Accessibilità di un sito web: quanto incide sul valore del brand?

Abbattere le barriere digitali! L’importanza dell’accessibilità dei siti web

Vorresti ampliare il tuo pubblico, raggiungendo segmenti di utenti che spesso rimangono esclusi dall’esperienza digitale? Rendere un sito accessibile può essere la chiave per farlo, migliorando al contempo la percezione del tuo brand. 

Un sito web più inclusivo, infatti, apre le porte a un pubblico più esteso e diversificato, compresi gli utenti con disabilità fisiche o cognitive, temporanee o permanenti, che necessitano di configurazioni specifiche per navigare agevolmente. Investire in questo aspetto non rappresenta soltanto un gesto di responsabilità sociale, ma anche una strategia di branding: le aziende che dimostrano attenzione verso le esigenze di tutti risultano più attraenti e affidabili agli occhi dei consumatori.

In un mercato sempre più attento all’inclusione, investire nell’accessibilità dei siti web può fare la differenza. Ma cosa significa a livello pratico?

Ecco cosa rende un sito web davvero accessibile

I siti web accessibili sono progettati per essere fruibili da chiunque e senza restrizioni, quindi anche da persone che hanno disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.

Sviluppatori e designer hanno il compito di mettere a disposizione di questi utenti tecnologie assistite, cioè strumenti, programmi informatici e dispositivi che consentano loro di superare barriere e ostacoli in favore di una corretta navigazione.

Alcuni dei principali strumenti che abbiamo oggi a disposizione per favorire l’accessibilità dei siti web sono:

  • Screen reader. Aiutano le persone con problemi visivi a utilizzare il computer convertendo il testo sullo schermo in formato audio;
  • Screen magnifier. Ingrandiscono i contenuti per facilitare la lettura;
  • Software di riconoscimento vocale. Traducono gli elementi audio in testi scritti;
  • Software di sintesi vocale. Convertono i testi in tracce audio;
  • Tastiere alternative. Sono dotate di tasti più grandi che possono essere programmati o dotati di controlli vocali;
  • Dispositivi di puntamento alternativi. Servono a spostare il cursore e sono ad esempio eye tracker, touch screen, trackpad.

La fruibilità dei contenuti multimediali varia a seconda del mezzo utilizzato e delle aree sensoriali coinvolte. Per un contenuto video, ad esempio, è necessario considerare sia l’audio sia la componente visiva, prevedendo l’uso di audiodescrizioni per utenti ipovedenti e sottotitoli per persone con difficoltà uditive.

In questo contesto, le tecnologie assistive giocano un ruolo fondamentale nell’agevolare l’accesso ai contenuti web per le persone con disabilità, consentendo loro di interagire con le varie funzionalità del sito. Tuttavia, la sola presenza di tali tecnologie non garantisce un accesso completo: se il sito web non rispetta i requisiti di accessibilità digitale, queste risorse possono entrare in conflitto tra loro, ostacolando di fatto l’esperienza dell’utente. Per questo motivo, è essenziale verificare l’accessibilità dei siti web e assicurarsi che siano progettati per offrire una fruizione inclusiva e senza barriere.

Linee guida e quadro normativo in tema di accessibilità dei siti

Il World Wide Web Consortium (W3C) ha sviluppato le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), delle linee guida internazionali in cui vengono definiti gli standard che rendono i contenuti web fruibili a tutti.

Un prodotto informatico, secondo le WCAG, è accessibile se è:

  1. Percepibile: i contenuti devono essere disponibili in modalità diverse per permettere l’accesso anche a chi ha disabilità sensoriali.
  2. Utilizzabile: sia i contenuti sia la navigazione devono essere facilmente utilizzabili, consentendo agli utenti di interagire con il sito senza difficoltà.
  3. Comprensibile: i contenuti devono essere chiari e intuitivi, affinché gli utenti possano comprenderli senza ambiguità.
  4. Robusto: i contenuti devono essere compatibili con una vasta gamma di dispositivi e devono poter essere interpretati su diverse piattaforme e dispositivi in modo affidabile.

In relazione alle WCAG si possono individuare tre livelli di conformità che determinano il grado di accessibilità dei siti dove A è il livello base, AA è il livello intermedio e AAA è il livello più elevato di conformità che assicura quindi l’accesso completo ai contenuti.

Le WCAG hanno ispirato a livello europeo la direttiva (UE) 2019/882, nota anche come “European Accessibility Act”, finalizzata a rendere accessibili i siti delle aziende private.

In Italia tale direttiva è stata recepita dalla legge 4/2004, nota come “Legge Stanca”, che viene aggiornata in modo costante.

L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha recepito le linee guida WCAG, fornendo indicazioni concrete per l’accessibilità dei siti che devono essere rispettate dalle organizzazioni pubbliche e private che forniscono servizi digitali. Per adeguarsi a quanto disposto dall’European Accessibility Act, tutti gli operatori economici devono rendere i loro siti web accessibili entro il 28 giugno 2025, basandosi sulle linee guida dell’AgID e dovranno presentare ogni anno la “Dichiarazione di Accessibilità” all’AgID in cui dovrà essere descritto il grado di conformità del loro sito alle linee guida WCAG in base a test condotti sull’accessibilità. 

Come si esegue la verifica di accessibilità dei siti web?

Gli elementi che puoi utilizzare per rendere il tuo sito accessibile agli utenti con disabilità sono diversi. Eccone alcune delle azioni che puoi mettere in campo:

  • descrivi i contenuti non testuali, inserisci quindi un testo alternativo nelle immagini grazie ad uno screen reader o un contenuto audio per gli  utenti sordi;
  • evita i lampi di luce che possono infastidire persone con epilessia fotosensibile;
  • definisci una struttura ordinata del sito con categorie e sottocategorie, titoli e sottotitoli, per venire incontro a persone con disabilità cognitiva, alle persone con ADHD o DSA che vengono confuse dalle variazioni dei contenuti;
  • opta per un font leggibile e abbastanza grande, con colori poco contrastanti, in questo modo vieni incontro alle persone con dislessia;
  • inserisci una descrizione testuale prima dei link e poi un nome univoco, usa le sottolineature per aiutare le persone a distinguerle dal testo normale;
  • utilizza forme e tabelle per facilitare la comprensione dei dati;
  • assicurati che il sito sia accessibile tramite tastiera perché alcune persone non possono utilizzare il mouse.

Per valutare l’accessibilità del tuo sito web puoi utilizzare due strumenti online gratuiti: AChecker e Web Accessibility Evaluation Tool (WAVE). Inserendo l’url del sito puoi accertare la sua conformità alle WCAG, avere un report sugli errori presenti e consigli su come correggerli. 

Progettare siti web accessibili? È facile se ti affidi a degli esperti!

Come abbiamo visto, avere un sito web accessibile rafforza la tua brand awareness e la brand reputation consentendo inoltre di raggiungere un pubblico più ampio. Tutto ciò si inserisce perfettamente anche in una strategia SEO finalizzata ad aumentare la tua visibilità online: i motori di ricerca come Google premiano infatti i siti che risultano maggiormente fruibili, posizionandoli più in alto nei risultati di ricerca. 

Il sito web quindi è molto più che una semplice vetrina, possiamo considerarlo un biglietto da visita fondamentale, che lascia intuire chiaramente i valori e la vision della tua azienda. Proprio per questo, la cosa migliore che puoi fare è affidarti a professionisti che sappiano studiarlo e realizzarlo in modo conforme alle tue esigenze e nel rispetto delle linee guida in tema di accessibilità.

In MGvision puoi trovare un team di esperti pronto a sviluppare per te Content e UX Design di un sito web inclusivo e fruibile in ogni sua parte da tutti i tuoi clienti acquisiti e potenziali. Se invece disponi già di una tua pagina web, possiamo migliorarne le prestazioni eliminando gli errori presenti. 

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Riprova sociale: cos’è e perché può dare credibilità a un brand

Cosa guida le nostre scelte? Il segreto del marketing dietro il principio della riprova sociale

Prima di acquistare un prodotto online o scegliere un ristorante, ti è mai capitato di consultare le recensioni dei clienti? E quante volte hai cambiato idea di fronte a numerosi giudizi negativi? Probabilmente spesso.

Questo comportamento è il risultato di un meccanismo psicologico che ci porta a considerare il parere altrui come una guida nelle decisioni. Lo psicologo Robert Cialdini, nel suo libro Le armi della persuasione, definisce questo fenomeno come principio della riprova sociale. Non si tratta di una forma di manipolazione, ma di una naturale inclinazione che ci spinge a ritenere più valida un’azione quando è condivisa da molte persone.

In situazioni di incertezza, affidarsi alle opinioni altrui rende più semplice scegliere e ci trasmette un senso di sicurezza. Questo principio si è rafforzato con l’ascesa di Internet, dei social media e degli e-commerce, che permettono di accedere a una grande quantità di informazioni, recensioni e commenti, ma anche gli influencer hanno contribuito e contribuiscono ogni giorno a rafforzare questo fenomeno, orientando le scelte dei consumatori attraverso le loro raccomandazioni.

Per le aziende che desiderano avere successo nel panorama digitale, la riprova sociale è un elemento imprescindibile della strategia di marketing. Utilizzarla in modo efficace consente di aumentare la fiducia, migliorare la reputazione e attrarre il proprio target di clienti.

Ma come si può sfruttare al meglio questo meccanismo per vendere prodotti o servizi e conquistare il cuore dei clienti? Vediamolo nel dettaglio!

Riprova sociale: in cosa consiste e come avvantaggia un business

Come accennato, secondo il principio della riprova sociale, tendiamo a conformarci alle opinioni prevalenti o alle aspettative del gruppo sociale a cui apparteniamo. Questo comportamento emerge chiaramente, per esempio, nei forum di discussione o nei commenti sui social media, dove le persone spesso si allineano al pensiero della maggioranza, anche quando non sono pienamente d’accordo.

Due concetti strettamente legati alla riprova sociale sono la validazione sociale e l’autenticità sociale. La validazione sociale si manifesta quando cerchiamo il consenso degli altri per sentirci più sicuri delle nostre scelte, mentre l’autenticità sociale ci porta a dare maggiore valore e credibilità ai pareri di figure autorevoli o influenti.

Questi meccanismi si riflettono in molte situazioni quotidiane. Ad esempio, potremmo decidere di partecipare a un evento semplicemente perché molti amici lo hanno già fatto, o acquistare un prodotto consigliato da un influencer di fiducia. La social proof non è solo una teoria psicologica, ma una forza concreta che guida le nostre decisioni, che la rende un elemento chiave da considerare nelle strategie di marketing.

Capire e sfruttare in maniera sapiente i meccanismi della riprova sociale permette alle aziende di ottenere risultati significativi, come:

  • ampliare la propria visibilità e consolidare il riconoscimento del marchio;
  • associare al brand emozioni e percezioni positive;
  • attrarre nuovi clienti e potenziare il volume di affari.

Per raggiungere questi obiettivi, il marketing offre una varietà di strumenti che possono valorizzare il principio della riprova sociale e accrescere la credibilità del brand. Analizziamo insieme le soluzioni migliori.

Strategie a confronto: come sfruttare il principio della riprova sociale 

Il bisogno di riprova sociale è un desiderio costante, ma diventa determinante quando si tratta di compiere acquisti significativi. Le aziende hanno a disposizione diversi strumenti per sfruttare questo principio e influenzare le decisioni d’acquisto. Ecco quali sono i più efficaci:

  • Testimonianze e recensioni. Sul sito web o nella landing page viene spesso inserita la sezione “Dicono di noi” in cui si raccolgono testimonianze positive finalizzate a rendere autorevole il brand agli occhi degli utenti, aumentando la fiducia verso il prodotto o il servizio. 
  • Riconoscimenti aziendali. Rendere noto il conseguimento di badge, premi o certificazioni aziendali fornite da enti o attività autorevoli rende l’azienda meritevole di maggiore fiducia, in quanto viene considerata seria e competente.
  • Dati e statistiche a supporto. Mostrare statistiche in cui i dati evidenziano l’efficacia del prodotto o la validità di un servizio aumenta il livello di fiducia nei confronti del brand.
  • Influencer marketing. Questa strategia si basa sulla collaborazione con persone che godono di una certa notorietà online, possono essere celebrità o anche nomi autorevoli la cui opinione viene ritenuta importante dai follower. Questo meccanismo in realtà non è nuovo, già prima dell’avvento dei social infatti si sceglievano personaggi famosi come testimonial pubblicitari. 
  • Gestione delle recensioni clienti. Si tratta di un passo fondamentale per orientare il processo decisionale. Le aziende non possono permettersi di ignorare i commenti sotto i loro post o sui forum, specialmente quelli più critici. Il nostro cervello è infatti maggiormente predisposto a dare attenzione alle informazioni negative, proprio per questo le recensioni sfavorevoli diventano più virali di qualsiasi passaparola positivo con conseguenze sul processo di scelta dei consumatori. Bisogna quindi rispondere sempre alle opinioni negative, cercando di trasformarle in positive, fornendo agli utenti un punto di vista differente con educazione e diplomazia. Le risposte fornite ai commenti influiscono infatti sulla riprova sociale, un brand di valore si rapporta sempre in modo sicuro con i propri clienti, forte dei propri valori. 

Quali sono le scelte di marketing giuste per la tua campagna?

Come abbiamo visto, il digital marketing offre numerose opzioni per sfruttare il principio della riprova sociale, valorizzare un brand e incrementare le vendite di un prodotto. 

In un mercato dove la concorrenza è ampia, investire in una campagna di marketing ben studiata, capace di comprendere e sfruttare le modalità comportamentali dei consumatori, può rivelarsi determinante in termini di vendite e crescita del business. 

Ti stai domandando qual è la strategia che può fare al caso tuo e su quali leve puntare per sfruttare il meccanismo della riprova sociale? Parliamone!

Richiedendo la consulenza web marketing di MGvision incontrerai un team di esperti che potrà aiutarti a migliorare e rafforzare la presenza online del tuo brand.

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Come fare la migrazione di un sito senza perdere i posizionamenti SEO?

Migrazione SEO di un sito: cos’è e come effettuarla in sicurezza?

Immagina di aver lavorato duramente per costruire la tua visibilità sui motori di ricerca: posizionamenti conquistati con pazienza, backlink strategici e contenuti ottimizzati. Ora, però, è arrivato il momento di un restyling del sito web o di un cambiamento tecnico. Come fare per non perdere tutto ciò che hai ottenuto? La risposta risiede nella migrazione SEO, un processo delicato ma indispensabile per trasferire senza rischi il valore costruito nel tempo e garantire che il tuo portale resti rilevante e ben posizionato anche dopo la trasformazione.

Questa attività richiede una pianificazione meticolosa e un’attenzione particolare: un piccolo errore potrebbe compromettere il posizionamento, causando così un drastico calo del traffico organico e, di conseguenza, del fatturato. Di seguito vedremo come affrontare la migrazione SEO in modo sicuro, evitando rischi e garantendo una transizione efficace.

Perché una corretta migrazione è fondamentale per preservare la SEO

La migrazione di un sito è spesso necessaria per affrontare cambiamenti significativi, come miglioramenti tecnici, aggiornamenti del server, ottimizzazione per dispositivi mobili o l’implementazione di un nuovo software. Questi interventi possono coinvolgere elementi essenziali come l’architettura delle pagine, il dominio, le URL, il CMS o i contenuti, modificando la struttura e il funzionamento del sito.

Tuttavia, questi cambiamenti non devono compromettere il lavoro svolto per ottimizzare la visibilità sui motori di ricerca. Una migrazione SEO ben eseguita permette infatti di affrontare il passaggio senza perdere quanto già conquistato e soprattutto fa in modo che il sito resti performante e accessibile anche nella sua nuova veste. Ogni passaggio deve essere eseguito con attenzione per assicurare continuità nell’indicizzazione e nell’esperienza utente, riducendo al minimo i rischi. Errori nella migrazione del sito non creano infatti soltanto problemi tecnici, ma possono influenzare negativamente le campagne di digital marketing già messe in atto da un brand peggiorando la sua visibilità online o l’esperienza degli utenti. 

Come avviene la migrazione di un sito? Ecco i passaggi a cui fare attenzione

Le migrazioni dei siti non avvengono tutte allo stesso modo, ognuna infatti richiede una pianificazione su misura. 

Si possono però identificare alcuni casi comuni, ecco quali sono e quali interventi richiedono:

  • Passaggio da HTTP a HTTPS. Il protocollo http assicura maggiore sicurezza perché certifica che la trasmissione tra browser e server sia protetta. Google riconosce la maggiore sicurezza premiandola come fattore di ranking e migliorando il posizionamento del sito. Durante la migrazione, per non perdere la SEO, devono essere configurati in modo corretto i reindirizzamenti 301, evitando che l’utente giunga su pagine non valide o duplicate.
  • Cambio di dominio.  Che si tratti di un rebranding o di un cambio di estensione, l’autorità del sito e il suo profilo backlink devono essere trasferiti nel nuovo dominio gestendo i reindirizzamenti 301 e utilizzando strumenti come Google Search Console. Questa migrazione è particolarmente importante perché ha un impatto sulle campagne di advertising e sulla presenza sui social del brand, bisogna infatti effettuare una revisione di tutti i vecchi link esterni.
  • Cambio del CMS. Il Content Management System, il sistema di gestione dei contenuti, può essere cambiato per migliorare l’efficienza e le performance del sito. Le diverse piattaforme gestiscono in modo differente URL, metadati e altri elementi SEO. Può quindi essere necessaria una modifica delle URL con opportuni reindirizzamenti per far sì che il nuovo sistema sia idoneo a supportare tutti gli elementi SEO.
  • Modifiche della struttura del sito. Per migliorare la user experience si può scegliere di cambiare categorie, sezioni e contenuti, eliminando le pagine obsolete. In questo caso gestire in modo efficiente la migrazione SEO eseguendo una mappatura delle URL e la configurazione di tutti i reindirizzamenti, per evitare errori come il 404 che indica una pagina non trovata oppure catene di redirect. 
  • Nuovo design del sito. Anche piccoli cambiamenti nel layout e nella struttura dei contenuti possono modificare la scansione del sito da parte dei motori di ricerca. Tutti i cambiamenti devono quindi essere valutati con attenzione prima di metterli in atto per capire se possono generare perdite di traffico organico o di ranking. 

I 5 passaggi che aiutano a gestire una migrazione SEO senza perdite di traffico

Per definire una corretta migrazione di un sito web senza perdite di traffico e posizionamenti è fondamentale seguire alcuni passaggi chiave:

1. Pianificazione

Analizza le pagine più importanti del sito e mappa le URL per identificare quelle che generano più traffico. Questo aiuta a definire quali contenuti mantenere o aggiornare.

2. Strategia di migrazione

Prepara una mappa dei reindirizzamenti 301 dalle vecchie alle nuove URL, verifica i backlink e controlla che la nuova struttura del sito sia SEO-friendly.

3. Implementazione e controllo

Prima del lancio, testa i reindirizzamenti e, dopo la pubblicazione, monitora traffico e posizionamento per individuare eventuali problemi di indicizzazione.

4. Backup e sicurezza

Esegui sempre un backup completo del sito prima della migrazione per prevenire la perdita di dati e facilitare eventuali correzioni.

5. Monitoraggio continuo

Dopo la migrazione, utilizza strumenti di analisi per controllare traffico, errori di scansione e corretto funzionamento dei reindirizzamenti.

Seguendo questi step, la migrazione SEO sarà più sicura ed efficace, riducendo al minimo il rischio di cali di performance sui motori di ricerca.

Migrazione SEO di un sito web: case studies e best practices

Nonostante sia abbastanza complessa, la migrazione SEO di un sito web può migliorare di molto le performance del sito, incrementando la sua visibilità online e permettendo di raggiungere un maggior numero di conversioni. 

Se sei alla ricerca di qualcuno che sappia gestire questo processo in modo ottimale e che ti supporti nella creazione di un sito capace di scalare le classifiche di Google, puoi rivolgerti a noi di MGvision. Grazie ad un’attenta pianificazione e attraverso la cura dei minimi dettagli possiamo sviluppare per te un nuovo sito, più rappresentativo della tua immagine e dei valori del tuo brand, rispettoso delle normative in tema di accessibilità e privo di errori che ne ostacolano il posizionamento in SERP. 

Richiedendo, inoltre, la nostra consulenza SEO possiamo studiare per te una strategia SEO efficace, capace cioè di migliorare il traffico organico verso il tuo sito permettendoti di acquisire nuovi contatti che possono incrementare le tue vendite e quindi il tuo fatturato. 

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Errori 404 perché è importante gestirli e come sfruttarli a proprio favore

Gestire gli utenti smarriti: come trasformare un errore 404 in opportunità

Oops! “Errore 404 pagina non trovata!” Cos’è successo? 

Sarà di certo capitato anche a te di navigare su un sito web e ritrovarti dopo qualche click su una pagina che segnala un messaggio di questo tipo, è il famoso e forse tanto temuto 404. Se da utente puoi aver trovato l’accaduto fastidioso, da proprietario del sito non puoi che aver accolto, invece, il messaggio con un certo grado di preoccupazione.

Quello che all’inizio può sembrare un malfunzionamento del sito può rivelarsi, se ben gestito, uno strumento utile per mantenere i visitatori sul tuo portale, reindirizzandoli verso pagine importanti come quella di una promozione o di un servizio.

Ma andiamo con ordine e, prima di vedere come sfruttarlo a nostro vantaggio, capiamo esattamente cos’è l’Errore 404 e perché appare.

Errore 404 pagina non trovata: cosa significa?

L’errore 404 page not found è un codice di stato HTTP che indica che la pagina del sito su cui si sta navigando non è raggiungibile, e si verifica quando:

  • è stato digitato un URL errato, quindi è stato scritto male l’indirizzo web della pagina;
  • la pagina alla quale si sta tentando di accedere è stata rimossa, cioè eliminata dal sito senza un opportuno redirect;
  • la pagina è stata spostata a un nuovo indirizzo (anche in questo caso, senza un opportuno redirect);
  • ci sono dei problemi temporanei al server, ad esempio potrebbe essere sovraccarico o non disponibile. 

Se è stato digitato l’URL sbagliato basta scrivere l’indirizzo corretto per accedere alla pagina cercata, in caso di problemi temporanei al server è invece sufficiente aggiornare la pagina o riprovare più tardi. 

L’errore 404 può anche presentarsi a causa di un link scritto male proveniente da un altro sito. 

Se, ad esempio, hai pubblicato un articolo sul tuo blog aziendale o hai inserito un link al termine di una newsletter con l’intento di rimandare gli utenti a una pagina specifica, potresti aver digitato male l’indirizzo di destinazione. In questo caso, basterà correggere il link inserito per eliminare il messaggio di errore. 

Ottimizzare una pagina 404: ecco perché è importante farlo

L’errore 404 è un problema che può essere facilmente gestito e che può essere trasformato in opportunità, migliorando l’esperienza degli utenti sul tuo sito.

Come abbiamo visto, può verificarsi per motivi differenti e spesso è la conseguenza di un aggiornamento del sito e della decisione consapevole di eliminare pagine obsolete o che non hanno più motivo di esistere. In questo caso l’URL potrebbe restituire un errore 404, ma anche un codice 410, il quale identifica le pagine che sono state eliminate in modo definitivo e che quindi non sono più visitabili. Devi però sapere che Google considera allo stesso modo gli errori 404 (non trovato) e 410 (non disponibile).

Quando il problema è tecnico, è corretto intervenire tempestivamente per risolverlo perché se le pagine indicizzate dovessero andare sempre in errore 404 ciò potrebbe avere delle ripercussioni negative sulla SEO e quindi sul posizionamento del sito

Infatti quando Google, nel processo di crawling, cioè l’attività di individuazione e indicizzazione delle pagine, incontra molte “page not found”, etichetta tutto il sito in negativo, penalizzando la sua indicizzazione e quindi il suo posizionamento tra i risultati di ricerca.

Nel caso in cui l’errore 404 sia la conseguenza di un indirizzo digitato male dall’utente, si può invece cogliere l’occasione per indirizzare i visitatori verso altre pagine del sito decidendo di creare una pagina di errore 404 personalizzata.

In che modo puoi personalizzare la pagina di errore 404 e coinvolgere il tuo target?

Una pagina 404 personalizzata può invogliare gli utenti a non abbandonare il sito, portandoli invece a interagire ancora, navigando tra le varie sezioni. Per raggiungere questo obiettivo non basta inserire un link alla homepage del sito o aggiungere collegamenti alle categorie o alle pagine più visitate: bisogna riuscire a trasformare l’esperienza da negativa in positiva, attraverso elementi e claim ironici o d’impatto, a seconda dello stile comunicativo del brand.

Pagine 404 creative, originali e divertenti, migliorano la user experience e anche l’immagine dell’azienda, allineandola con valori chiari e specifici. 

Per semplificare il concetto, ti proponiamo qualche esempio virtuoso usato dai grandi brand. 

  1. La Pixar ha scelto di inserire nella sua pagina di errore un’immagine di Tristezza, il popolare personaggio di Inside Out, film d’animazione incentrato sulle emozioni. Perfettamente in linea con i trend del momento, vista la recente uscita del sequel nelle sale, Tristezza ci ricorda che l’arrivo sulla pagina è solo un piccolo errore, quindi perché disperarsi?
  2. Amazon nella versione americana della sua page not found ha inserito una foto di Hunter, un simpatico cagnolone nero. Una scelta non casuale visto che l’azienda si è dichiarata dog-friendly e accetta nei suoi uffici gli animali domestici dei dipendenti.
  3. Pan di Stelle ha studiato una pagina di errore perfettamente in linea con la sua brand identity. Lo zero del codice 404 è, nemmeno a dirlo, un biscotto al cioccolato con le stelle. La scritta su fondo bianco, circondata da un cielo stellato marrone recita “Ops! La stella che cercavi non è stata trovata”.
  4. Coca Cola Italia ha inserito nella sua pagina di errore una cassetta di bottiglie vuote scrivendo: “La Coca Cola è terminata…perché non provi con uno di questi link?” Semplice quanto efficace, la scelta dell’azienda è una comunicazione chiara e intuitiva che rimanda a link utili per invogliare l’utente a procedere con la navigazione.
  5. La Fox Movies ha deciso di sfruttare la pagina di errore 404 per suggerire agli utenti film da guardare e lo fa proponendo immagini tratte da pellicole famose accompagnate da citazioni e da altri titoli correlati. 

Come sarà la tua pagina di errore? Scoprilo insieme a noi di MGvision!

Se vuoi sorprendere il tuo pubblico e trasformare un errore in un’occasione, affidati a dei professionisti che possano studiare per te una soluzione creativa per far emergere i valori del tuo brand. 

In MGvision sappiamo bene quanto i contenuti siano importanti e come le parole siano in grado di fare la differenza in un percorso di engagement e di conversione. Se vuoi costruire un sito performante e ottimizzare copy, microcopy e UX writing, CTA e l’intero Content Design, possiamo studiare per te una strategia personalizzata e perfettamente in linea con la tua immagine aziendale.

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Accessibility Act, cos’è e perché cambia le regole dei siti web

Verso un web più inclusivo: come adeguarsi all’Accessibility Act 

Navigare sul web non è per tutti. Sebbene si discuta molto sul tema dell’inclusività, la realtà dei fatti è che ancora oggi molti siti presentano barriere che impediscono alle persone con disabilità di fruire dei contenuti proposti in modo davvero efficace. 

Per risolvere questo problema, e garantire a tutti gli utenti la possibilità di comprendere e avvalersi dei contenuti e dei servizi online con pari opportunità, il Parlamento Europeo ha messo a punto una normativa che segna una tappa importante nel percorso verso l’accessibilità digitale nell’UE. 

La Direttiva UE 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA), e recepita dall’Italia a maggio 2022, entrerà in vigore il 28 giugno 2025. Mirerà, in particolare, a mettere ordine in un panorama digitale frammentato, delineando un quadro normativo unificato a cui dovranno attenersi tutti i Paesi membri dell’UE, per far sì che l’accessibilità dei siti web non sia più un’eccezione, ma la prassi. 

A tal fine sono stati definiti a livello giuridico i requisiti minimi di accessibilità di prodotti e servizi per renderli fruibili dalle persone diversamente abili.  

Quali soggetti dovranno adeguarsi all’European Accessibility Act?

In base alle disposizioni, a partire dal 28 giugno 2025, le aziende dovranno garantire l’accessibilità di tutti i prodotti e servizi di nuova commercializzazione. I soggetti interessati dalla normativa sono quindi tutti gli operatori economici che erogano prodotti o servizi digitali, anche se con alcune eccezioni specifiche:

  • Versioni precedenti di applicativi. Le versioni già in uso di applicativi sviluppati prima dell’entrata in vigore dell’Accessibility Act sono escluse, a meno che non subiscano modifiche significative.
  • Terminali self-service. I fornitori di servizi che utilizzano terminali self-service beneficiano di un periodo di adeguamento più lungo, data la complessità di implementare soluzioni tecnologiche nei tempi previsti.
  • Microimprese. Le imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro possono essere esentate in caso di “onere sproporzionato”,  ovvero qualora dimostrino che i costi di adeguamento risultano eccessivi rispetto ai benefici o alterano profondamente la natura del prodotto o servizio. Le aziende che intendono avvalersi della deroga sono chiamate a documentare la sussistenza dell’onere sproporzionato e a conservare tale attestazione per i successivi 5 anni, rendendola disponibile per eventuali controlli. Al termine del quinquennio la documentazione dovrà essere rinnovata, salvo variazioni del prodotto o del servizio.

Ma quali sono in particolare le categorie di prodotti e i servizi digitali che dovranno essere adeguate all’Accessibility Act? Ecco una panoramica dettagliata:

  • Hardware e software informatici. I sistemi hardware come computer, tablet, smartphone e relativi sistemi operativi.
  • Terminali self-service e interattivi. Terminali utilizzati per servizi bancari, trasporti pubblici, comunicazione elettronica e accesso ai media audiovisivi.
  • Servizi di comunicazione elettronica e media audiovisivi. Piattaforme di streaming, telefonia, e-mail e messaggistica.
  • E-reader e software collegati. Dispositivi per la lettura digitale e i relativi programmi.
  • Servizi bancari. Inclusi gli sportelli automatici (ATM) e i servizi di home banking.
  • Commercio elettronico (e-commerce). Siti web e piattaforme di shopping online, per garantire un’esperienza accessibile a tutti gli utenti. Gli e-commerce dovranno assicurare che ogni fase della navigazione, dalla scelta dei prodotti al pagamento, sia accessibile e utilizzabile anche da persone con disabilità, rendendo i contenuti fruibili tramite tecnologie assistive come screen reader.
  • Servizi di emergenza. Sistemi per la raccolta e la gestione delle comunicazioni al numero di emergenza 112.

Queste categorie rappresentano il cuore delle disposizioni previste, ma i dettagli specifici potrebbero variare in base alle interpretazioni nazionali e agli aggiornamenti delle linee guida tecniche.

Ecco in che modo l’Italia si sta preparando all’applicazione dell’EAA

L’Italia ha avviato il percorso di adeguamento all’European Accessibility Act (EAA) recependo la Direttiva UE 882/2019 attraverso il Decreto Legislativo 82/2022, un passo significativo per promuovere una società digitale più inclusiva. Questo decreto non solo conferma l’impegno del Paese nell’eliminare le barriere digitali, ma amplia e aggiorna il quadro normativo esistente, definendo requisiti chiari per garantire che i prodotti e i servizi digitali siano disponibili anche per le persone con disabilità.

Uno degli interventi più rilevanti riguarda l’aggiornamento della Legge 4/2004, nota come Legge Stanca, che fino ad oggi regolamentava l’accessibilità dei siti web della pubblica amministrazione e delle aziende private con fatturati superiori a 500 milioni di euro annui. Con il nuovo decreto, l’ambito di applicazione è stato esteso e arricchito, includendo una gamma più ampia di prodotti e servizi digitali, con l’obiettivo di renderli fruibili in modo autonomo e indipendente.

Accessibility Act: gli standard che rivoluzioneranno l’esperienza digitale

I nuovi standard introdotti si basano sulle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), il riferimento internazionale per l’accessibilità dei contenuti web. Tra i requisiti principali figurano:

  • Testi alternativi per immagini, che consentono alle persone con disabilità visive di comprendere i contenuti visivi tramite descrizioni testuali.
  • Sottotitoli e trascrizioni per contenuti multimediali, indispensabili per chi ha disabilità uditive.
  • Navigazione da tastiera, fondamentale per chi ha difficoltà motorie.
  • Contrasto visivo adeguato, per garantire la leggibilità del testo anche a chi ha problemi visivi.
  • Messaggi di errore chiari, che semplificano la compilazione di moduli e la navigazione.
  • Struttura coerente delle pagine, che facilita l’accesso alle informazioni.

Questi requisiti, tra l’altro, migliorano l’usabilità complessiva dei siti, offrendo un’esperienza digitale più inclusiva e intuitiva per tutti.

Come puoi adeguarti all’European Accessibility Act? È facile se ti affidi a MGvision!

Rendere un sito web o un servizio accessibile, oltre ad essere un obbligo di legge rappresenta anche un’importante opportunità per le aziende. 

Attualmente, si stima infatti che circa il 20% degli utenti abbia difficoltà a fruire in modo completo dei contenuti digitali, per via di limitazioni fisiche o culturali. In base al caso specifico possono risultare non accessibili contenuti testuali, immagini, documenti scaricabili, app, podcast o qualsiasi altro tipo di contenuto.

Va da sé quindi che, attraverso l’utilizzo di strumenti di tecnologia assistiva, è possibile coprire un pubblico più ampio di utenti ed espandere quindi la propria nicchia di mercato. 

Inoltre, poiché i motori di ricerca tendono a favorire i siti web accessibili migliorandone il posizionamento, essere aggiornati sotto questo aspetto, può favorire la visibilità di un’azienda online: un vantaggio strategico anche per le microimprese, che al momento sono esentate dagli obblighi dell’EAA.

È importante sottolineare che la mancata conformità alle normative sull’accessibilità digitale può portare a sanzioni significative, con multe fino al 5% del fatturato e altre penalità amministrative e disciplinari. La creazione di un sito web accessibile o l’adeguamento di un sito esistente alla normativa è un lavoro che richiede tempo e un investimento significativo, ma per molti brand rappresenta anche l’occasione per costruire una solida reputazione online e per incrementare la fiducia del proprio pubblico di riferimento. 

Se devi adeguare i tuoi prodotti o servizi all’EAA, hai ancora qualche mese di tempo prima dell’entrata in vigore della normativa, ma ti suggeriamo di non aspettare l’ultimo momento. Definire subito un piano strategico, infatti, è fondamentale per evitare ritardi che potrebbero non solo esporre la tua azienda a delle multe, ma anche comprometterne la credibilità.

Invece di considerare l’adeguamento come un obbligo, trasformalo in un’occasione da sfruttare a tuo vantaggio. Affidandoti a professionisti qualificati, potrai rispettare le nuove linee guida in tema di accessibilità e, al contempo, rendere i tuoi prodotti e servizi più fruibili e inclusivi per tutti.

MGvision è al tuo fianco per aiutarti a raggiungere questi obiettivi: dopo un’accurata analisi tecnica, individueremo le aree critiche da ottimizzare e ti proporremo soluzioni personalizzate per allineare il tuo sito, i tuoi servizi e i tuoi prodotti alle disposizioni dell’Accessibility Act, suggerendoti ulteriori interventi per rendere l’esperienza utente più gradevole e la navigazione sul tuo portale ancora più fluida ed intuitiva. Il nostro team di esperti, inoltre, potrà studiare per te delle strategie di marketing efficaci finalizzate a raggiungere nuovi clienti e annunci pubblicitari inclusivi, nel rispetto della legge sui mercati digitali. Scopri tutti i nostri servizi e contattaci se vuoi ricevere maggiori informazioni.

Che differenza c’è tra marketing multichannel e omnichannel?

Il marketing che conquista il mercato: ecco la differenza tra multichannel e omnichannel 

Dalle vetrine agli smartphone, il modo di fare shopping è cambiato radicalmente. Oggi, prima ancora di entrare in un negozio, molti consumatori hanno già deciso cosa acquistare, confrontando online prezzi o modelli e leggendo recensioni. Questa trasformazione impone ai negozi tradizionali e ai grandi brand una riflessione strategica: come adattarsi al comportamento di acquisto digitale e valorizzare le opportunità offerte da questa evoluzione?

I consumatori di oggi desiderano non solo convenienza, ma vogliono anche vivere esperienze d’acquisto gratificanti. Spaziano fluidamente tra negozi fisici e canali online, interagendo con app, siti e touchpoint digitali. Ciò rende indispensabile per le aziende sviluppare un approccio integrato e flessibile, capace di sfruttare al massimo i canali di comunicazione e di vendita, adattandosi alle preferenze del proprio pubblico.

In questo scenario, la distinzione tra strategie di marketing multichannel e omnichannel è fondamentale: saperle riconoscere e applicare può contribuire a rispondere in modo efficace ai bisogni dei clienti e a migliorare la customer experience. Sebbene questi due approcci possano sembrare simili, infatti, le differenze sono sostanziali. Scopriamo insieme le peculiarità di ognuno e quale strategia può  supportare meglio il successo del tuo brand.

Omnichannel VS multichannel marketing: le due strategie a confronto

La strategia omnichannel mira a ottimizzare l’esperienza del consumatore utilizzando in modo integrato e sinergico molteplici canali di comunicazione, sia online che offline. 

L’obiettivo è proporre al cliente un’immagine del brand ben definita e coerente, per garantire un’esperienza di vendita personalizzata e soddisfacente a prescindere dal canale utilizzato, che sia fisico, come il retail, o il call center, oppure online come App, social media, sito web, e-commerce.  

Il focus di questa strategia è quindi il cliente e il suo percorso di acquisto, che diviene fluido e senza ostacoli, attraverso una coerenza online e in-store. 

La gestione integrata dei canali di contatto con i consumatori è alla base della strategia omnicanale. Tutte le informazioni veicolate dall’azienda, come le caratteristiche dei prodotti, i prezzi, le opzioni di acquisto e le modalità di spedizione, devono infatti essere coerenti tra loro sui vari canali di comunicazione scelti. 

L’immagine del brand, sia online che offline, deve risultare chiara, riconoscibile e trasmettere unicità. 

Un innegabile vantaggio della strategia omnichannel è il fatto che consente di inviare al cliente comunicazioni personalizzate grazie allo scambio di informazioni tra i vari touchpoint con i quali il consumatore entra in contatto. Un esempio concreto può essere quello di un cliente che si reca in negozio per utilizzare uno sconto ricevuto tramite l’app.

Anche la strategia multichannel prevede l’utilizzo di più canali per entrare in contatto con il consumatore, ma senza che vi sia alcun tipo di interazione o scambio di comunicazioni tra loro. Ogni canale, che si tratti di negozio fisico, App o e-commerce, opera in modo autonomo e indipendente e la conseguenza è che l’esperienza del cliente può variare in base al canale scelto. Le promozioni e la disponibilità dei prodotti possono ad esempio essere differenti se il cliente conclude un acquisto tramite il sito o presso il negozio fisico. 

Il vantaggio di questa strategia è che l’azienda riesce ad essere presente su molti canali, aumenta la sua visibilità e riesce a raggiungere un pubblico molto ampio. Per contro, l’approccio multichannel non consente di raccogliere dati utili a profilare i comportamenti dei clienti e può inoltre essere difficile gestire più canali singolarmente. 

La principale differenza tra marketing multichannel e omnichannel risiede quindi in un approccio diverso alla gestione della customer experience, cambia cioè il modo in cui l’azienda interagisce con il cliente. Mentre la strategia omnichannel mira a rendere qualitativamente superiore l’esperienza di acquisto offerta al cliente, la strategia multichannel si concentra sul maggior numero di canali di interazione. 

La scelta dell’approccio migliore dipende dalle esigenze dell’azienda, la strategia multichannel può essere un buon punto di partenza per le aziende che mirano a diversificare i canali di vendita, ma ragionando nel lungo periodo la strategia omnicanale è la soluzione migliore per incrementare le vendite e aumentare le fidelizzazioni poiché offre ai clienti un’esperienza di acquisto più completa e soddisfacente. 

Comunicazione e marketing omnichannel: ecco quali sono i benefici per le vendite

Il marketing omnichannel ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si rapportano ai consumatori. Offrire un’esperienza di acquisto personalizzata e perfettamente integrata su tutti i touchpoint si rivela un approccio conveniente per i clienti, ma anche per le aziende, ecco alcuni dei vantaggi:

  • Migliora la customer experience. L’esperienza del cliente è uniforme qualsiasi canale scelga, dal sito allo store fisico. L’azienda inoltre può interagire con i clienti in modo diretto e attraverso diversi canali, inviando loro comunicazioni personalizzate, ad esempio rispondendo a richieste giunte via social o tramite l’assistenza online di un e-commerce. Maggiore attenzione e più assistenza, migliorano l’esperienza di acquisto dei clienti invogliandoli, quindi, a fare nuovi acquisti in futuro.
  • Aumenta la fidelizzazione dei clienti. La strategia omnicanale offre ai consumatori una possibilità di scelta molto ampia nel momento in cui devono portare a termine il loro processo di acquisto, ciò consente di soddisfare un maggior numero di persone che di conseguenza si legano al brand. In base ad una ricerca condotta dalla società di analisi di mercato Aberdeen Group, le aziende che adottano una strategia omnichannel riescono a fidelizzare l’89% dei clienti, il tasso di fidelizzazione scende invece al 33% per le aziende che non si affidano alla stessa strategia. 
  • Viene ottimizzato il processo di vendita. I diversi canali, integrandosi a vicenda, incrementano le possibilità di vendita e permettono anche di raccogliere dati utili per profilare i clienti, conoscere le loro preferenze e proporre di conseguenza prodotti e servizi in linea con i loro interessi.  La strategia omnichannel consente di comunicare in modo fluido e sinergico con i clienti semplificando e ottimizzando il processo di vendita. Un esempio pratico può essere quello di un cliente che nota un prodotto su Instagram e lo acquista sul sito web usufruendo di una promozione online pubblicizzata tramite il social. 

Come definire una strategia di marketing omnichannel e a chi rivolgersi?

Possiamo quindi affermare che il marketing omnicanale è una strategia vincente per essere competitivi sul mercato, ma all’atto pratico, cosa deve fare un’azienda per strutturare un’attività di questo tipo?

Ecco alcune regole fondamentali da rispettare:

  • Definire degli obiettivi chiari e precisi. Individuare gli obiettivi di business da raggiungere è il punto di partenza per decidere i canali di comunicazione da sfruttare nella strategia di marketing e di conseguenza anche il tipo di messaggio da trasmettere.
  • Individuare il target di clientela. Individuare il proprio target di “clienti tipo” permette di inviare loro messaggi personalizzati, mirati, capaci di catalizzare la loro attenzione, scegliendo anche i canali giusti per farlo. Per raggiungere una determinata fascia di clientela, affidarsi solo a un sito web o a una pagina social potrebbe rivelarsi inefficace, e sarebbe utile affiancargli un marketplace. L’importante è comunque che i canali siano ben integrati tra loro, per permettere all’utente finale di acquistare i prodotti, o rivolgersi all’assistenza, a prescindere dal canale con cui si sta interfacciando in un dato momento.
  • Monitorare dati e risultati. Analizzando i comportamenti di acquisto dei clienti e i dati delle vendite si possono raccogliere importanti informazioni per comprendere l’andamento della strategia messa in atto e capire se possa essere necessario apportare delle modifiche per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Una customer experience smart, veloce e soddisfacente resta il vero obiettivo di una strategia di marketing omnichannel. Migliorando l’esperienza di acquisto dei clienti è possibile infatti valorizzare la brand identity aziendale e rendere il marchio noto e affidabile. 

Tra i servizi omnichannel maggiormente apprezzati dai clienti troviamo:

  • il Click & Collect, cioè il servizio che permette di ordinare online e ritirare in negozio;
  • la possibilità di controllare online se un articolo è disponibile presso lo store fisico;
  • acquistare online avendo la garanzia di poter fare un reso in negozio.

Dopo aver chiarito la differenza tra multichannel e omnichannel, potrebbe sorgere spontanea una riflessione: come mai ancora tante aziende non hanno adeguato il proprio business all’omnicanalità?

Una ricerca condotta dall’Osservatorio  Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano, ha messo in evidenza che la maggior parte dei consumatori apprezza l’approccio omnicanale, eppure sono ancora poche le realtà aziendali che stanno sfruttano le potenzialità di questa strategia, in base al campione dello studio, parliamo solo del 6%. Per il 52% delle imprese i problemi sono legati alla difficoltà di adeguare il proprio sistema informatico e organizzativo alla strategia omnicanale. Questo immobilismo e questa arretratezza digitale si traducono però in una importante perdita di opportunità delle vendite. 

Se questo è il tuo caso, è arrivato il momento di rendere la tua azienda competitiva sul mercato investendo in una buona strategia di marketing che ti consenta di raggiungere risultati concreti e misurabili. Non sai come fare? Parliamone!

Richiedendo la consulenza in web marketing di MGvision puoi scoprire come migliorare la tua visibilità online e a pianificare una campagna adeguata al tuo mercato di riferimento.  Raccontaci quali sono i tuoi obiettivi e i risultati che intendi raggiungere, ti aiuteremo a individuare i canali più adatti per sostenere e incrementare il tuo business. 

Vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci

UX writing: come impostare correttamente una thank you page

Come creare una thank you page efficace: tutti gli strumenti per aumentare le conversioni

Una semplice parola, ma dal potente significato: a volte basta un “grazie”, detto nel modo giusto e al momento opportuno, per costruire un buon rapporto con il cliente e farlo sentire apprezzato per l’azione che ha appena compiuto. 

La thank you page, o pagina di ringraziamento, rappresenta l’ultimo step di un ideale funnel di acquisto al quale gli utenti arrivano di solito tramite una landing page, una newsletter o la compilazione di un form. E proprio perché è il tassello finale a completamento di un percorso, ha un’importanza strategica.

Dire grazie all’utente per l’iscrizione, l’acquisto o il download effettuati, infatti, è molto più di una semplice formalità: in base ai dati raccolti da diverse ricerche fatte sul ruolo dei touchpoint, inclusi quelli brand-owned, le aziende che sanno come creare una thank you page efficace riescono ad aumentare significativamente il tasso di fidelizzazione dei clienti e di conseguenza le conversioni. 

Ma i risultati che si possono ottenere sono anche altri e te li illustriamo in questo articolo, insieme alle best practice che consentono di ottimizzare al massimo questa pagina e far sì che l’esperienza dell’utente sia completa e soddisfacente.

A cosa serve esattamente e come creare una thank you page?

Le thank you page non sono tutte uguali. Il loro contenuto varia, infatti, in base ad una serie di fattori, tra cui: 

  • il tipo di azione che ha compiuto l’utente e che lo ha reindirizzato sulla pagina;
  • lo step successivo che dovrà compiere.

Oltre a ringraziare l’utente per l’azione fatta e dare conferma che sia stata effettivamente registrata, questa pagina serve anche a:

  • rassicurare l’utente sulla correttezza della procedura effettuata, migliorando la sua esperienza di navigazione e creando con lui un rapporto di empatia;
  • proporre ulteriori azioni successive, come ad esempio iscriversi ai profili social dell’azienda o visitare altre pagine;
  • raccogliere altri dati, ad esempio chiedendo un feedback sull’esperienza appena vissuta. 

Una thank you page ben strutturata può trasformare un visitatore in un cliente fidelizzato, offrendo un’esperienza positiva di navigazione e di acquisto. Rappresenta anche una preziosa opportunità per coltivare la relazione con i clienti già acquisiti e spingere a compiere altre azioni come iscriversi ad una newsletter o condividere la sua esperienza sui social media.

Gli obiettivi da raggiungere possono essere diversi, in base a come viene ideata puoi quindi sfruttare le potenzialità di una pagina di ringraziamento per:

  • migliorare la brand awareness della tua azienda;
  • incrementare le vendite;
  • raccogliere feedback da parte dei consumatori;
  • effettuare delle ricerche di mercato. 

Vediamo, quindi, come creare una thank you page impostandola correttamente e quali sono gli elementi generali che non possono assolutamente mancare.

Gli elementi che non possono mancare in una thank you page efficace

Come abbiamo visto, la thank you page rappresenta l’ultimo importantissimo tassello del processo di conversione. Se vuoi trasformare questa pagina in un potente strumento di marketing devi quindi progettarla con cura tenendo bene a mente quali sono i tuoi obiettivi e il tuo pubblico di riferimento. In tutte le pagine di ringraziamento ci sono però degli elementi comuni, che non possono assolutamente mancare, ecco quali sono.

  • Messaggio chiaro e conciso. Nel decidere cosa scrivere per ringraziare un cliente è meglio scegliere parole dirette e sincere. L’utente deve comprendere quanto hai apprezzato l’azione che ha compiuto e al tempo stesso deve essere rassicurato che tutto sia andato a buon fine. Umanizzare il messaggio è una buona strategia, chiama quindi il cliente per nome e utilizza un tono di voce caldo, evitando frasi neutre.
  • Risposta all’aspettativa. Se l’utente ha compilato un form per poter scaricare un file o vedere un tutorial, è chiaro che il contenuto della pagina deve in primis rispondere alla richiesta, inserendo i documenti o i link per accedere a quanto promesso.
  • Contenuti aggiuntivi. Che si tratti di prodotti correlati a quello appena acquistato, o di articoli da leggere, puoi stimolare ulteriormente l’interesse dell’utente inserendo una call to action chiara che consente di compiere un ulteriore step che porta avanti il processo di conversione già compiuto.
  • Bottoni social. La pagina di ringraziamento è un buon mezzo per fidelizzare i clienti invogliandoli a seguire i canali social dell’azienda dove tra l’altro possono condividere l’azione che hanno appena effettuato. Questa strategia è molto efficace per aumentare la propria audience. Per spingere gli utenti a seguire le pagine social si può pensare anche ad un incentivo come ad esempio un buono sconto sul prossimo acquisto.
  • Form di iscrizione alla newsletter. Informa il cliente che può restare in contatto con l’azienda ed essere aggiornato su sconti, novità o promozioni semplicemente iscrivendosi alla newsletter. Il link da seguire deve essere accompagnato da un messaggio chiaro e ben visibile.
  • Raccolta feedback. Un breve questionario può esserti utile per conoscere meglio il tuo pubblico e capire come e in che modo migliorare il servizio. Analizzando le risposte puoi inoltre conoscere meglio il tuo target di clienti per proporre loro in futuro promozioni mirate.
  • Risorse utili e testimonianze. I clienti possono trovare utili degli articoli o dei video tutorial in cui viene spiegato come utilizzare il prodotto appena acquistato. Allo stesso modo leggere le opinioni dei clienti che già hanno provato il prodotto o il servizio li rende più sicuri dell’acquisto effettuato e aumenta la loro fiducia verso il brand.  

Ulteriori consigli per rendere più efficace una pagina di ringraziamento

Oltre a quelli che ti abbiamo elencato ci sono anche altri elementi che puoi decidere di inserire nella tua thank you page per migliorarne l’efficacia e renderla più performante alle tue esigenze,  aiutandoti a ottenere risultati in termini di visibilità o conversioni.

Per conquistare ulteriormente l’utente che ha appena compiuto un’azione specifica puoi invogliarlo a esplorare i contenuti sul tuo sito, in questo modo lo aiuterai a prendere ulteriore confidenza con il brand. Per fare questo basta aggiungere il menù di navigazione del sito nella thank you page, in questo modo l’utente che vuole approfondire un argomento saprà esattamente dove cercare. 

Un’altra idea è quella di accompagnare l’utente nella creazione di un account personale dal quale può effettuare acquisti anche in futuro. Molte aziende propongono agli utenti di registrarsi al termine della procedura di acquisto, ma questa scelta si rivela spesso infruttuosa perché i clienti hanno l’impressione di essere disturbati e preferiscono quindi abbandonare e uscire dalla pagina. Inserendo invece la possibilità di registrare un account nella pagina di ringraziamento, la procedura risulta meno fastidiosa ed è anche più veloce perché il cliente ha già inserito tutti i suoi dati per concludere l’acquisto appena effettuato.

Giocando poi sul meccanismo psicologico che ci spinge a razionalizzare il post acquisto, un’opzione interessante è quella di inserire nella thank you page un messaggio che ricordi ai clienti i vantaggi del loro acquisto, sottolineando quale sarà l’impatto positivo dell’investimento appena fatto sulle loro vite. 

Non sai come creare una thank you page? Affidati a MGvision!

Come già accennato, la pagina di ringraziamento è il passaggio finale di un processo di conversione. Ciò significa che misurando il numero di utenti che arriva su questa pagina puoi ottenere dei dati veritieri su quante conversioni hai generato. 

Oltre ai testi, per creare una thank you page efficace è necessario studiare con cura la grafica, aggiungendo anche immagini che siano intuitive e in linea con la call to action. Insieme ad un’attenta scelta dei colori e dei font è possibile realizzare una pagina capace di stimolare negli utenti un sentimento positivo, rafforzando la convinzione di aver compiuto l’azione giusta. 

La pagina di ringraziamento deve ovviamente essere collegata a un sito web o a una landing page efficace. Proprio per questo, la cosa migliore che puoi fare è affidarti a dei professionisti del web che sappiano esattamente come costruire e rafforzare la tua presenza online.  

Rivolgendoti ad MGvision hai a tua disposizione uno staff di esperti pronto a studiare per te strategie di web marketing efficaci che possono aiutarti ad attirare l’attenzione di potenziali clienti e migliorare il tuo funnel di vendita.

Scegliendo gli strumenti di web marketing giusti puoi sfruttare al meglio le potenzialità della rete e far crescere ulteriormente il tuo business.

Hai voglia di raccontarci quali sono i tuoi obiettivi? Contattaci!

5 podcast sul mondo del marketing e della comunicazione da ascoltare

Sintonizzati sul successo: ecco alcuni podcast sul marketing da ascoltare assolutamente

Vuoi potenziare le tue competenze nel marketing o desideri semplicemente esplorare questo affascinante mondo più in profondità? Se vuoi sperimentare un approccio innovativo in tal senso, i podcast sul marketing offrono un’opportunità imperdibile per accedere a contenuti aggiornati e stimolanti. 

Ma cosa si intende per podcast?

Il podcast è un contenuto audio registrato che puoi ascoltare in qualsiasi momento e in qualunque posto, anche mentre svolgi altre attività. Se individui un autore che ti ispira o un argomento che ti interessa, puoi iscriverti e scaricare le puntate pubblicate periodicamente sui tuoi dispositivi, in modo tale da ascoltarle anche offline, durante un viaggio o una sessione di sport.

Su piattaforme come Google Podcast o Spotify puoi trovare una vasta gamma di podcast sulla comunicazione e molti altri argomenti, dove degli esperti del settore condividono le loro esperienze offrendo approfondimenti unici su una grande varietà di tematiche.

Quello che hai a disposizione, quindi, è una risorsa inesauribile e preziosa per acquisire competenze che possono farti crescere professionalmente.

Come scegliere un podcast sul marketing valido e interessante

In un panorama sempre più ricco e diversificato, orientarsi nella vasta offerta di podcast disponibili sulle principali piattaforme di streaming può risultare una sfida.

Ecco quindi dei consigli per filtrare i podcast di qualità sul marketing e sulla comunicazione, selezionando quelli meglio rispondono ai propri interessi o alle proprie curiosità:

  • Circoscrivi l’argomento. Per trovare contenuti in linea con i tuoi interessi fai una ricerca per argomento e controlla i podcast che sono più popolari. Seleziona quindi quelli che ritieni possano essere interessanti, man mano ne troverai tanti altri correlati.
  • Individua il format che ti piace. I podcast possono essere realizzati in quattro diversi formati: intervista, free talk, narrative e scripted. Scegli quello che preferisci e riuscirai a individuare più rapidamente le tipologie che potrebbero interessarti di più.
  • Controlla la struttura del podcast. A caratterizzare i podcast di maggior successo è la struttura chiara, precisa e ben definita. Gli argomenti trattati devono essere elencati e riassunti in punti chiave. 
  • Valuta il conduttore. Se è una figura autorevole che conosci e apprezzi, potresti aver trovato il podcast adatto a te. Se invece non lo conosci, cerca di capire se tratta gli argomenti in modo equilibrato e con affermazioni verificabili. Anche il suo stile di conduzione, se unico e interessante, potrà fare la differenza.

5 podcast sul marketing per professionisti o appassionati del settore

Consigli, strategie efficaci, storie di successo e case study da cui partire: quali sono i podcast di maggior successo che parlano del mondo della comunicazione e del marketing? 

Abbiamo pensato di suggerirtene 5, ecco quali:

  1. Content Marketing Italia, di Alessio Beltrami. Nelle puntate del suo podcast Beltrami porta gli ascoltatori alla scoperta delle infinite possibilità e potenzialità del Content Marketing attraverso interviste e case study reali che forniscono importanti spunti di riflessione.
  2. Storie di Brand, di Max Corona. È tra i podcast più ascoltati in Italia e ha vinto anche il premio Cultura Digitale nel 2020. Senza tralasciare aneddoti e storie personali, viene raccontato in che modo i grandi brand sono arrivati al successo puntando su strategie di marketing vincenti. Grande spazio è riservato, inoltre, all’arte di emozionare attraverso lo storytelling e alla narrazione efficace.
  3. Il podcast degli imprenditori digitali, di Dario Vignali. Il CEO e cofounder di Marketers approfondisce le principali strategie di digital marketing, illustrando anche come e quando applicarle. Nel podcast Vignali regala anche preziosi spunti per lavorare sulla propria crescita personale e su quella professionale.
  4. Il podcast di Marco Montemagno. Con il nome di zio Morty, dal 2015, Marco Montemagno ha iniziato a pubblicare video su marketing e imprenditoria sui principali canali social. Il suo podcast è la trasposizione di molti di questi contenuti, che affrontano gli argomenti più disparati pur restando fedeli al tema originale.
  5. Consulenti di Web Marketing, di Alessandro Mazzù. Comunicazione online, crescita personale e strategie di web marketing: basandosi su queste tematiche Mazzù fornisce agli ascoltatori consigli pratici su come conquistare e gestire i clienti. Non mancano spunti sul Content Marketing e sul Brand Storytelling. 

Dalla teoria alla pratica: scopri le potenzialità del web marketing con MGvision

Le iniziative di web marketing che puoi mettere in atto per far crescere la tua azienda e promuovere il tuo brand sono davvero molte. 

Se vuoi capire quale strategia si adatta meglio al tuo target di clienti e ai tuoi obiettivi, la cosa migliore che puoi fare è rivolgerti a dei professionisti del settore che sappiano guidarti al meglio, partendo da un’attenta analisi dei dati. 

Richiedendo la consulenza di un’agenzia di web marketing come MGvision puoi aumentare la visibilità e la popolarità online del tuo brand e migliorare la comunicazione con il tuo pubblico grazie alla creazione di contenuti efficaci

Scopri tutto quello che possiamo fare per te: contattaci per fissare un appuntamento!

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