivamente apportando delle modifiche alle strategie messe in atto. Ad esempio, è necessario sapere esattamente quali sono le keyword posizionate e che generano più traffico organico e quali sono le pagine che invece perdono traffico, per poter eventualmente fare degli aggiornamenti o delle modifiche. 

La regola in più: rispettare le regole!

Come abbiamo accennato in precedenza, alcune bad practices messe in atto consapevolmente al fine di scalare le SERP possono rivelarsi controproducenti e penalizzare il rendimento del sito. 

Ci riferiamo ad esempio al tentativo di infrangere le regole imposte da Google nel tentativo di ingannare i suoi algoritmi. Un altro grave errore che si può commettere è quello di restare ancorati alle vecchie regole, gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google vanno infatti monitorati in modo frequente perché le modifiche apportate influenzano i risultati di ricerca e possono quindi variare alcuni parametri utili per il posizionamento. 

Costruire una strategia SEO efficace richiede tempo, competenze e un’attenta pianificazione. Può bastare un solo errore per penalizzare il sito generando una perdita di traffico e di potenziali clienti. Proprio per questo, se vuoi costruire una presenza solida sul web, conquistando nuovi target di clienti, la cosa migliore che puoi fare è affidarti a dei professionisti del settore che sappiano gestire al meglio la reputazione online della tua azienda. 

Scegliendo la consulenza SEO di MGvision puoi incontrare un team di esperti pronti a studiare per te un piano strategico di posizionamento SEO, che inizia proprio da un’analisi tecnica e approfondita del tuo sito al fine di individuare eventuali errori o margini di miglioramento. Monitorando nel tempo il rendimento e intervenendo quando necessario, possiamo assicurarti un incremento del traffico organico verso il tuo sito che ti consentirà di acquisire nuovi contatti, aumentare le vendite online e incrementare il tuo fatturato.

Vuoi avere maggiori informazioni? Vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci!

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