Perché lo studio del naming e del logo può contribuire al successo di un brand
Come nasce un brand memorabile? Tutto inizia dallo studio del naming e del logo, elementi essenziali per definire l’identità di un’azienda e renderla riconoscibile nel mercato. Il nome e l’immagine visiva che lo accompagnano non sono, infatti, semplici dettagli, ma strumenti strategici che influenzano la percezione del pubblico, differenziano il marchio dalla concorrenza e creano un legame emotivo con i consumatori.
Trovare il giusto equilibrio tra creatività e strategia è quindi fondamentale per costruire un’identità solida e coerente: il nome deve esprimere i valori dell’azienda e trasmettere un messaggio chiaro, mentre il logo deve rafforzarne l’impatto visivo e facilitarne la memorizzazione. Un brand ben progettato, d’altronde, attira l’attenzione e allo stesso tempo comunica autorevolezza e affidabilità, ponendo le basi per un rapporto di fiducia con il pubblico.
Ma come si sviluppano un naming e un logo realmente efficaci? Quali elementi vanno considerati per garantire che siano in linea con la mission dell’azienda e siano capaci di posizionarla correttamente? Sebbene non esista una regola valida per tutti, il marketing fornisce indicazioni preziose per costruire un’identità forte e distintiva. Scopriamole insieme.
Dall’idea al brand! Come scegliere il nome e il logo giusti
La prima azione da compiere è definire l’identità e i valori del brand, mentre il passo successivo è trasformarli in un nome e in un’immagine visiva capaci di rappresentarli al meglio. Lo studio del naming inizia, in particolare, con la redazione di un naming brief, un documento essenziale in cui vengono delineati gli elementi chiave del marchio: mission, vision, posizionamento e target di riferimento. Questo passaggio è fondamentale per individuare la personalità e il tono di voce più adatto a comunicarla in modo efficace, spesso prendendo ispirazione dagli archetipi narrativi, strumenti potenti per costruire un’identità autentica e riconoscibile.
Una volta stabiliti questi punti, si può dare spazio alla creatività e iniziare a riflettere sulle caratteristiche che il nome dovrebbe avere. Deve essere descrittivo o evocativo? Giocoso o istituzionale? Meglio un termine reale o una parola inventata? Per rendere il processo più semplice, si possono identificare dei gruppi di parole e concetti che rappresentano l’essenza del brand, in modo da trovare termini e riferimenti adatti a comunicarne l’identità e a rafforzarne la posizione nel mercato.
In generale, un naming efficace dovrebbe essere:
- originale, per distinguersi dalla concorrenza e risultare unico nel mercato;
- breve e immediato, così da essere ricordato con facilità;
- coerente con il brand, ovvero rispecchiare la sua storia, i suoi valori e il settore di appartenenza;
- facile da pronunciare e dal suono armonioso, per favorire la diffusione e la memorizzazione;
- evocativo, cioè capace di suscitare immagini ed emozioni positive nei consumatori.
Tuttavia, la scelta di un nome non è l’ultimo step del processo. Prima di adottarlo ufficialmente, è necessario condurre una ricerca di mercato per verificare che non esistano competitor con nomi simili, evitando il rischio di creare confusione tra i clienti. È altrettanto importante controllare la disponibilità del dominio web e dei profili social corrispondenti, elementi essenziali per costruire una forte presenza online. Inoltre, per testarne l’efficacia, si possono raccogliere feedback attraverso sondaggi o focus group, coinvolgendo direttamente il target di riferimento.
Solo dopo aver superato queste fasi, si può procedere alla registrazione del marchio e all’acquisto del dominio, assicurandosi che il brand abbia una base solida su cui costruire la propria identità nel mercato. Un naming e un logo ben studiati non sono solo un biglietto da visita, ma una leva strategica per distinguersi, comunicare autorevolezza e lasciare un’impronta duratura nella mente dei consumatori.
Brand naming: ecco l’esempio dei grandi marchi
Giochi di parole, troncature, errori ortografici voluti, le tecniche da cui partire per creare un brand naming possono essere davvero molte, eccone alcune utilizzate dalle grandi aziende:
- Analogie, neologismi, metafore. Parole inventate, anche derivate da altre possono diventare termini comuni, è il caso di Twitter, Pixar, Adidas o Kodak.
- Vocaboli già esistenti o presenti nel linguaggio comune. Apple e Svelto sono due grandi esempi, ma c’è anche WhatsApp, che nasce dal colloquiale “What’s up?”.
- Unione di parole. Microsoft nasce dall’unione di “micro” e “software”, e così anche Facebook e YouTube.
- Origine mitologica. Pandora si ispira al famoso vaso della mitologia greca, Nike invece alla dea della vittoria.
- Parole straniere. Perfetto per un nome dal carattere internazionale come Shopify che combina i termini “shop” e “simplify” per far capire che “rende più semplice lo shopping online”.
- Parole onomatopeiche. Sono più semplici da memorizzare, pensiamo a Tic Tac, BlaBlaCar, TikTok, Crick Crock.
- Acronimi o sigle. Poche lettere che si ricordano bene, è il caso di H&M, LG, BMW.
- Nomi di luoghi. Pensiamo ad esempio a Nokia, Philadelphia, Zara.
- Nomi di persona. Scelta tanto semplice quanto vincente, è piuttosto comune nel settore della moda, per esempio Gucci, Valentino, Armani, ma non solo. Per citare altri grandi brand, Ford, McDonald’s, Walt Disney.
- Frasi brevi. Il nome di un brand può essere anche una frase, come Quattro Salti in Padella o Victoria’s Secret.
Consigli utili ed errori da evitare quando si sceglie il nome di un brand
Definire un brand naming efficace non è solo una questione di creatività, ma anche di strategia. Tuttavia, nella ricerca del nome perfetto, è facile incappare in errori che ne riducono l’efficacia e ne compromettono la longevità.
Ecco alcuni cose da evitare per non penalizzare il brand fin dalla sua nascita:
- Nomi troppo complessi o difficili da pronunciare. Se il pubblico fatica a ricordare un nome o a pronunciarlo correttamente, il rischio è che il marchio venga ignorato o frainteso.
- Termini con connotazioni negative. Alcune parole possono avere significati poco appropriati in altre lingue o culture, creando problemi in caso di espansione internazionale.
- Seguire una moda passeggera. I trend cambiano rapidamente e un nome che oggi sembra attuale potrebbe risultare obsoleto in pochi anni, rendendo necessario un rebranding.
- Scegliere un nome troppo simile a quello di un altro brand. Anche se appartiene a un settore diverso, la somiglianza può generare confusione nei consumatori e creare difficoltà nel posizionamento online, penalizzando le strategie SEO.
Un nome di successo è quello che resiste al tempo, si distingue dai competitor e riflette in modo autentico i valori del brand. Evitare questi errori aiuta a costruire un’identità forte e duratura, in grado di affermarsi nel mercato con coerenza e riconoscibilità.
Dai un’identità unica al tuo brand con MGvision!
A questo punto avrai compreso che la scelta del naming richiede pianificazione e metodo. Non esiste un’unica formula vincente, ma il nome giusto è quello che rappresenta al meglio la tua azienda o il tuo prodotto, comunicando i valori del brand e supportando gli obiettivi di business.
In MGvision, trasformiamo la tua idea in un brand forte e riconoscibile attraverso un processo strutturato e strategico e costruiamo una strategia di marketing su misura per rafforzare la tua posizione sul mercato e massimizzare la tua visibilità online. Non lasciare che il tuo brand passi inosservato. Contattaci o vieni a trovarci nella nostra sede di Roma per costruire insieme un’identità di marca autentica e di impatto.