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Errori SEO frequenti nei siti: ecco i 7 più diffusi

Come riconoscere ed evitare alcuni errori SEO comuni che penalizzano il tuo sito

Hai deciso di dedicare tempo ed energie per far emergere il tuo sito online e raggiungere un pubblico più ampio? Per trasformare questo impegno in risultati concreti, è fondamentale evitare fin da subito quegli errori SEO che possono compromettere la visibilità delle tue pagine. Anche la strategia più accurata, infatti, rischia di diventare inefficace se ignora le regole essenziali dell’ottimizzazione.

La SEO, acronimo di Search Engine Optimization, racchiude un insieme di tecniche pensate per migliorare il posizionamento organico di un sito. In sostanza, gli algoritmi dei motori di ricerca analizzano contenuti, struttura, link interni ed esperienza di navigazione, premiando le pagine che rispondono al meglio a questi criteri. Queste vengono quindi posizionate più in alto tra i risultati nella SERP, ovvero la lista dei siti che compaiono una volta che l’utente inserisce una keyword nella search bar del motore di ricerca.

Una conoscenza parziale di queste dinamiche, o la tentazione di accelerare i tempi, può facilmente portare a errori in grado di frenare la crescita del tuo progetto online. In questo articolo vedremo quali sono i più comuni e come evitarli o correggerli prima che influiscano negativamente sulle performance del sito.

Dalla teoria alla pratica, 7 comuni errori SEO da evitare

Per gestire in modo efficace una presenza online solida e duratura, è essenziale riconoscere – come accennato – le pratiche scorrette che possono limitare le reali potenzialità del tuo sito. Alcuni errori SEO, anche se apparentemente minori, sono infatti più diffusi di quanto si pensi ed è di primaria importanza imparare a gestirli correttamente e in tempo. Ecco i più frequenti:

  1. Pubblicare contenuti di scarsa qualità

I contenuti rappresentano un elemento centrale all’interno di una strategia di posizionamento. Testi ben scritti, coinvolgenti e pertinenti migliorano l’esperienza degli utenti e incentivano letture e condivisioni, ma per essere realmente efficaci in ottica SEO devono anche essere originali, informativi e capaci di rispondere in modo chiaro alle esigenze di chi cerca: tutti elementi che i motori di ricerca interpretano come segnali di qualità.

Al contrario, testi realizzati con poca cura, privi di utilità reale o addirittura copiati da altre fonti possono compromettere la reputazione complessiva del sito. Quando le pagine risultano poco interessanti, gli utenti tendono ad abbandonarle rapidamente, con conseguente calo delle visualizzazioni e delle interazioni. Di fronte a questi segnali negativi, anche i motori di ricerca deducono una scarsa rilevanza dei contenuti, e ne penalizzano la visibilità.

  1. Scegliere le parole chiave solo in base al volume di ricerca

L’individuazione delle parole chiave da inserire nei contenuti viene spesso effettuata valutando solamente quelle con il maggior volume, mentre sarebbe opportuno effettuare una keyword research prendendo in considerazione anche le reali esigenze del sito, il target di riferimento e i competitor sul mercato. Ciò che è più importante, infatti, è individuare il search intent che spinge le persone a effettuare una determinata ricerca e ottimizzare i contenuti di conseguenza. 

  1. Eccedere nell’uso delle parole chiave (keyword stuffing)

Un errore SEO comune è quello di ripetere la parola chiave più volte possibile, pensando che questo sia di aiuto per scalare la SERP (la pagina dei risultati del motore di ricerca). In realtà ciò non solo rende la lettura noiosa, compromettendo l’esperienza degli utenti, ma può danneggiare anche il ranking e la reputazione del sito. 

Sempre a questo proposito, una pratica usata in passato, ma che oggi non è più valida, è quella di creare pagine multiple per inserire tutte le varianti della parola chiave allo scopo di conquistare traffico, oggi però Google è in grado di comprendere le variazioni semantiche delle parole quindi è bene evitare i duplicati per non incorrere nella cannibalizzazione delle SERP.

  1. Trascurare l’ottimizzazione tecnica dei contenuti

Una visibilità limitata nei risultati di ricerca può dipendere anche da una scarsa attenzione agli aspetti tecnici dell’ottimizzazione on-page. Elementi come le meta descrizioni, i titoli delle pagine e gli attributi alt delle immagini devono essere curati con precisione, poiché forniscono indicazioni fondamentali sia agli utenti sia ai motori di ricerca sul contenuto della pagina. Allo stesso modo, è importante che la struttura delle url sia chiara e leggibile, in modo da facilitare l’indicizzazione e contribuire a una migliore comprensione della gerarchia del sito. Un ruolo chiave lo giocano anche i link interni, che orientano la navigazione, favoriscono la permanenza degli utenti e aiutano i motori di ricerca a stabilire le priorità tra le pagine. Infine, un calendario editoriale ben organizzato permette di pubblicare contenuti aggiornati con costanza: non serve farlo continuamente, ma in modo regolare e coerente, così da generare coinvolgimento e incentivare la condivisione.

  1. Ignorare la velocità di caricamento del sito

Tra gli errori che rendono un sito poco SEO friendly c’è l’estrema lentezza. Se gli utenti devono aspettare troppo tempo per spostarsi da una pagina all’altra, tendono ad abbandonare il sito.

Per evitare che ciò accada è necessario prestare attenzione agli aspetti tecnici evitando, ad esempio, di utilizzare codici o immagini troppo pesanti. Il sito naturalmente deve risultare facilmente fruibile sia da desktop che dai dispositivi mobili, sempre più utilizzati per la navigazione, lo scopo è infatti quello di offrire una buona user experience in modo tale che gli utenti siano invogliati a restare e a ritornare. A tal fine, è opportuno prestare attenzione anche alla frequenza degli annunci interstitial (ovvero annunci a schermo intero che coprono l’interfaccia di un’app o di una pagina web), che risultano invasivi e fastidiosi ostacolando la fruizione dei contenuti.

  1. Affrontare la migrazione del sito senza un piano SEO

Alcuni errori SEO possono essere commessi anche durante il processo di migrazione del sito. Nel passaggio dal vecchio al nuovo portale è bene prestare attenzione ai contenuti duplicati, risolvere il più possibile i problemi di accessibilità rendendo le pagine fruibili anche dagli utenti con disabilità (nel rispetto dell’Accessibily Act, entrato in vigore in Italia il 28 giugno 2025, e soprattutto è necessario fare attenzione alla gestione dei redirect che potrebbero portare gli utenti ad atterrare su pagine inesistenti incappando nel il famoso errore 404. Questo si verifica, ad esempio, se cambia l’url delle pagine. Per evitare che ciò accada, è fondamentale disporre di una sitemap aggiornata dove trovare l’elenco di tutte le pagine del sito che vanno quindi controllate. Se per caso una pagina è stata eliminata, perché portava a un prodotto esaurito o un servizio non più erogato, si possono reindirizzare gli utenti verso la pagina di un prodotto o servizio simile. Quando questo non è possibile, la cosa migliore da fare è gestire l’errore con una pagina 404  personalizzata.

  1. Rinunciare al controllo dei risultati nel tempo

Il posizionamento del sito andrebbe monitorato nel tempo utilizzando appositi strumenti, come ad esempio Google Analytics (e non solo!) al fine di valutare sia i progressi che i peggioramenti. 

Una corretta e costante analisi delle performance, infatti consente di comprendere se le cose non vanno come dovrebbero e dà modo di intervenire tempestivamente apportando delle modifiche alle strategie messe in atto. Ad esempio, è necessario sapere esattamente quali sono le keyword posizionate e che generano più traffico organico e quali sono le pagine che invece perdono traffico, per poter eventualmente fare degli aggiornamenti o delle modifiche. 

La regola in più: rispettare le regole!

Come abbiamo accennato in precedenza, alcune bad practices messe in atto consapevolmente al fine di scalare le SERP possono rivelarsi controproducenti e penalizzare il rendimento del sito. 

Ci riferiamo ad esempio al tentativo di infrangere le regole imposte da Google nel tentativo di ingannare i suoi algoritmi. Un altro grave errore che si può commettere è quello di restare ancorati alle vecchie regole, gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google vanno infatti monitorati in modo frequente perché le modifiche apportate influenzano i risultati di ricerca e possono quindi variare alcuni parametri utili per il posizionamento. 

Costruire una strategia SEO efficace richiede tempo, competenze e un’attenta pianificazione. Può bastare un solo errore per penalizzare il sito generando una perdita di traffico e di potenziali clienti. Proprio per questo, se vuoi costruire una presenza solida sul web, conquistando nuovi target di clienti, la cosa migliore che puoi fare è affidarti a dei professionisti del settore che sappiano gestire al meglio la reputazione online della tua azienda. 

Scegliendo la consulenza SEO di MGvision puoi incontrare un team di esperti pronti a studiare per te un piano strategico di posizionamento SEO, che inizia proprio da un’analisi tecnica e approfondita del tuo sito al fine di individuare eventuali errori o margini di miglioramento. Monitorando nel tempo il rendimento e intervenendo quando necessario, possiamo assicurarti un incremento del traffico organico verso il tuo sito che ti consentirà di acquisire nuovi contatti, aumentare le vendite online e incrementare il tuo fatturato.

Vuoi avere maggiori informazioni? Vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci!

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