Come attirare clienti nel tuo ristorante grazie al web marketing

Strategie vincenti per ristoratori: come attirare clienti in un ristorante grazie al  digital marketing

Sei alla ricerca di idee su come attirare clienti in un ristorante? Se hai un locale già avviato e vuoi rilanciarlo, o se hai appena aperto la tua attività, quello di cui hai bisogno è una strategia promozionale efficace che riesca a intercettare il target di clienti giusto per te.

In un mondo sempre più digitale e connesso, dove immagini e recensioni fanno da preludio all’esperienza vera e propria sul posto, per riempire un locale bisogna andare ben oltre la qualità del cibo e del servizio. La capacità di attirare nuovi clienti è infatti determinata da una serie di fattori, primo fra tutti: la reputazione online

Se sei già presente in rete, ma ti sembra che questo non abbia alcun effetto positivo sul tuo business, probabilmente è arrivato il momento di “svecchiare” la tua strategia di web marketing o sceglierne addirittura una nuova. 

Vediamo quindi come attirare i clienti in un ristorante con delle azioni mirate.

Perché è importante consolidare la presenza online?

Prova ad aprire Google e fare una ricerca inserendo come parola chiave il genere di cucina che proponi nel tuo locale o la tua zona geografica. 

Il tuo ristorante compare nella prima pagina dei risultati? Se sì, perché gli utenti dovrebbero sceglierlo tra i competitor?

Se un tempo era sufficiente distribuire qualche volantino o comprare uno spazio pubblicitario su qualche giornale, oggi lo scenario è completamente cambiato. La promozione di un’attività commerciale, anche nel settore della ristorazione, passa soprattutto attraverso il web.

I clienti si affidano ai motori di ricerca e alle opinioni online per scegliere i ristoranti in cui mangiare, prediligendo quelli che hanno una presenza in rete forte e scartando di conseguenza tutti gli altri.

Oggi le prenotazioni vengono effettuate sempre più spesso tramite i canali digitali, quindi nessuna attività di ristorazione può prescindere da un sistema moderno che faciliti l’esperienza del cliente, ancora prima che arrivi nel locale. 

Se non vuoi rimanere nell’ombra è arrivato quindi il momento di consolidare la tua presenza in rete per farti notare ed emergere tra la concorrenza. 

Come attirare i clienti in un ristorante con la giusta strategia di digital marketing 

Il web marketing ci propone diversi strumenti validi per promuovere un ristorante, migliorare la sua visibilità online e intercettare il target di clienti giusto. 

Le opzioni possono essere più di una, per definire la strategia da seguire devi analizzare le statistiche e trend del momento per capire quali sono le esigenze e i bisogni del tuo target di riferimento. 

Ecco quindi quali sono alcuni dei principali strumenti che possono aiutare il tuo ristorante a migliorare la sua visibilità online allo scopo di attirare più clienti.

  1. Un sito web ottimizzato. Il sito web è il biglietto da visita del tuo ristorante ed è lo spazio dove puoi presentare i punti di forza della tua attività. Punta su un sito pulito, semplice da navigare e che sia mobile friendly, cioè fruibile anche da smartphone. Aggiungendo tra le pagine anche un blog potrai sfruttare questo spazio per far conoscere ai clienti chi sei e come lavori, presentare lo staff e mostrare attraverso belle immagini i piatti che si possono gustare presso il tuo ristorante. Il blog è anche un importante strumento di inbound marketing, utile a ottimizzare il sito in ottica SEO, per posizionarlo tra i primi risultati di ricerca. Si tratta di una strategia a lungo termine per incrementare la visibilità online rispetto ai competitor.
  2. La local SEO. Una buona idea è adottare una strategia di local SEO per geolocalizzare le ricerche degli utenti e aiutarli a trovare il tuo locale in base all’area geografica e alla proposta culinaria. Tale risultato si ottiene attraverso un’ottimizzazione tecnica del sito e mettendo in atto una campagna di Content Marketing capace di attirare l’attenzione con contenuti originali, supportati da foto e video di qualità e diffusi attraverso canali come il sito web o i social.
  3. Le campagne Google Ads. Se vuoi ottenere risultati nel breve periodo il modo migliore per aumentare la visibilità in rete del tuo ristorante è investire in una campagna di pubblicità a pagamento su Google Ads. Una campagna di advertising deve essere studiata dal punto di vista tecnico scrivendo l’annuncio in base a parole chiave specifiche, creando banner display accattivanti e decidendo una strategia di destinazione dei click. Bisogna poi monitorare nel tempo i risultati ottenuti per valutare il ROI (Ritorno sugli investimenti) e decidere come comportarsi di conseguenza, se proseguire con la campagna o modificare qualcosa. Oggi con queste campagne è possibile veicolare gli utenti direttamente sulla scheda myBusiness del ristorante, per avere più informazioni sul locale, vedere le indicazioni stradali e contattarlo. E nel caso di dubbi sull’effettiva efficacia di queste campagne, è possibile perfino scaricare un report mensile sulle chiamate ricevute grazie alla pubblicità su Google, i numeri di telefono di chi ha chiamato e la durata delle singole telefonate. In questo modo è possibile valutare con attenzione il numero di prenotazioni ottenute.
  4. Una landing page ben ottimizzata. La landing page a differenza del sito si compone di un’unica singola pagina web dove gli utenti arrivano dopo essere stati indirizzati da un annuncio di Google Ads, da un’inserzione a pagamento sui social o cliccando su un link inserito in una newsletter. I dati riportati sulla landing page sono pochi e chiari, lo scopo di questa pagina è spingere gli utenti a compiere una specifica azione come lasciare la loro e-mail, effettuare una prenotazione o ordinare pasti a domicilio. 
  5. Una buona strategia social. I social, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità, sono degli ottimi spazi virtuali dove si possono incontrare potenziali clienti e fidelizzare quelli acquisiti. Attraverso la gestione strategica delle tue pagine social puoi pubblicizzare l’attività del ristorante, informare su variazioni o novità del menù oppure su eventi in corso. Puoi sfruttare le pagine anche per pubblicare i post del tuo blog, far crescere la visibilità del tuo ristorante e per dare agli utenti l’opportunità di prenotare anche attraverso questi canali.

Particolarmente efficaci sono poi i video brevi, che ritraggono piatti speciali del ristorante, ricette, atmosfere romantiche o situazioni divertenti.

Strategie di web marketing: come scegliere quella che fa al caso tuo?

Quelle che ti abbiamo elencato sono solo alcune strategie di web marketing che possono rivelarsi utili a promuovere l’immagine del tuo ristorante, aumentare la sua visibilità online e di conseguenza le prenotazioni.

Le idee su come attirare i clienti in un ristorante possono infatti essere molte altre. Un esempio è l’e-mail marketing, una strategia che prevede l’invio di newsletter periodiche ai clienti acquisiti o a quelli che lasciano i loro dati tramite i social, iscrivendosi alla landing page o dopo aver cliccato su un annuncio Google Ads. Si può anche pensare all’invio di SMS da internet o avviare collaborazioni sui social con dei food blogger.

Se vuoi far crescere il tuo business sfruttando le potenzialità offerte dal web marketing la cosa migliore che puoi fare è affidarti ad un team di professionisti che sappiano individuare i canali giusti su cui investire tempo e risorse.

Noi di MGvision possiamo studiare per te un piano strategico di azione per migliorare la reputazione online del tuo ristorante e aiutarti a conquistare nuovi clienti. Per capire se la campagna che abbiamo messo in atto è davvero efficace, monitoriamo il comportamento degli utenti in base a strumenti di web analytics avanzati che ci aiutano a comprendere quante persone arrivano sul tuo sito e da quali canali, quanti sono i click sui banner di una campagna pubblicitaria e da dove arriva il maggior numero di prenotazioni. 


Vorresti saperne di più? Richiedi la nostra consulenza di web marketing!

Comunicazione visiva: quanto contano le immagini in una strategia di marketing?

Comunicazione visiva nel marketing: come creare campagne virali sfruttando le potenza delle immagini

Chiudi gli occhi e prova a pensare ad alcuni brand famosi come Nike, Dior, Lacoste. Se riesci ad associare ad ognuno di essi almeno un logo o un’immagine, allora stai già sperimentando il potere della comunicazione visiva nel marketing.

Di certo sarà capitato anche a te di soffermarti a guardare una fotografia su internet o su un volantino, e magari proprio ciò ti ha spinto a leggere il messaggio pubblicitario accanto. Le immagini, infatti, riescono a catturare la nostra attenzione, suscitando in noi un interesse che ci invita ad approfondire. Talvolta poi, sono proprio esse stesse a raccontare tutto, senza bisogno di parole.

Oggi, questa tendenza è sempre più evidente: foto, grafiche e video vengono sfruttati per rappresentare la realtà in modo metaforico.

La comunicazione visiva risulta infatti particolarmente efficace perché si basa su un linguaggio universale che non conosce barriere linguistiche: il messaggio arriva subito, suscita emozioni e viene interiorizzato e memorizzato in modo inconscio. 

Questo avviene perché il nostro cervello impiega in media solo 100 millisecondi per processare un’immagine, un tempo davvero brevissimo durante il quale riusciamo a elaborare e memorizzare dimensioni, colori e illuminazione della foto osservata.

Non è quindi un caso che comunicazione visiva e pubblicità siano da sempre strettamente correlate, anche da prima dell’evoluzione digitale.

Comunicazione visiva e marketing aziendale: come sfruttare la forza delle immagini

La comunicazione visiva nel Digital marketing si rivela indispensabile per catturare l’attenzione degli utenti online perché consente di trasmettere il messaggio in modo più efficace e i risultati che si possono raggiungere sono sorprendenti: attraverso il messaggio visivo è possibile, infatti, consolidare la brand identity e differenziare l’attività aziendale da quella dei competitor. 

Scegliendo immagini dal forte impatto, che siano coerenti con la Vision e la Mission aziendale, è possibile trasmettere un messaggio con forza ed efficacia. Ma non solo!

Ecco quali sono i vantaggi delle immagini in una strategia di marketing:

  • le barriere linguistiche vengono superate. Le immagini possono essere comprese da persone di lingue e culture diverse, permettendo una trasmissione immediata dei messaggi.
  • I contenuti sono più chiari. Nelle pubblicità, sui social e sui blog, gli elementi visivi rendono i contenuti più diretti e coinvolgenti, invogliando la lettura. Le immagini li arricchiscono e li rendono piacevoli, con l’aiuto anche della formattazione, ovvero l’uso di grassetti, sottolineature e colori.
  • Aumentano le conversioni. Gli elementi visivi stimolano una reazione in chi li osserva, suscitano emozioni e aumentano le probabilità che gli utenti si trasformino in clienti. 
  • Migliora la brand identity. Attraverso le immagini si assottiglia la distanza tra brand e clienti e aumenta la visibilità dell’azienda.

Quali sono le basi del Visual Content marketing: perché le immagini valgono più delle parole

Le aziende e i brand si affidano sempre di più alla comunicazione visiva e al marketing per avvicinare potenziali clienti e aumentare la fiducia di quelli già acquisiti. 

Attraverso l’uso di immagini, video e infografiche, è possibile presentare in modo più efficace prodotti e servizi e creare al tempo stesso un legame emotivo con il pubblico che aumenta il coinvolgimento e l’interesse verso l’attività dell’azienda. Il Visual Content marketing si rivela quindi un’ottima strategia per incrementare l’engagement e costruire una relazione duratura con il target.

Si possono, ad esempio, creare video per illustrare il funzionamento di un prodotto o servizio, oppure grafiche digitali per progetti di comunicazione creativi. L’obiettivo è sempre quello di migliorare la capacità del brand di raccontarsi e di raccontare la sua storia, per suscitare emozioni, umanizzare l’azienda e aumentare il senso di appartenenza dei clienti ai suoi valori.

In particolare sono i 4 tipi di contenuti visivi che si possono utilizzare nella comunicazione aziendale:

  1. Immagini. Aumentano la percentuale di click su un articolo, un post o un banner pubblicitario invogliando a leggere il contenuto. Inoltre, come già accennato, gli elementi visuali migliorano la user experience rendendo più agevole la lettura dei testi.
  2. GIF. Sono fotografie animate, o video di pochi secondi che riproducono un piccolo movimento. Questo contenuto visivo ottiene un alto livello di gradimento da parte degli utenti i quali sono spesso invogliati a condividerlo. Proprio per questo le GIF si usano spesso  nelle campagne DEM, o su Facebook. 
  3. Infografiche. Sono informazioni visive grafiche che sostituiscono di fatto i testi, risultando maggiormente comprensibili dagli utenti. Si usano pertanto per rendere più semplice la spiegazione di alcuni argomenti, specialmente quando è necessario presentare dei dati.
  4. Video. Molti brand puntano sui video per rafforzare la loro identità e coinvolgere i clienti. Se ben realizzati, i video possono infatti essere percepiti più come una forma di intrattenimento che come messaggi promozionali.

Case history: 3 campagne di visual marketing di successo 

Esaminando le campagne di marketing messe in atto dai grandi brand emerge chiaramente l’utilizzo strategico dei contenuti visuali per catturare l’attenzione, orientare le decisioni di acquisto, rafforzare il brand e aiutarlo a distinguersi dalla concorrenza.  Ecco alcuni casi di successo:

  • Benetton e la campagna “You can be everything”. Se c’è un’azienda che da sempre si è distinta per il sapiente uso delle immagini a sostegno delle cause sociali e per la capacità di far emergere la propria Vision è questa. Nel 2022, per sostenere un piano di rilancio aziendale, ha lanciato, sia online che offline, la campagna “You can be everything“. Si trattava di una serie di immagini con sfondo neutro dove a spiccare erano i colori vivaci dei capi, indossati indifferentemente da uomini e donne. Un’idea semplice quanto geniale, perfetta per trasmettere un messaggio chiaro: ognuno è libero di esprimere se stesso, con le proprie ambizioni e fragilità, sempre vestendo Benetton.
  • Dove e il progetto #ShowUs.  Il brand ha da sempre sposato il messaggio della Body Positivity anche grazie a una strategia di Content marketing vincente. Nel 2009, ha realizzato #ShowUs, una delle sue campagne social di maggior impatto, pubblicando più di 5.000 immagini non ritoccate di donne di vari ceti sociali e Paesi. L’obiettivo di Dove era fornire alle donne canoni di bellezza realistici e non stereotipati, invitandole a sentirsi belle con il proprio corpo. Il messaggio è stato apprezzato e ha permesso alle consumatrici di sentirsi più legate al marchio.
  • Disney+ e Baby Yoda. Per focalizzare l’attenzione sul lancio della serie tv “The mandalorian”, ambientata nell’universo di Star Wars, e invogliare i clienti a sottoscrivere l’abbonamento alla piattaforma, Disney ha deciso di puntare su una campagna social. Per trovare un’immagine di impatto che spiccasse tra i vari contenuti ha scelto il personaggio più famoso della saga, cioè Yoda, e lo ha modificato facendolo diventare bambino. La figura è diventata un meme che è stato ricondiviso dai fan in tutto il mondo. 

Quali sono le immagini giuste per la tua campagna di marketing?

Vuoi conquistare l’attenzione degli utenti sfruttando le potenzialità del Visual Content Marketing

Come abbiamo visto, un’immagine ben studiata può veicolare un messaggio complesso nell’arco di pochi secondi e rimanere impressa nella mente, distinguendo un brand e rendendolo riconoscibile. 

In un mercato dove la concorrenza è molta, una campagna di visual marketing si rivela quindi un investimento strategico per raggiungere obiettivi di business concreti e misurabili. 

Gli elementi da considerare sono molti e nulla può essere lasciato al caso, ecco perché la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza di web marketing affidandoti a dei professionisti del settore. 

Il nostro team di esperti in MGvision può sviluppare la strategia giusta per migliorare la presenza online del tuo brand attraverso una narrazione visiva efficace.

Raccontaci quali sono i tuoi obiettivi e insieme troveremo la strada giusta per raggiungerli: vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci!

Cosa scrivere in una newsletter? 7 idee per contenuti coinvolgenti

Cosa scrivere in una newsletter efficace: consigli utili per un perfetto copywriting

Da qualche mese invii con cadenza regolare delle mail alla tua community di clienti, ma non hai raggiunto i risultati desiderati, oppure stai pensando di sfruttare le potenzialità dell’e-mail marketing, ma non hai idea di cosa scrivere in una newsletter?

Riuscire a dialogare in modo diretto con il proprio target di riferimento è molto importante per le aziende e, nel grande panorama delle strategie di marketing che si possono mettere in atto, l’invio di newsletter è non solo il metodo più economico, ma spesso si rivela la scelta migliore per avvicinarsi al proprio pubblico, poiché aiuta a sviluppare una relazione one to one

Se impostate correttamente, le newsletter garantiscono infatti ottimi risultati, contribuendo ad incrementare le vendite e favorendo una relazione più forte tra brand e consumatori.

Si tratta quindi di uno strumento tanto semplice quanto potente, che riesce a catturare l’attenzione del target giusto e che può essere utilizzato a scopi informativi o promozionali. Proprio per questo, il suo contenuto deve essere studiato con attenzione, senza lasciare alcun dettaglio all’improvvisazione.

Vediamo quindi cosa scrivere in una newsletter affinché sia davvero efficace.

7 idee per newsletter dai contenuti efficaci e coinvolgenti

Le newsletter vengono inviate con cadenza periodica a una lista di destinatari che viene pre-costruita anche grazie ai form di iscrizione presenti nelle pagine web del sito aziendale. Analizzando vari esempi di newsletter di successo possiamo facilmente intercettare delle caratteristiche ricorrenti, prime fra tutte la semplicità e l’usabilità

Oggi, infatti, le persone sono letteralmente bombardate da una moltitudine di informazioni, il che porta a due conseguenze:

  • è difficile far emergere il proprio messaggio tra quelli dei vari competitor;
  • la soglia di attenzione degli utenti è sempre più ridotta.

Questo significa che, una volta individuato il target di riferimento e definiti gli obiettivi da raggiungere, per scrivere newsletter efficaci bisogna essere chiari e andare dritti al punto

I contenuti da inviare in un’e-mail possono essere di vario tipo: articoli del blog aziendale, informazioni sul business o promo di un prodotto o servizio. L’importante è definire in anticipo una strategia attraverso la creazione di un piano editoriale scadenzato nel tempo e che sappia sfruttare particolari eventi o periodi dell’anno, come Natale o Black Friday.

Fatto ciò, è bene pensare al testo da inviare.

Ecco quindi cosa scrivere in una newsletter per renderla, efficace e a quali elementi prestare attenzione:

  1. Il nome della newsletter. Individuare il nome giusto per la newsletter può non essere semplice, ti consigliamo però di dedicare tempo a questo passaggio per trovare un nome accattivante, semplice da ricordare e memorabile, che aiuti la tua e-mail a spiccare tra tante. 
  2. Il campo oggetto. È il primo elemento che salta agli occhi destinatari, quindi, oltre ad essere pertinente al contenuto del messaggio, deve anche essere “attraente” per incuriosire e invogliare alla lettura. Evita l’uso del carattere maiuscolo, che online è percepito come “urlato”, così come l’abuso di punti esclamativi, emoji, parole come “gratis”, “guadagnare” e CTA troppo aggressive che possono far sembrare la mail uno spam.
  3. Il pre-header. Alcune caselle di posta e alcuni servizi di e-mail marketing offrono la possibilità di scrivere un sommario con l’obiettivo di incrementare l’open rate, ossia il tasso di apertura dei messaggi. Il pre-header si trova generalmente dopo il campo oggetto e si può scrivere un breve testo perchè lascia spazio solo per massimo 100 caratteri. Devi però fare attenzione a non inserire parole che siano ripetizioni di quelle già scritte nell’oggetto o alcune che potrebbero essere intese come spam. 
  4. Il copy. La newsletter è uno strumento utilizzato per dialogare in modo diretto con i clienti. Il testo del messaggio deve quindi essere semplice e comprensibile, scritto con un tono di voce coerente con quello dell’azienda e in linea con la brand identity e la comunicazione corporate. La regola del “less is more” è fondamentale: una soglia di attenzione bassa richiede messaggi minimali, che conferiscano semplicità al testo e ne migliorino la comprensione, così da aumentare le possibilità che i destinatari compiano l’azione desiderata.
  5. I contenuti multimediali. Se fino a poco tempo fa veniva sconsigliato inserire immagini o video nel corpo della mail perché appesantivano la newsletter andando a incidere negativamente con i risultati della campagna, oggi il trend è cambiato. I contenuti multimediali infatti attirano maggiormente l’attenzione di chi legge, rafforzano il contenuto del copy e hanno un maggiore impatto a livello visivo. Il tipo di contenuto deve essere scelto in base al target di riferimento e in considerazione del tono di voce del brand che ispira anche la grafica della newsletter. Se, ad esempio, la newsletter ha un taglio informativo è opportuno inserire delle infografiche. Attenzione però a non esagerare inserendo troppi elementi che rischiano di togliere spazio al testo. 
  6. Il design e il layout. Dal punto di vista grafico la newsletter deve essere accattivante e rispecchiare lo stile del brand. Il layout, cioè la disposizione di testo ed elementi visuali, deve risultare pulito, favorire la lettura ed essere semplice da navigare.
  7. La call to action (CTA). Si tratta di un invito all’azione, un testo cliccabile da inserire al termine del corpo della mail per spingere gli utenti a visitare un sito web, condividere la newsletter o acquistare un prodotto, in base allo scopo che determina l’invio delle comunicazioni.

Al termine della mail devi poi ricordare di inserire il consenso espresso, che è fondamentale per creare una lista di contatti idonea ed è inoltre obbligatorio, in base alle direttive del Garante della Privacy. L’e-mail marketing deve rispettare le volontà degli utenti e contenere sempre un link per la disiscrizione lasciandoli quindi liberi di scegliere se ricevere o meno le comunicazioni. Nel rispetto della trasparenza, va poi inserito l’indirizzo e-mail di riferimento dell’azienda per eventuali necessità di contatto. 

3 esempi di newsletter vincenti: i casi di Apple, Canva e Airbnb

L’invio di newsletter personalizzate, rispetto a dei messaggi automatizzati, è la chiave giusta per incrementare l’engagement dei lettori, poiché aumenta il livello di efficacia del testo. 

Il modo più semplice per personalizzare un messaggio è includere il nome del destinatario, si possono poi analizzare i dati comportamentali degli utenti dividendoli in gruppi per interessi o localizzazione geografica allo scopo di inviare newsletter ancora più mirate. 

L’attenzione per i dettagli migliora la percezione del brand, ad esempio l’invio di e-mail in occasione del compleanno, magari con sconti o inviti, contribuisce a rafforzare ulteriormente il legame con il proprio pubblico. 

Queste semplici tecniche sono state ben comprese dai grandi brand che inviano newsletter periodiche o in occasione di eventi particolari. Ecco qualche esempio:

  • Apple ha studiato una newsletter in linea con la brand identity aziendale, con fondo bianco, testo minimal a illustrare immagini di prodotto. Vincente è il contrasto tra il nero del testo con i colori brillanti dello schermo dell’iMac e infine, poche informazioni, ma di rilievo per chi è interessato all’acquisto dei prodotti: punti di forza, permuta del vecchio pc, accessori unici a completare l’offerta.
  • Canva, nonostante si occupi di progettare contenuti grafici multimediali, ha scelto di puntare sulla semplicità con testi concreti e senza fronzoli, preceduti da titoli chiari che lasciano intendere da subito il contenuto del messaggio. Il testo è stato distribuito in colonne per facilitare la lettura e dopo la call to action è stato inserito un elemento animato a supporto del testo per incuriosire di più il lettore e spingerlo all’azione. 
  • Airbnb, operando nel settore dei viaggi, ha scelto di far precedere il testo da un’immagine per puntare sul taglio esperienziale. Ai titoli brevi e concisi seguono messaggi scritti in tono caldo ed empatico. La newsletter è stata divisa in sezioni, ognuna dotata di titolo, breve testo e CTA per rispondere a esigenze specifiche, mentre al termine del messaggio, in linea con il tono di voce aziendale, è stata inserita una frase calorosa e amichevole.

E adesso tocca a te creare la tua newsletter dall’effetto wow!

Questi che ti abbiamo elencato sono solo alcuni esempi di come può essere studiata una newsletter efficace. Ovviamente la scelta della grafica e del testo va adattata in base al caso specifico, nel rispetto del tono di voce aziendale e della sua brand identity.

Se anche tu vuoi iniziare a sfruttare le potenzialità dell’e-mail marketing, ma non sai cosa scrivere in una newsletter per creare contenuti di valore per il tuo pubblico, noi di MGvision possiamo consigliarti più di una strategie vincente.

I nostri esperti di marketing, copywriter e creativi sono pronti a studiare per te una campagna di comunicazione efficace, finalizzata al raggiungimento di risultati concreti e monitorabili.

Contattaci per saperne di più, oppure richiedi un preventivo gratuito, il nostro staff è a tua disposizione! 

Generazioni X, Y e Z: come rivolgersi al target nel modo giusto

Cos’è il Marketing generazionale e come stabilisce un rapporto con le generazioni X, Y e Z

Come è cambiato il modo di comunicare delle aziende nel tempo e quali sono le sfide attuali per costruire e far crescere un business? 

Se vendi prodotti o servizi, sai bene quanto sia importante raggiungere e dialogare con il tuo target di clienti. Il mercato tuttavia oggi è caratterizzato da una forte segmentazione che talvolta rende difficile identificare e di conseguenza rivolgersi a un pubblico ben definito. 

Il marketing generazionale, o generational marketing, in questo contesto interviene con l’obiettivo di colmare la lacuna e rappresenta una strategia efficace a servizio delle imprese per consentire loro di interagire in modo efficace con le generazioni X, Y e Z, tenendo conto delle peculiarità di ognuna. 

Perché il marketing digitale dovrebbe tenere conto delle diverse generazioni?

L’innovazione tecnologica e la diffusione dei social media hanno completamente rivoluzionato il settore della comunicazione. Se da un lato sono aumentati i canali e gli spazi per poter interagire e diffondere il proprio messaggio, il rovescio della medaglia è che attirare l’attenzione delle persone giuste è sempre più difficile

Gli utenti si collegano ai social media per scopi differenti: c’è chi li usa per seguire le notizie, chi li considera una fonte di intrattenimento, chi uno spazio per il confronto e la discussione.

I comportamenti online, i luoghi virtuali frequentati e i contenuti digitali fruiti sono differenti in base al tipo di utente. Per fare un paio di esempi: un over 60 di certo non seguirà uno streamer su Twitch e un adolescente difficilmente cercherà informazioni su X. 

Per le aziende che mirano a strutturare una comunicazione efficace è quindi fondamentale capire in che modo si comportano i diversi gruppi anagrafici nell’arena digitale e in quali canali è più facile trovarli. 

Caratteristiche, peculiarità e differenze delle generazioni X, Y e Z

Le attitudini, i valori e i comportamenti delle persone sono plasmati da eventi, tendenze culturali e sviluppi tecnologici vissuti in un determinato arco temporale. Una “generazione” è questo: un gruppo demografico definito dal periodo di nascita e accomunato da influenze e fasi di vita simili. 

Ovviamente, non tutte le generazioni possono essere considerate interessanti ai fini del marketing digitale, ad esempio i cosiddetti “Boomer”, cioè i nati tra il 1946 e il 1964, ovvero dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, oggi rappresentano la fascia delle terza età, persone tendenzialmente a disagio con l’uso della tecnologia, proprio per questo, la nostra attenzione si concentra principalmente sulle successive generazioni X, Y e Z che, insieme, rappresentano la gran parte del mercato dei consumatori. 

Generazione X: i pionieri della tecnologia

Rientrano nella generazione X i nati tra il 1961 e il 1980, ad oggi il segmento più ampio della popolazione italiana. Non sono nativi digitali, ma hanno acquisito dimestichezza con le innovazioni tecnologiche, hanno vissuto eventi storici importanti come la caduta del muro di Berlino o l’attentato alle Torri Gemelle.

L’80% di questa generazione ha più profili social e usa la tecnologia al pari dei millennial, non bisogna dimenticare, infatti, che proprio loro hanno aperto la strada alle moderne innovazioni tecnologiche di cui sono stati pionieri.

Gli appartenenti alla generazione X apprezzano i messaggi veloci e navigano in rete per cercare informazioni, tra i social prediligono X e Facebook

Per arrivare a loro è necessario impostare una strategia di comunicazione che:

  • miri a instaurare un rapporto di fiducia fornendo informazioni reali e precise:
  • ponga attenzione sulla brand reputation (perché danno molto valore al passaparola);
  • sfrutti canali come e-mail, sms e tv.

Conquistare questo segmento di pubblico significa fare breccia su un’importante fetta di mercato, ma è fondamentale offrire esperienze personalizzate e puntare su qualità e valore aggiunto dei prodotti o servizi proposti.

Generazione Y: i millennial che vogliono emozionarsi

Sono i famosi Millennial, nati tra il 1981 e il 1995. Hanno appreso la tecnologia in modo spontaneo, anche se è l’ultima generazione “non digitale”, per loro è normale confrontarsi con i social media, dialogano con persone che si trovano dall’altra parte del mondo, sono cresciuti nel concetto di globalità. Si connettono per molto tempo, quindi hanno meno contatti umani e sono più multitasking rispetto alla precedente generazione. I social che prediligono sono Facebook, YouTube e Instagram.

Una buona strategia di comunicazione e marketing per Millennial dovrebbe:

  • puntare su contenuti autentici che emozionino e divertano;
  • promuovere il dialogo con il brand perché è particolarmente apprezzato l’unconventional marketing e lo storytelling;
  • considerare che la maggior parte delle connessioni avviene via smartphone e non da pc, pertanto è meglio prediligere i canali mobile friendly e l’uso delle App.

Gli appartenenti alla generazione Y tendono a diventare consumatori fedeli se si riconoscono nei valori del brand. È il target di clienti più semplice da raggiungere perché ha una maggiore propensione all’interazione ed è più propenso a definire abitudini stabili. 

Generazione Z: i nativi digitali che definiranno il futuro

I nati tra il 1996 e il 2010, appartengono alla prima generazione mobile-first, sono i cosiddetti “nativi digitali” sempre connessi, passano con scioltezza da un dispositivo all’altro. Hanno alte aspettative, apprezzano la personalizzazione, ma la loro attenzione si esaurisce dopo circa 8 secondi, anche per via dell’eccesso di messaggi promozionali che gli vengono proposti online. 

Una strategia di comunicazione che miri a raggiungere la generazione Z dovrebbe:

  • prediligere un linguaggio schietto e diretto;
  • usare foto e video d’impatto per catalizzare l’attenzione nei primi secondi;
  • sfruttare canali di comunicazione più moderni, come ad esempio Tiktok.

Gli appartenenti alla generazione Z cercano in rete informazioni sui prodotti, si lasciano conquistare dai trend del momento seguendo spesso i consigli di blogger e influencer, non sono pertanto consumatori fedeli, ma hanno un grande potenziale perché lasciano feedback online e scrivono recensioni. 

Come raggiungere i consumatori di ogni età grazie al marketing generazionale

Nella società odierna le generazioni X, Y e Z convivono, ognuna con le proprie peculiarità, esigenze e aspettative. Per interagire con loro, brand e inserzionisti devono calibrare la propria comunicazione andando a toccare temi che risultano interessanti per il target specifico.

Il marketing generazionale è una strategia che tiene conto di questa segmentazione e che consente di sviluppare messaggi e contenuti ad hoc per le diverse generazioni di consumatori. 

Il presupposto è che i brand non possono più puntare su campagne di comunicazione uniformi, devono invece promuovere i vari prodotti facendo leva su ganci emozionali e valoriali differenti.

Sappiamo ad esempio che la generazione X  è attenta al rapporto qualità-prezzo perché ha vissuto periodi di crisi: per arrivare a questo target si rivelano dunque efficaci campagne pubblicitarie che propongono offerte, programmi fedeltà, puntano sul risparmio e sulla convenienza. Una particolare attenzione va riservata al linguaggio e al tono di voce, la generazione X, infatti, apprezza i messaggi sintetici ed efficaci in cui vengono proposte soluzioni che possano facilitare la vita frenetica di tutti i giorni.

I Millennial, invece, sono molto attenti alle cause ambientaliste e sono propensi a condividere storie sui propri social quando ne sposano i valori: il modo migliore per raggiungerli è quindi quello di sfruttare le campagne social.

Per arrivare alla generazione Z è necessario, infine, puntare su contenuti creativi e coinvolgenti, offrire intrattenimento, ma anche spunti di riflessione. Sicuramente risulta vincente usare una strategia di marketing inclusivo, che ponga attenzione all’inclusione alla gender equality e alla body positivity.

Vuoi cogliere questa sfida, ma non sai da dove iniziare per strutturare una campagna di comunicazione che tenga conto delle esigenze, delle diversità e delle aspettative delle diverse generazioni di consumatori? Noi di MGvision siamo pronti ad aiutarti!

Possiamo studiare per il tuo brand soluzioni originali e creative, migliorare la visibilità online della tua azienda e farla emergere rispetto ai competitor. 

Richiedendo la nostra consulenza di Content Marketing puoi raggiungere il tuo target di clienti e conquistarlo con contenuti di valore. 

Grazie all’esperienza maturata in oltre 15 anni di attività e alla continua formazione del nostro team, abbiamo maturato le competenze necessarie per supportare le aziende come la tua nel promuovere la propria immagine sul web e conquistare sempre più clienti. 

Hai voglia di conoscerci? Contattaci per fissare un appuntamento! 

Che differenza c’è tra brand awareness e reputation e come incrementarle

Come diventare popolari sul web curando brand awareness e brand reputation 

Cosa sono la brand awareness e la brand reputation? E perché sono due elementi davvero importanti per far crescere il tuo business? 

In un mercato ricco e frammentato, dove la competizione è molto alta, ogni azienda, piccola o grande che sia, ha bisogno di affermarsi diventando riconoscibile e rendendo iconici i propri prodotti agli occhi dei consumatori. Se questo è un passaggio fondamentale per costruire una certa notorietà, non è l’unico che permette di incrementare le vendite: il marchio e i prodotti ad esso collegati devono essere percepiti infatti come di valore e di qualità.

Come fare? È proprio in tale contesto che si inseriscono i concetti di brand awareness e brand reputation:

  • la brand awareness è il grado notorietà di un marchio rispetto al suo target di clienti di riferimento;
  • la brand reputation riguarda il modo in cui l’azienda e i suoi prodotti o servizi vengono percepiti e di conseguenza definisce il suo livello di apprezzamento nel target di clienti di riferimento. 

Brand awareness vs reputation: quale delle due è più importante?

I due concetti non sono né indipendenti né contrapposti, ma si alimentano a vicenda: un brand con una buona reputazione è un brand noto e facilmente identificabile nel mercato. Questo si traduce in un circolo virtuoso in cui aumentano le vendite e i clienti soddisfatti generano un passaparola positivo che, di conseguenza, consolida ulteriormente la reputazione del brand.

In generale possiamo affermare che più la brand awareness è forte, più il marchio riesce ad essere riconoscibile nella mente dei consumatori, anche in contesti molto concorrenziali e in cui vi sono prodotti simili. 

Ma per incrementare la propria notorietà, bisogna lavorare su più livelli e trasmettere valori e obiettivi condivisibili dal proprio pubblico ideale. Se un brand diventa familiare è più facile che i clienti lo inseriscano nel loro “consideration set”, ossia tra i marchi che prendono in considerazione quando devono soddisfare un’esigenza.

È facile comprendere quindi che non vi può essere una brand awareness valida in assenza di una brand reputation di valore.

Il lavoro di costruzione della brand reputation deve quindi essere fatto a monte. Consolidare la percezione del marchio tra gli stakeholders, cioè le persone che entrano in contatto con l’azienda in qualche modo, compresi dipendenti o fornitori, non è tuttavia un processo semplice, in quanto è strettamente connesso con i giudizi, le valutazioni e anche le aspettative personali.

Il rispetto e la fiducia nei confronti dell’azienda sono il risultato anche del modo in cui arrivano al target una serie di fattori come:

  • la storia dell’azienda, il suo profilo etico e i suoi obiettivi di business;
  • le strategie comunicative e i canali scelti per veicolare i propri messaggi;
  • le azioni e l’impegno dell’azienda all’esterno nel contesto sociale e ambientale;
  • la stabilità finanziaria;
  • il livello di innovazione;
  • l’autorevolezza guadagnata e i risultati ottenuti.

La reputazione di un brand, in sostanza, aiuta l’azienda a rafforzare la propria identità e a distinguersi, ma è anche espressione della sua storia, del suo impegno, dei suoi obiettivi futuri, del modo in cui può soddisfare i bisogni delle persone. 

Come costruire e migliorare brand awareness e brand reputation? 

Le strategie da mettere in atto per migliorare brand awareness e reputation possono essere molte, quelle giuste vanno individuate in base al caso specifico. 

Per migliorare la brand awareness tutti gli strumenti utilizzati devono portare a una comunicazione coerente con l’identità e l’immagine dell’azienda e fare in modo che questa non solo venga ricordata, ma anche apprezzata. Grande attenzione va data quindi alla scelta dei canali attraverso i quali veicolare i messaggi che possono essere diversi, dai media tradizionali, ai siti web, ai blog, alle newsletter, alle pubblicità su Google o sui Social Network, alle strategie SEO e SEM. 

Per aiutare le persone a ricordare il brand è inoltre necessario studiare un logo, o se presente, rinnovare quello esistente, accompagnandolo a un payoff d’impatto. La campagna di comunicazione non può poi prescindere dalla definizione di uno storytelling efficace per arrivare al cuore dei clienti raccontando l’azienda e il brand in modo empatico.

Le premesse utili e necessarie che consentono di costruire una buona reputazione sono:

  • offrire prodotti e servizi di qualità;
  • investire in tecnologia e innovazione per dimostrare di essere al passo con i tempi;
  • coltivare una cultura aziendale interna basata sulla soddisfazione dei dipendenti;
  • sposare cause ambientali o sociali

Per promuovere l’attività e il marchio in rete e migliorarne reputazione e awareness, un altro strumento fondamentale è l’attività di Digital PR in cui rientrano tutte le strategie e gli strumenti messi in atto per aumentare la presenza online e migliorare la reputazione di un brand o per far conoscere un prodotto o un servizio. Investire nelle Digital PR permette di raggiungere un vasto pubblico in poco tempo e si concretizza con la pubblicazione di articoli, comunicati stampa, post, contenuti ad hoc finalizzati ad aumentare la fiducia nel marchio. 

Lo scopo è creare una presenza in rete positiva, scegliendo con cura gli spazi e i canali per veicolare ogni singolo messaggio, interagendo quindi con giornalisti, ma anche con blogger o influencer. Integrando questa attività con altre strategie come la SEO è poi possibile intercettare il giusto target di clienti, massimizzando i risultati e ottimizzando i costi della campagna.

Per accrescere la reputazione di un brand la comunicazione non può essere a senso unico; è infatti importante monitorare costantemente le opinioni dei clienti attraverso le recensioni che lasciano e interagire con loro sui social attraverso i commenti sui post. Si tratta di una strategia win-win in cui l’azienda può dimostrare interesse nei confronti e al tempo stesso reperire informazioni utili sull’andamento della campagna di comunicazione. 

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Come avrai compreso, ci sono molti modi per rendere più forte la presenza sul web di un’azienda e ottimizzarne la percezione da parte dei clienti, l’importante è scegliere quelli più efficaci per il target che si vuole raggiungere e per rappresentare i valori del brand nella loro complessità. Se vuoi capire quali sono gli strumenti e i canali più idonei per migliorare la reputazione online della tua azienda e la sua riconoscibilità, noi di MGvision possiamo aiutarti studiando per te delle strategie ad hoc.

Dal Brand Storytelling alle Digital PR, utilizziamo un approccio multicanale e un modello di comunicazione coerente e coordinato in ogni progetto! Cosa aspetti? Contattaci e richiedi una consulenza per far brillare il tuo business online.

Digital Marketing e privacy: quali sono le nuove sfide da affrontare?

Le responsabilità per una comunicazione trasparente in tema Digital Marketing e privacy

Il 2024 segna un momento di grandi cambiamenti per quanto riguarda il marketing digitale. Nuove normative e innovazioni tecnologiche stanno rivoluzionando completamente il settore determinando cambiamenti che però non devono spaventare: si tratta infatti di un nuovo inizio che racchiude anche importanti opportunità per aziende e clienti.

Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? 

Oggetto della modifica è soprattutto il rapporto tra Digital Marketing e privacy per quanto riguarda le strategie di raccolta e misurazione dei dati. 

Negli ultimi anni le persone sono diventate più consapevoli di quali e quanti dei loro dati personali vengono raccolti durante la navigazione sul web e più attente anche a capire con chi vengono condivise queste informazioni. D’altro canto, la maggior parte degli utenti afferma di preferire contenuti pubblicitari su misura e in linea con i propri interessi. 

Anche per queste ragioni si è ritenuto che fosse arrivato il momento di modificare la strategie fino ad oggi adottate in merito alla privacy degli annunci, valutando il superamento delle tecnologie utilizzate per la raccolta dei dati e non a caso a partire dalla seconda metà del 2024 è previsto da parte di Chrome il ritiro dei cookie di terze parti.

Cambiamenti tecnologici: cosa ci attende nel prossimo futuro?

Il 2024 segna l’inizio di una nuova era per il Digital Marketing e la privacy degli utenti che riguarderà in particolar modo il settore degli annunci, le autorità di protezione dei dati richiedono infatti standard di consenso più elevati e a tal proposito nel 2024 entrano in vigore nuove leggi sulla privacy sia a livello mondiale che nei singoli Paesi che delineeranno un nuovo percorso a cui gli inserzionisti dovranno adeguarsi per evitare di incorrere in sanzioni. 

Se gli obiettivi delle strategie di Digital marketing restano gli stessi, come la crescita della brand awareness o il supporto dell’intento di acquisto finalizzato a un incremento delle vendite, cambiano i mezzi attraverso i quali raggiungerli. L’approccio di Google per assicurare l’efficacia delle campagne di Digital marketing, nel rispetto della privacy, è lo sviluppo di nuove tecnologie basate sull’AI e non solo. 

Gli strumenti e i prodotti pubblicitari di Google saranno infatti oggetto di una serie di aggiornamenti. In sostanza verranno implementate soluzioni più sofisticate che rivoluzioneranno e forse renderanno più solida la connessione tra Digital Marketing e privacy. Per i clienti è prevista una gestione del consenso migliore, mentre i marketing specialist, grazie a controlli più solidi su tecnologia e dati, potranno avere informazioni utili sia per la misurazione che per l’elaborazione di pubblicità personalizzate.

Per molti esperti del marketing online queste novità si traducono in un nuovo approccio che rappresenta anche una buona opportunità per impostare nuove pratiche di raccolta dei dati in favore di una maggiore trasparenza, perché tutto sarà tracciabile e di conseguenza sarà possibile conoscere in modo più preciso in che modo vengono raccolti i dati.

Le aziende che saranno capaci di dimostrarsi rispettose della privacy degli utenti e fornire annunci pertinenti, avranno l’opportunità di distinguersi nel mercato, al contrario delle loro concorrenti che non sceglieranno di fare altrettanto. 

Quello che si stima nel lungo periodo è quindi la creazione di un migliore rapporto di fiducia con i clienti: riducendo al minimo l’uso dei dati richiesti agli utenti è possibile concentrarsi sull’utilizzo delle informazioni in modo più mirato e quindi più efficace.

Inoltre i dati autorizzati possono essere usati dai team di marketing per riuscire a identificare quali sono i clienti più importanti e possono anche essere usati per utilizzare strumenti che si basano sull’AI come Google Analytics 4 che, a partire dal 2024,  dovranno adeguarsi a quanto disposto dal Digital Market Act (DMA), anche noto come legge sui mercati digitali.  

Digital Marketing e privacy: nuove strategie e nuove opportunità

Quello che ci attende è dunque un cambio di mentalità che porta alla definizione di nuove strategie di Digital Marketing. Per Google gli ingredienti chiave di un marketing rispettoso della privacy sono: l’IA, i dati di prima parte e tecnologie a tutela della privacy e questi sono i fattori che i nuovi inserzionisti dovranno considerare e rispettare, cogliendone le opportunità.

L’effetto di queste innovazioni sarà ad ogni modo importante perché, se da un lato per gli utenti si tratta di un cambiamento positivo, a tutela della loro privacy, dall’altro le campagne Google Ads e Meta avranno più problemi ad ottimizzarsi in quando potranno contare su una quantità inferiore di dati disponibili. Questo impone ai marketer la ricerca di nuove strategie per supportare le campagne e renderle quindi efficaci. 

In particolare per le aziende sarà importante adottare una strategia di marketing basata sui dati di prima parte, che vengono cioè da loro raccolti in maniera diretta e sono di loro esclusiva proprietà, questo anche in considerazione del fatto che i consumatori utilizzano diversi dispositivi e sono quindi più difficili da raggiungere. Anche gli strumenti basati sull’IA necessitano di meno dati per fare previsioni e sono quindi un buon supporto per i marketing specialist alle prese con l’ottimizzazione delle campagne.

I dati di prima parte potranno essere sfruttati poi in modo efficace e mirato per l’invio di newsletter ed essere impiegati dall’azienda a sostegno delle proprie campagne Google Ads e Meta che in questo modo potranno contare su un database di contatti più idoneo per ottimizzare e comprendere meglio il target di riferimento a cui rivolgersi.

Come ottenere dei dati di prima parte da sfruttare per le attività di marketing?

Per assicurarsi una raccolta efficace e lecita dei dati è necessario adottare un sistema di gestione del consenso che sia affidabile e anche comprensibile da parte degli utenti. I brand devono offrire ai clienti la possibilità di decidere quali dati condividere e in che modo possono essere condivisi, ottenendo quindi l’esperienza che desiderano. Non è infatti possibile ottenere un consenso informato se gli utenti hanno difficoltà a capire quali dei loro dati vengono raccolti e come vengono condivisi. A tal fine è necessario usare un linguaggio comprensibile, mettendo al bando termini tecnici e sigle che riescono solo a confondere. 

Raccogliere dati di qualità, in modo più trasparente ed etico, è quindi il punto di partenza per studiare una strategia di marketing incentrata sul cliente.

Se vuoi migliorare la tua visibilità online in considerazione degli ultimi aggiornamenti tecnici e normativi, il nostro team è pronto a studiare per te una campagna pubblicitaria su Google, supportandoti anche nella gestione della privacy degli utenti. 

Contattaci per richiedere una consulenza! 

Valori aziendali e scelte etiche, l’importanza delle certificazioni aziendali

Come capire quali sono le certificazioni aziendali più richieste e perché sono un valore aggiunto

Se gestisci un’azienda sai bene che nella pluralità del mercato attuale è necessario essere competitivi e pronti ad affrontare i repentini mutamenti che interessano ogni settore operativo.

Le certificazioni aziendali servono proprio a questo: aumentano la credibilità dell’azienda aiutandola a distinguersi dalla concorrenza, consentono di conquistare nuovi clienti e partner commerciali e riducono i rischi legali ed economici legati all’attività aziendale. 

Va considerato che non sono uguali per tutti i settori, ogni realtà imprenditoriale deve infatti tenere conto di quelle che sono quelle più adatte alla propria area di appartenenza.

Non dimentichiamo, infatti, che le certificazioni aziendali più richieste sono quelle che si rivelano utili ad accertare il possesso di competenze nella gestione di sistemi che ottimizzano processi, prodotti o servizi, aiutando pertanto a migliorare e incrementare la brand reputation.

L’importanza di essere un’azienda certificata 

Come suggerisce il termine latino “certum facere” che significa “fare verità”, le certificazioni aziendali sono delle credenziali riconosciute che servono a dimostrare le proprie competenze garantendo ai clienti prodotti o servizi d’eccellenza e l’adozione di comportamenti in linea con gli standard attestati. 

Per un’azienda essere certificata significa dimostrare la capacità di saper gestire dei processi o svolgere dei servizi di livello qualitativo elevato, inoltre il possesso di certificazioni attesta che l’impresa opera in modo conforme alle normative e alle direttive che disciplinano il suo settore di riferimento. 

Le competenze che un’azienda può decidere di acquisire sono diverse:

  • Le certificazioni di prodotto riguardano sia beni tangibili che servizi,  e assicurano il rispetto di standard tecnici stabiliti a livello normativo nazionale o internazionale.  Dopo una serie di verifiche, ad attestare la conformità di un prodotto ai requisiti imposti dalla legge sarà un organismo accreditato di terza parte, che è indipendente e quindi estraneo all’azienda in ogni modo
  • Le certificazioni di sistema attestano la capacità dell’azienda di saper strutturare e gestire risorse e processi produttivi in modo tale da riuscire a riconoscere e soddisfare le esigenze dei clienti, lavorando per un continuo miglioramento. 

Cosa significa essere un’azienda certificata e quali sono i vantaggi

Il possesso di certificazioni di rilievo nel proprio settore si traduce per l’azienda in un vantaggio competitivo in quanto questa diviene preferibile rispetto a quelle prive di riconoscimenti, e non solo. 

Le imprese che scelgono di dotarsi di certificazioni possono contare su:

  • Aumento della credibilità e della web reputation. Dimostrare di possedere competenze certificate o di operare secondo standard riconosciuti migliora l’immagine aziendale e genera fiducia nei clienti, nei partner commerciali e negli stakeholder. 
  • Differenziazione competitiva. Le certificazioni permettono alle aziende di distinguersi nel proprio settore in quanto le consentono di mantenere abilità e competenze utili a vincere il paragone con molti competitor.
  • Nuove opportunità commerciali. Diverse certificazioni sono prerequisiti indispensabili per accedere a mercati nazionali e internazionali, e, ad esempio, possono essere decisive per partecipare a gare d’appalto.
  • Miglioramento dei processi interni. L’ottenimento di certificazioni segue spesso una valutazione approfondita dei processi aziendali, e ciò spinge l’azienda verso un miglioramento continuo della produttività e dell’efficacia operativa, con la possibilità di ridurre i costi a lungo termine.
  • Maggiori livelli di sicurezza. Alcune certificazioni, specialmente quelle relative alla sicurezza sul lavoro, aiutano a identificare e prevenire i rischi negli ambienti lavorativi dando inoltre importanti indicazioni su come comportarsi in casi di pericolo. 
  • Più rispetto e conoscenza delle normative. Oltre ad attestare la conformità di prodotti e servizi alle normative di settore, le certificazioni aumentano la consapevolezza legale, cosa che si rivela utile per prevenire illeciti o infrazioni.
  • Incremento della responsabilità sociale e ambientale. Le certificazioni legate alla sostenibilità dimostrano a clienti e partner l’impegno dell’azienda verso l’ambiente e il sociale. Questo va a vantaggio dell’immagine aziendale, migliora la fiducia nel brand  lo rende più attraente verso potenziali clienti o investitori. 

Le certificazioni di MGvision a garanzia dei nostri clienti

Il possesso di certificazione, quindi, è un segnale distintivo che consente di individuare le aziende impegnate non solo nell’eccellenza operativa, ma anche nel rispetto di importanti valori etici e ambientali.

Se vuoi far decollare il tuo business, la cosa migliore che puoi fare è conseguire le certificazioni che fanno al caso tuo e avvalerti di partner certificati.

Per le tue campagne di comunicazione e la tua strategia di web marketing, sia livello organico che paid, scegli quindi una web agency che vanti importanti riconoscimenti, come MGvision.

Dalla nostra fondazione ad oggi abbiamo scelto di puntare sulla formazione continua e sull’acquisizione di competenze per offrire sempre il meglio ai nostri clienti. Nel 2016 abbiamo ottenuto la prestigiosa certificazione di Premier Google Partner, che attesta la nostra competenza nel gestire campagne Google Ads ad alto budget.

  • Nel 2017 abbiamo vinto il premio Google Partner Emea in quanto migliore web agency europea per le performance nell’advertising mobile.
  • Nel 2020 abbiamo ottenuto la certificazione Facebook Blueprint che attesta le nostra competenza nella gestione di strategie pubblicitarie social.
  • Nel 2021 abbiamo ricevuto il premio Leader della crescita assegnato da “Il Sole 24 Ore” alle aziende che hanno registrato il maggiore sviluppo economico nel triennio 2017-2020.
  • Nel 2022 ci siamo classificati all’8° posto tra le advertising italiane nella classifica FT 1000: Europe’s Fastest Growing Companies del “Financial Times” che premia le aziende che sono cresciute più velocemente nell’ultimo triennio.

Grazie all’esperienza maturata in questi anni e al nostro impegno verso la formazione continua, MGvision è oggi una web agency affermata, con le competenze e la preparazione giusta per aiutare le aziende a promuovere la loro immagine e a conquistare più clienti. 

Richiedendo la nostra consulenza in Digital Pr  puoi migliorare la reputazione online della tua azienda e costruire una brand reputation forte. Possiamo anche pianificare per te una campagna pubblicitaria originale ed efficace. 

Qualsiasi siano i tuoi obiettivi, contattaci: siamo pronti a studiare insieme a te la strategia migliore per raggiungerli! 

Cosa sono gli archetipi narrativi e come aiutano la narrazione di un brand

Come far emergere la personalità del tuo brand attraverso gli archetipi narrativi 

Brand di fama mondiale, marchi iconici che al solo sentirli nominare evocano immagini, sensazioni ed emozioni specifiche. Ti sei mai domandato cos’è che accomuna grandi aziende come Coca-Cola, Apple, Nike, Dior e Ferrero? 

La risposta te l’abbiamo già suggerita: questi brand meglio di altri sono stati capaci di far breccia nel pubblico affermandosi grazie alla definizione di un’identità forte, costruita su valori ben precisi e la proposta, non solo di semplici prodotti o servizi, ma di sogni, modelli e stili di vita.

Come ci sono riusciti? La chiave del loro successo risiede nella comprensione e nell’applicazione degli archetipi narrativi. Nel corso degli anni, infatti, questi brand hanno consolidato la loro immagine con una narrativa studiata per renderli attraenti, unici, immediatamente riconoscibili, pertanto desiderabili. Per raggiungere tale obiettivo hanno adottato una strategia comunicativa capace di creare una connessione emotiva con il pubblico, sfruttando modelli universali in cui si possono catalogare stili comportamentali comuni a ogni cultura. 

Ma esaminiamo nel dettaglio cosa sono gli archetipi e in che modo valorizzano il carattere e l’essenza di un brand attraverso la costruzione di una strategia narrativa.

Cosa sono gli archetipi e che ruolo hanno nel marketing

La parola “archetipo” ha origine dalla fusione di due parole greche: arché che significa “origine”, “principio” e típos  ossia “modello”, “esemplare”, “marchio”. A teorizzare gli archetipi è stato lo psichiatra e psicoanalista Carl Gustav Jung il quale sosteneva l’esistenza di comportamenti umani inconsci a cui tutti facciamo riferimento quando dobbiamo soddisfare le nostre esigenze primordiali. 

A questo proposito, sono stati identificati diversi archetipi, ognuno dei quali è mosso da un desiderio e spinge a un obiettivo preciso. 

Fare leva sugli archetipi significa quindi andare a toccare dei meccanismi inconsci e ciò assume particolare rilevanza se consideriamo che, contrariamente a quanto si può pensare, le decisioni di acquisto dei clienti non sono influenzate tanto dalla logica, quanto dalle emozioni dettate dal subconscio. 

Gli archetipi, infatti, aiutano a stabilire un legame emotivo con il marchio conferendogli personalità e identità e soprattutto rendendolo più umano grazie all’associazione con caratteristiche proprie delle persone, quali ad esempio carisma, coraggio o seduzione che, inevitabilmente, generano empatia con i clienti. Per fare un esempio possiamo citare l’archetipo del seduttore, scelto non a caso da marchi come Chanel o Haagen Dazs per affascinare e attrarre il pubblico di riferimento. 

Nel marketing, gli archetipi vengono quindi sfruttati per identificare una proposta di valore e favorire il posizionamento del brand, ossia la sua percezione nella mente dei clienti. 

L’archetypal branding mira a individuare per ogni azienda l’archetipo, o gli archetipi di riferimento, che meglio identificano il marchio, i suoi valori e la sua mission, rivelandosi i più adatti a soddisfare le esigenze dei clienti. 

Analizzando la storia dei marchi più famosi possiamo facilmente renderci conto che spesso hanno riscosso successo perché hanno saputo collegarsi ad uno o più archetipi determinando in base a questi lo stile visivo del brand, la grafica aziendale, ma soprattutto lo stile comunicativo e del tono di voce.

Dal saggio, all’eroe all’angelo custode? Ecco quali sono i  12 archetipi di Jung

Gli archetipi narrativi sono modelli universali a cui si fa riferimento per definire personaggi, temi e trame. Nella definizione della brand identity svolgono un ruolo fondamentale, in quanto consentono di definire uno stile comunicativo unico e originale finalizzato a far emergere la personalità del marchio.

Nel brand storytelling, in particolare, permettono di creare una narrazione coinvolgente e memorabile e si traducono in registri linguistici e strutture semantiche, che vengono utilizzate per creare un legame emotivo con il pubblico.

Ma quali sono questi modelli universali in cui le persone possono riconoscersi?

Jung ne ha individuati 12, divisi in quattro gruppi che rispondono ad altrettanti bisogni fondamentali dell’uomo. Ogni archetipo viene mosso in via principale dalla ricerca di:

  • stabilità;
  • cambiamento;
  • indipendenza;
  • appartenenza.

Seguendo questa suddivisione possiamo quindi far rientrare i 12 archetipi nelle seguenti categorie:

  • angelo custode, sovrano e creatore sono alla ricerca di stabilità e ordine;
  • ribelle, mago ed eroe spingono per il cambiamento  promuovendo la trasformazione e l’innovazione;
  • innocente, saggio ed esploratore ricercano indipendenza e libertà; 
  • amante, burlone e uomo comune vogliono sentirsi parte di una comunità e puntano pertanto sull’appartenenza.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono le caratteristiche e i tratti distintivi di ognuno dei 12 archetipi. 

  1. Angelo custode. È una guida altruista su cui si può contare nei momenti difficili. Accoglie le persone facendole sentire al sicuro e le accompagna nel loro percorso ascoltandone i bisogni e prendendosene cura. È l’archetipo ideale per le attività legate alla terza età, alla salute, alla formazione, al no profit. Brand che ha ispirato: Unicef, P&G, Unilever, Amnesty International, Johnson & Johnson.
  2. Sovrano. È un leader che guida gli altri verso il successo, ricerca l’ordine e il controllo, impone organizzazione. Vuole che gli altri si sentano importanti. È l’archetipo giusto per i settori del lusso, dell’alta moda, per i brand automotive, per gli hotel. Brand che ha ispirato: Mercedes Benz, Rolex, Microsoft.
  3. Creatore. Incarna il visionario, la persona che vuole trasformare le idee in realtà grazie allo sviluppo di competenze tecniche e artistiche. Trova soddisfazione nel creare qualcosa grazie al suo talento e alla sua immaginazione. Il suo ambiente è aperto alla sperimentazione e alla diversità di pensiero. È perfetto per i settori artistici, del design, del marketing e dell’IT. Brand ispirati dal creatore sono: Crayola, Lego, Adobe
  4. Ribelle. Rifugge dalle regole e dagli schemi preimpostati, sfida il sistema muovendosi al confine tra ribellione e illegalità. Mira ad avere scelta e libertà di azione, vuole cambiare ciò che non funziona. Ha uno stile informale e determinato. Questo archetipo è ideale per i settori automotive o della moda. Brand che ha ispirato: Diesel, Virgin, Harley Davidson.
  5. Mago. Innovatore e scienziato, conosce le leggi dell’universo e le sfrutta per trasformare i sogni in realtà. È promotore di cambiamento e trasformazione, attraverso stratagemmi ed energie positive. Questo archetipo è perfetto per i settori della bellezza, dell’entertainment, della salute e del benessere. Brand che ha ispirato: Dyson, Tesla.
  6. Eroe. Con forza e coraggio supera le avversità e anche i propri limiti per poter affermare il suo valore. Accetta le sfide e si mette in gioco volentieri, ispira gli altri e mira a lasciare un segno nel mondo. Questo archetipo è ideale per il settore sportivo. Brand che ha ispirato: Nike, Duracell, FedEx.
  7. Innocente. Positivo e ottimista, lavora per la sicurezza e la felicità dei suoi cari. Crede nell’onestà e nella purezza d’animo, comunica in modo semplice e corretto. I brand che lo scelgono puntano sulla sicurezza, sulla purezza, sulla bellezza interiore, sui buoni sentimenti, sui ricordi legati all’infanzia. È perfetto per i settori della cosmetica, della salute e anche per l’alimentare. Brand che ha ispirato: Kinder, Mulino Bianco, Coca Cola.
  8. Saggio. Aspira alla verità e pertanto contrasta l’ignoranza e l’inganno. Si distingue per conoscenza e saggezza, per il linguaggio forbito, per l’approfondita conoscenza del mondo. Questo archetipo è ideale per il settore dei media, della consulenza, per le istituzioni, per le aziende che si distinguono per esperienza e conoscenza. Brand che ha ispirato: Wall Street Journal, National Geographic, Audi, Philips.
  9. Esploratore. È un viaggiatore solitario in cerca di libertà e avventura, per questo si allontana dalle convenzioni e dalla comfort zone. È coraggioso, avventuroso, sempre alla ricerca di nuove sfide, è pertanto l’archetipo giusto per gli sport estremi, l’automotive, i viaggi di avventura. Brand che ha ispirato: The North Face, Subaru.
  10. Amante. Cerca relazioni autentiche e sincere, mira ad essere speciale per gli altri e a costruire rapporti stabili. I brand che si ispirano a questo archetipo trasmettono passione, sensualità, eleganza, calore e ogni tipo di amore: genitoriale, amichevole, spirituale, familiare. Si adatta quindi ai settori dei viaggi, del lusso, della cosmetica, dell’alimentare. brand che ha ispirato: Lindt, Alfa Romeo, Victoria’s Secret.
  11. Burlone. Porta leggerezza e divertimento, teme la noia e mira a far emergere il bambino che è in ognuno di noi. È  sincero e schietto, trasmette spensieratezza e sfrutta la sua ironia per dire la verità. Questo archetipo è adatto ai settori dei prodotti per l’infanzia, dei dolciumi, dei servizi. Brand che ha ispirato: Fanta, M&M’s.
  12. Uomo comune. Noto anche come “Amico”, crede nell’uguaglianza e fa della normalità il suo punto di forza. È autentico, sincero, sogna un mondo in cui tutti possano sentirsi apprezzati per ciò che sono, mira a far parte di un gruppo e spinge per la collaborazione. Si distingue per il senso del dovere e la sincerità che preferisce di gran lunga agli status symbol e al lusso. Questo archetipo è ideale per i prodotti di uso quotidiano e che piacciono alla massa. Brand che ha ispirato: Ebay, Ikea

Come capire qual è l’archetipo che fa al caso tuo?

Adesso che sai cosa sono gli archetipi, puoi sfruttare il loro potenziale in una strategia di brand marketing. 

Per scoprire quale di questi si allinea meglio con il tuo brand, parti dai valori e dalla mission aziendale: rifletti su ciò che desideri comunicare e, attraverso un’attenta analisi di mercato, identifica il pubblico ideale al quale intendi parlare. Per creare poi un “personaggio brand unico” puoi combinare più archetipi, giocando sulle loro peculiarità e sui loro punti di forza e delineare così un carattere unico e riconoscibile.

Ma se vuoi rendere la narrazione aziendale ancora più autentica e coinvolgente, lo storytelling diventa uno strumento essenziale. Una volta definiti gli archetipi di riferimento, infatti, dovrai trovare il modo di entrare in empatia con il tuo pubblico e fidelizzarlo. 

Come? Attraverso l’individuazione del tono di voce più adatto, da applicare a testi e immagini, che ti consentirà di rendere i valori, l’attività e la storia del tuo brand accessibili e relazionabili. 

Se sei determinato a valorizzare il tuo brand e conquistare il tuo target ma non sai da dove cominciare, il nostro team di Content Marketing può aiutarti a pianificare una strategia editoriale efficace volta a migliorare la comunicazione della tua azienda grazie alla creazione di contenuti di valore. Contattaci per richiedere una consulenza: noi di MGvision siamo qui per rendere il tuo brand memorabile!

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