Perché una scheda prodotto fatta bene può aiutare il tuo e-commerce

Informare e guidare: ecco le best practice per l’ottimizzazione delle schede prodotto in chiave SEO

Gestisci un sito e-commerce o stai per aprirne uno? Dopo la scelta della piattaforma gestionale, lo studio e il miglioramento della user experience e l’organizzazione delle categorie, arriva il fatidico momento di dedicarsi all’ottimizzazione delle schede prodotto, un aspetto SEO spesso sottovalutato anche dai grandi brand, ma di fondamentale importanza.

Perché le schede prodotto sono così importanti?

I prodotti sono il cuore pulsante del tuo business e ne determinano il successo.

Per venderli, però, è necessario farli conoscere non solo attraverso una strategia di digital marketing integrata, ma anche “semplicemente” con delle descrizioni efficaci. Qui entra in gioco la scheda prodotto, quella pagina in cui si trovano i contenuti testuali e multimediali relativi a un determinato articolo del negozio online. Questa svolge l’importantissima funzione di informare l’utente sulle caratteristiche del prodotto e di guidarlo all’interno del buyer’s journey, ovvero il processo di ricerca che percorre ogni persona prima di effettuare un ordine o un acquisto online.  

Più che a convincere la scheda prodotto serve a informare.

Immagina, ad esempio, di dover acquistare uno smartphone online: ti servirà sicuramente conoscere le sue caratteristiche tecniche e saranno importantissime anche le foto che dovranno offrire una descrizione il più possibile realistica del prodotto.

Tutti i vantaggi di avere delle schede prodotto SEO oriented sul tuo sito

Ottimizzare una scheda prodotto non significa solo inserire tutte le informazioni necessarie a chi già sta consultando quella pagina, ma far in modo che questa venga trovata da chi cerca quel determinato prodotto sul web.

In pratica, è necessario lavorare sulla SEO (Search Engine Optimization) per avere più chance che Google mostri quel determinato prodotto nella SERP, ovvero la pagina dei risultati del motore di ricerca, e ottenere più visite da potenziali acquirenti e di conseguenza vendite.

Nello specifico, le schede prodotto ben fatte e ottimizzate in chiave SEO ti permettono di raggiungere degli obiettivi essenziali:

  • ottenere visibilità su Google per i tuoi prodotti
  • generare conversioni
  • migliorare la SEO di tutto il sito e-commerce

Infatti, delle schede prodotto poco curate non ti consentiranno di posizionarti per delle parole chiave strategiche o per loro correlate e, nel caso tu abbia un sito con migliaia di prodotti, avrai un gran numero di pagine inutili e deleterie che andranno ad inficiare sul punteggio di autorevolezza che il motore di ricerca ha attribuito al tuo dominio.

Come ottimizzare le schede prodotto del tuo e-commerce in 5 step

come ottimizzare schede prodotto e-commerce

L’ottimizzazione delle schede prodotto richiede un lavoro complesso e articolato.

Ecco cosa ti suggeriamo di fare per ottenere dei buoni risultati in termini di posizionamento e acquisti:

  1. Descrivi bene i prodotti e organizza le informazioni

Alla base deve esserci un testo originale e ricco di informazioni che descriva il prodotto in modo approfondito, ma anche interessante. Le informazioni devono essere ben strutturate (H2, H3, elenchi puntati, grassetti ecc.) per favorire la lettura della scheda che sappiamo deve essere molto veloce. Per questo, metti in evidenza le caratteristiche più importanti e chiarisci ogni dubbio.

Ricorda che è indispensabile, anche nelle schede prodotto, adeguare il tono di voce dei testi al tuo pubblico di riferimento e a quello del tuo brand.

  1. Inserisci le immagini

Ogni scheda prodotto deve contenere più immagini (una principale e altre correlate) in alta risoluzione che consentano di vedere bene il prodotto da ogni angolazione. Grazie a specifiche funzioni, puoi anche prevedere uno zoom approfondito o anche aggiungere un video per rendere ancora più coinvolgente l’esperienza. Ricorda di ottimizzare il titolo e gli alt tag delle immagini.

  1. Ottimizza tutti gli elementi SEO della scheda prodotto

Ovvero Tag Title, Tag H1, H2 e H3 e Metadescription. Il primo è il titolo SEO ed è il più importante perché informa le persone sul contenuto e aiuta Google a decodificare le informazioni della pagina. Ogni tag title non dovrebbe essere duplicato, quindi ogni scheda deve avere un titolo diverso: questo è uno dei problemi maggiori degli e-commerce che hanno migliaia di prodotti, alcuni molto simili.

  1. Prevedi una sezione dedicata alle recensioni e dei tasti condivisione

La maggior parte degli utenti non acquista senza aver letto le recensioni e non si fida degli e-commerce che ne sono privi. I feedback si rivelano quindi utili al raggiungimento di due scopi: permettono di far sapere cosa pensa chi ha acquistato il tuo prodotto e trasmettono un senso di fiducia a chi sta pensando di farlo.

Un altro consiglio è di rendere condivisibile in pochi click il link del prodotto tramite Whatsapp, Facebook, Messenger, Gmail e così via.

  1. Non dimenticare le parole chiave

Sono il cuore della strategia SEO, la quale prevede la compilazione (preliminare o in corsa) di un piano Keyword che includa le parole chiave strategiche per la tua attività di vendita online. L’intento è quello di individuare i potenziali clienti, capire cosa cercano in relazione ai tuoi prodotti.

Oltre che lavorare sull’ottimizzazione delle schede prodotto, un’ottima idea è quella di creare un blog aziendale che consenta di avere più contenuti e aggiungere link interni ai prodotti che rimandino al tuo shop.  

Affidati a MGvision per far brillare il tuo e-commerce!

ottimizzazione schede prodotto

Come abbiamo visto, l’ottimizzazione delle schede prodotto richiede un lavoro impegnativo sotto l’aspetto sia tecnico che creativo.

Per definire una strategia e curare ogni singolo dettaglio del tuo e-commerce, puoi rivolgerti a dei professionisti del settore, come noi di MGvision che da anni ci occupiamo di sviluppo siti internet, strategie di Content Marketing e UX design, ovvero tutto ciò che ti occorre per puntare dritto al tuo target, far conoscere i tuoi prodotti e venderli rapidamente!

L’importanza del tono di voce in un piano di comunicazione

Quanto conta il tono di voce nella comunicazione di brand e come sceglierlo

Qualsiasi brand ha bisogno di raccontarsi per comunicare chi è, cosa fa e soprattutto perché. Attraverso la narrazione, ovvero l’arte dello storytelling, è infatti possibile uscire dall’autoreferenzialità, coinvolgere il pubblico di riferimento e distinguersi dai competitor. 

Se anche tu desideri mettere in pratica una strategia di marketing efficace, dovrai quindi definire il tono di voce della tua comunicazione di brand e scegliere il carattere che avrà il tuo business.

Cosa si intende con tono di voce nella brand communication

Il tono di voce (ToV) è il modo in cui il brand sceglie di comunicare la propria personalità e i propri valori e comprende diverse sfaccettature stilistiche, linguistiche, lessicali e semantiche attraverso le quali si esprimono emozioni e si influenzano quelle del pubblico. 

In altre parole, il tono di voce rappresenta il “come” più che il “cosa”, quindi “come viene espresso un concetto” anziché “cosa si dice”. Svolge una funzione simile a quella del tono di voce che ogni persona sceglie per comunicare nella vita quotidiana con riferimento all’intonazione, all’inflessione, agli accenti e così via.

Qual è lo scopo del ToV e perché è fondamentale per il successo di un brand

Come già accennato, per costruire un brand e comunicarlo, è essenziale adottare una strategia di storytelling, (quindi farlo parlare attraverso una voce) ma anche “dargli un tono”.

Il ToV, infatti, è uno strumento che definisce l’identità e permette di:

  • Umanizzare il brand. Le persone amano interagire con altre persone e i consumatori apprezzano i brand dalle personalità riconoscibili, con le quali possono entrare in sintonia. Quindi, se il business comunicherà con una voce ben precisa, sarà più facile creare un rapporto di fiducia. 
  • Influenzare e persuadere. Il ToV cambia il modo in cui viene comunicato il messaggio. In particolare, quello giusto permette di creare contenuti persuasivi che aiutano a costruire una connessione emotiva e una relazione continua con i clienti. 
  • Aumentare la consapevolezza. Trovare il modo giusto per comunicare permette di veicolare un’immagine ben precisa, quindi di affermarsi in modo inequivocabile sul mercato e aumentare la brand awareness (la notorietà del marchio). 
  • Distinguere il brand rispetto ai competitor. Un tone of voice unico e riconoscibile consente di differenziarsi dai competitor, ovvero dagli altri brand che vendono gli stessi prodotti e/o servizi. 

Il ToV, quindi, riguarda e influenza tutta la strategia comunicativa, da come presentare e promuovere i prodotti, a come rispondere ai clienti, fino a come interagire con i dipendenti. 

Quanti Tone of Voice esistono e come si distinguono

Proprio come le personalità, i tone of voice possono variare e avere diverse gradazioni. Le diverse tipologie di tono si possono riassumere in quattro macrocategorie:

  • ToV freddo: formale, tende a essere utilizzato in contesti burocratici o istituzionali, nonché  a utilizzare terminologie precise e un tono lessicale elevato. 
  • ToV neutro: professionale o addirittura onirico. È  tipico dei brand di lusso che presentano il proprio prodotto in toni precisi ma elevati. 
  • ToV caldo: amichevole e colloquiale, mette l’audience a proprio agio e comunica le informazioni in modo diretto, senza troppi giri di parole. 
  • ToV colorato: più irriverente, ironico, spesso provocatorio, tende a giocare molto con le parole e i doppi sensi, fa riferimenti a slang e appartiene a chi riesce a osare. 

Ogni categoria comprende al suo interno diverse sfaccettature che permettono di adattare il ToV alla personalità del proprio brand, quindi di personalizzarlo in base alle esigenze specifiche. Un ToV freddo potrà quindi essere anche burocratico o istituzionale, uno caldo potrà essere amichevole o colloquiale e così via. 

Come scegliere il tone of voice per comunicare il brand?

La prima domanda da porsi è quindi: “se il mio business fosse una persona come si esprimerebbe?” 

Per rispondere sarà importante stabilire degli aspetti fondamentali del brand, ad esempio: come dev’essere percepito, come deve posizionarsi rispetto ai competitor, quali sono i suoi valori e come deve rapportarsi ai clienti e ai potenziali tali.

Una volta raccolte tutte le risposte, potrai completare il piano di comunicazione con la definizione del tone of voice che senti più tuo. Ti consigliamo di redigere un vero e proprio manuale di stile, dove riportare tutte le regole di sintassi, punteggiatura, il lessico e così via. In questo modo potrai mantenere in ogni dove l’identità del tuo brand e renderlo sempre riconoscibile.

Ora che conosci a fondo l’importanza del tono di voce nella comunicazione di brand, se hai bisogno di aiuto per identificarlo e utilizzarlo sui diversi canali, rivolgiti al team di MGvision: sceglieremo lo stile e le parole più adatte per far conoscere e decollare il tuo business.

Fuori di testa, ma diversi da loro: come differenziarsi nel mercato online

Ecco come differenziarsi dai competitor e far brillare la propria azienda 

Banale quanto veritiero: ormai non esiste più un mercato, neppure di nicchia, nel quale non si debba avere a che fare con dei competitor che propongono gli stessi prodotti e/o servizi. Più di tutti, lo sviluppo dei social network e l’ascesa dell’e-commerce, hanno contribuito a creare uno scenario che, fino a qualche anno fa, sarebbe stato inimmaginabile. 

Ciò significa che la varietà dei prodotti, la qualità del proprio lavoro e il prezzo non sono più variabili sufficienti: oggi è indispensabile rendersi riconoscibili, così come creare un legame forte e duraturo con i clienti. 

Ma come differenziarsi dai competitor e costruire la propria brand identity in concreto? Ecco qualche suggerimento. 

L’importanza del branding per rendere unica la tua azienda  

Una delle prime domande che ogni imprenditore deve porsi è: “quali sono i valori che contraddistinguono la mia azienda?”. 

Tutti puntano su grandi e nobili qualità, ma che in nessun modo li differenziano realmente dalle altre realtà presenti sul mercato. 

È importante, invece, offrire al cliente un motivo valido e unico che giustifichi la scelta della propria azienda e, per farlo, è indispensabile investire le proprie forze nel posizionare, differenziare e consolidare il proprio brand.

I prodotti seguono mode, tendenze e stili, quindi possono essere spodestati nel tempo o, comunque, essere facilmente sostituibili con quelli dei competitor; se, però, il brand rappresenta un’emozione e un ideale, può ottenere la fidelizzazione del cliente che, più del prodotto in sé, sceglie di sposare la sua filosofia. 

Il segreto quindi? Fare del proprio brand il prodotto di punta

5 best practice per differenziarsi dai competitor

differenziarsi dai competitor

In un modo o in un altro, tutte le aziende comunicano: differenziarsi e trasmettere la propria personalità, senza cadere in cliché, è quindi di vitale importanza. Per evitare di veicolare un messaggio fuorviante, apparire come non si è, o semplicemente restare anonimi, bisogna però mettere in pratica delle strategie ben precise. 

Ecco allora qualche suggerimento su come differenziarsi dai competitor

1. Costruire una strategia di posizionamento 

Il posizionamento è un riflesso nella mente dei clienti che permette a un’azienda di essere percepita con delle caratteristiche distintive rispetto alle altre. 

Può essere considerato come il valore fondamentale che definisce la brand identity: un concetto di marketing nel quale vengono individuate le attività utili affinché l’identità di un’azienda risulti chiara e riconoscibile. 

Si tratta di una combinazione di elementi tangibili e non (naming, logo, payoff, offerta, punti di forza e così via) che concorrono a creare l’immagine, in senso esteso, di come la marca viene percepita e riconosciuta dalle persone.

Quello su cui puntare maggiormente sono quindi i tuoi punti di forza: quali sono gli aspetti in cui puoi essere il migliore? La politica di reso, il servizio clienti, la qualità dei materiali? Stabiliscili e mettili in risalto. 

2. Studiare un brand storytelling su misura per te

Cosa c’è di più unico della tua storia? 

Raccontarla è ciò che ti permetterà di distinguerti dai competitor in modo netto e di veicolare i valori del tuo brand.

Nel marketing, fare brand storytelling significa proprio comunicare ed emozionare attraverso la narrazione, che diventa uno strumento di visibilità e differenziazione, indispensabile per costruire il posizionamento di cui abbiamo parlato nel punto precedente. 

Attraverso lo storytelling, non solo racconterai chi sei e cosa fai, ma soprattutto come e perché, per arrivare al pubblico e stimolare un determinato desiderio.

3. Definire il tone of voice della tua azienda 

Per la creazione di testi che concorrono a fare storytelling e a creare un contatto con il pubblico, è necessario individuare un adeguato tone of voice.

Questo rappresenta la forma con cui un’impresa, attraverso la scrittura, comunica e interagisce con i propri clienti. Come gli aspetti visivi, il tone of voice, deve essere coerente con la personalità del brand, che viene così “umanizzato”. 

Si può scegliere di usare dei toni più freddi, istituzionali e professionali, oppure dei toni più caldi, amichevoli e colloquiali. Tutto dipende dagli aspetti legati al brand, al pubblico, ai competitor e alle situazioni che prevedono l’interazione. 

Per far “ascoltare la tua voce”, puoi servirti anche delle digital PR online, che permettono di differenziare il marchio sul web,  promuovendolo con contenuti ad hoc, veicolati attraverso delle fonti autorevoli. 

4. Curare gli aspetti visivi del brand

Hai mai sentito parlare di brand design? Per capire quanto gli elementi visivi siano importanti nel differenziarsi dai competitor, basti pensare che i grandi brand, grazie ad un posizionamento solido nel mercato, riescono a rendersi riconoscibili anche senza specificare il nome: chi non riconoscerebbe la Apple anche solo dalla mela, o la Nike dallo swoosh?

Tra gli elementi che compongono l’identità visiva troviamo il logo, i colori, i caratteri tipografici e le icone. 

5. Imparare dall’esperienza

Nel marketing nulla è per sempre. 

Il tempo permette di confrontarsi con i propri clienti, i competitor, ma anche ad apprendere dalla propria esperienza, aggiustando il tiro ogni volta che occorre. 

Può addirittura essere necessario passare attraverso una fase di rebranding, un processo che consente di trasformare la propria brand identity per adattarsi a nuovi scenari competitivi o al cambiamento del panorama in cui si opera, oppure rinnovare il proprio business per raggiungere un target diverso. 

(Qui ti raccontiamo come abbiamo ideato e gestito il rebranding di MGvision!).

D’altronde, è importante la coerenza in ogni parte dell’attività, ma ad una crescita o trasformazione del business, deve corrispondere un’evoluzione che può coinvolgere gli elementi più caratteristici del marchio, o solo alcuni specifici. 

Rivolgiti a MGvision per rendere unica la tua azienda!

Ora che sai come differenziarti dai competitor e quanto possa essere impegnativo sotto molti punti di vista, valuta la possibilità di affidare la costruzione del tuo brand, o la delicata fase di rebranding, a degli esperti di marketing come noi di MGvision.

Il nostro è un team multidisciplinare, composto da professionisti in grado di analizzare il tuo brand,  capire come posizionarlo nel mercato rispetto ai competitor, per poi delineare la migliore strategia di differenziazione.

 

Perché passare a Google Analytics 4 il prima possibile

Fare l’upgrade o aspettare? Ecco come e perché passare a Google Analytics 4 ora

Ogni strategia di web marketing che si rispetti deve prevedere l’utilizzo di un tool di analisi che, grazie a strumenti specifici, consenta di tracciare e misurare il traffico degli utenti e il loro comportamento, quindi di monitorare visite, conversioni e molto altro.

A tal proposito, come forse già saprai, è in atto una piccola rivoluzione: Google Analytics (GA3), uno dei più diffusi ed efficaci strumenti di tracciamento, verrà gradualmente soppiantato dalla nuova versione già disponibile di Google Analytics 4 (GA4), smettendo di registrare le informazioni a partire dal 1° luglio 2023.

Il tempo a disposizione per passare a Google Analytics 4 però, è davvero poco! Infatti, i vecchi dati statistici non potranno essere importati nella nuova versione e saranno consultabili solo per un periodo di tempo limitato e poi andranno persi definitivamente.

Ecco allora tutto ciò che devi sapere per effettuare la transizione per iniziare a utilizzare questa nuova console, indispensabile per monitorare insights e statistiche in tempo reale e fare le dovute valutazioni.

Cos’è Google Analytics 4 e come funziona?

Google Analytics 4 sta sostituendo Universal Analytics (GA3) ed ora è il tool di default per ogni nuova proprietà Google Analytics, in grado di tracciare e misurare il traffico degli utenti e il loro comportamento su siti web e app.

GA4 è gratuito, anche se ha dei limiti in termini di collezione dati e configurazione. Nello specifico, GA4 è progettato per le soluzioni di misurazione del futuro, in quanto:

  • Raccoglie i dati del sito web e dell’app per comprendere meglio il percorso del cliente.
  • Utilizza gli eventi anziché i dati basati sulle sessioni.
  • Include controlli per la privacy come la misurazione senza cookie e la definizione di modelli comportamentali e delle conversioni.
  • Possiede funzionalità predittive che offrono indicazioni senza modelli complessi.
  • Analizza le integrazioni dirette alle piattaforme multimediali che contribuiscono a incentivare le azioni.

Quali sono le novità rispetto a GA3?

Quali sono le novità rispetto a GA3?

Google Analytics 4 elabora i dati e sviluppa report secondo logiche molto diverse da GA3.

  1. Struttura interna

    GA3 si basa sulle sessioni di navigazione e sulle visualizzazioni di pagina (pageview), con la possibilità di configurare e monitorare altri tipi di interazioni (hit), secondo i modelli predefiniti. Questa categorizzazione rappresenta un limite per i tracciamenti, che spesso necessitano di interventi manuali per recuperare i dati e creare report significativi.

    Google Analytics 4, invece, è ideato proprio con l’obiettivo di superare tali limiti grazie a una struttura molto flessibile, nella quale tutti i tipi di interazione degli utenti sono considerati eventi e posti sullo stesso piano. Il sistema di tracciamento dell’utente è stato infatti perfezionato per poterlo analizzare lungo tutto il percorso di navigazione.


  2. Personalizzazione

    Sebbene in questo momento sia disponibile una selezione ridotta di rapporti preconfigurati, una delle caratteristiche più rilevanti di GA4 è la personalizzazione. Potrai realizzare report specifici sulla base delle tue esigenze scegliendo di partire da modelli predefiniti, oppure da zero con una personalizzazione totale dei report, oltre che consultarli in qualsiasi momento.


  3. Privacy degli utenti

    Inoltre, rispetto a GA3, molte interazioni non richiedono più modifiche al codice di monitoraggio per essere tracciate, una semplificazione resa necessaria anche dalla rinnovata attenzione delle autorità in tema di privacy; al centro di questo nuovo modello, infatti, non ci sono più gli utenti, ma i comportamenti (aggregati di eventi) che è possibile tracciare in modo più completo.

    Inoltre, l’anonimizzazione degli indirizzi IP in Google Analytics 4 non sarà necessaria, poiché gli indirizzi IP non verranno registrati né archiviati.

Perché installare Google Analytics 4 subito?

Perché installare Google Analytics 4 subito?

Non è solo importante passare a Google Analytics 4, ma anche farlo il prima possibile.

Dal 1° luglio 2023 Google Analytics 3 smetterà di funzionare, ma i dati pregressi saranno consultabili solo per un breve lasso di tempo (probabilmente 6 mesi) e poi andranno persi in modo definitivo.

Inoltre, i dati di Universal Analytics non sono esportabili su GA4 e, quindi, non sarà possibile fare dei confronti!

È consigliabile, quindi, procedere al più presto all’installazione di Google Analytics 4 sul proprio sito per iniziare a raccogliere dati importanti e creare uno storico di almeno un anno.

Ecco le scadenze di Google Analytics 4:

  • dal 1° luglio 2023 Universal Analytics smetterà di ricevere ed elaborare dati.
  • fino al 1° gennaio 2024 (dunque per 6 mesi), sarà ancora possibile consultare in sola lettura le property di Universal Analytics. I report si fermeranno al 30/06/2023.
  • dal 1° gennaio 2024, le property di Universal Analytics verranno definitivamente cancellate.

Ora tocca a te! Come passare a GA4 con MGvision

Ora che sai cos’è Google Analytics 4 e quant’è importante configurarlo in tempi utili per creare uno storico indispensabile a fare analisi e confronti sul tuo sito web o app, valuta la possibilità di affidare l’upgrade del tuo tool di analisi a degli esperti del settore come noi di MGvision: il nostro team sarà in grado anche di analizzare i dati e ottimizzare le tue strategie di web marketing per incrementare le conversioni e il fatturato del tuo business.

Perché dovresti investire sulle digital PR per essere credibile

Come aumentare il valore del tuo brand con le attività di digital PR

Quante volte hai prenotato un hotel, un ristorante o hai letto un libro perché te l’ha consigliato un amico? Il potere del passaparola è davvero enorme e non può dirsi ancora superato.

Oggi però, si serve di mezzi sempre più digitali.

A determinare la buona reputazione di un brand o di un’attività commerciale sul web sono soprattutto le cosiddette “fonti autorevoli”, come ad esempio importanti testate online o i principali servizi di recensioni come Trust Pilot, Google e Facebook.

Grazie ad un lavoro di strategia e di programmazione di contenuti ad hoc per ogni canale scelto, i brand e le aziende possono costruire la loro reputazione in modo capillare e strategico, mettendo in pratica una vera e propria strategia di comunicazione integrata.

Stiamo parlando delle Digital PR online.

Digital PR: cosa sono e perché sono così importanti per il tuo brand

“Digital PR” è un’espressione relativamente nuova (soprattutto per i non addetti ai lavori), che al suo interno racchiude strategie, strumenti e mezzi messi in atto per far conoscere un brand, un’attività commerciale, così come per lanciare un nuovo prodotto o servizio.

L’obiettivo è quello di aumentare presenza online e reputazione, attraverso la pubblicazione di articoli e di contenuti creati ad hoc che consentano di costruire o accrescere la fiducia nel brand.

L’attività di digital PR infatti, permette il raggiungimento di un pubblico molto vasto in pochissimo tempo ed in modo determinante, migliorando di fatto l’autorevolezza e la rilevanza sul web: in questo modo l’azienda acquisisce più facilmente clienti nella fase in cui il brand non è ancora riconosciuto online.

Inoltre, quando la strategia è ben integrata con altre (ad esempio con la SEO), è possibile “colpire” il target giusto, ottimizzando i costi e massimizzando i risultati sfruttando questa attività anche come link building di “alto livello”.

Digital PR: cosa sono e perché sono così importanti per il tuo brand

Dedicarsi alle attività di digital PR significa quindi fare digital branding, costruire e definire un percorso per differenziare un marchio sul web, con l’obiettivo di mettere in vetrina e promuovere, in modo autorevole, prodotti e servizi, dando quanto più risalto possibile a chi li produce e realizza.

Impossibile rinunciare a questa grande opportunità se si gestisce un e-commerce o si vuole lanciare un nuovo progetto digitale sul mercato online.

6 motivi per cui è strategico curare le digital PR

I motivi per investire nelle digital PR sono tanti, ma abbiamo riassunto i più importanti in questo breve elenco, in modo da focalizzare i vantaggi più evidenti che questa strategia di digital marketing offre a brand e imprenditori digitali:

  1. Accrescere la brand awareness del marchio
  2. Aumentare e migliorare la brand reputation
  3. Attirare nuovi potenziali clienti
  4. Aumentare l’autorevolezza del marchio o dei prodotti/servizi agli occhi di Google e dei clienti
  5. Migliorare la domain authority del sito
  6. Monitorare il sentiment/la percezione dell’azienda nel web

Ecco come aumentare la credibilità online con le digital PR

Ecco come aumentare la credibilità online con le digital PR

Creare un’opinione positiva sul proprio progetto/marchio non è affatto facile, perché è necessario entrare in sintonia con il pubblico al quale ci si rivolge, capire i suoi bisogni e, di conseguenza, individuare il linguaggio più idoneo per intercettarlo e “persuaderlo”.

Normalmente, gli step principali di questa strategia per aumentare la credibilità online comprendono:

  • Definizione degli obiettivi
  • Ricerca delle migliori testate, magazine, blog, ecc.
  • Studio delle strategie di comunicazione
  • Studio dei competitor
  • Elaborazione del piano editoriale
  • Scrittura e pubblicazione di articoli
  • Valutazione dei risultati per calibrare al meglio la strategia futura

Instaurare un rapporto con le testate più importanti e influenti nel settore specifico è fondamentale, perché permette di conferire valore al brand, aumentare la domain authority e la popolarità sul web: tutto ciò avviene attraverso la pubblicazione di articoli brand su testate giornalistiche online, siti di settore e portali autorevoli agli occhi di Google.

Ovviamente, di tutte queste attività se ne dovrebbe occupare un digital PR Specialist perché, se non si pianifica in modo corretto e strategico durante la fase di analisi, questo lavoro potrebbe non condurre ai risultati sperati o persino risultare inutile.

Noi di MGvision possiamo studiare per te obiettivi, mercato, target di riferimento e capire quali tecniche di digital PR attuare per coltivare e comunicare il valore del tuo brand online.

L’arte di emozionare: cos’è lo storytelling e perchè farlo

Ispirare fiducia e coinvolgere! Ecco cos’é lo storytelling e come raccontare il tuo brand

Abbattere le barriere tra ciò che fai e ciò che sei, mettere in luce l’anima che c’è dietro il tuo lavoro, porre il “come lo fai” prima del “cosa fai”.

In una parola? Raccontarsi.

È fin dalla notte dei tempi che gli uomini narrano storie per veicolare messaggi importanti, tramandare insegnamenti e coinvolgere. Sono passati millenni da quando gli antichi greci si lasciavano guidare dai miti, nel tempo l’arte di raccontare si è evoluta e trasformata, ma lo storytelling ha continuato ad avere un forte potere sulla mente umana.

Utilizzarlo, infatti, permette a chi sta dall’altra parte di fare un vero e proprio viaggio all’interno del mondo valoriale di un brand, di far conoscere un’attività nel profondo.

Ma cos’è lo storytelling e come trovare le parole e gli strumenti giusti per raccontarsi in modo originale, autentico e professionale? Facciamo un viaggio dietro le quinte di questa tecnica che non smette mai di sorprendere.

Cos’è lo storytelling e perché è così importante?

Cos’è lo storytelling e perché è così importante?

Parlare dell’azienda o raccontarla attraverso lo storytelling sono due modi diversi di comunicare un brand. Si tratta di passare dall’autoreferenzialità al coinvolgimento.

Lo storytelling è l’arte di comunicare ed emozionare attraverso la narrazione, che esce dall’aspetto ludico per diventare uno strumento di visibilità online e offline. Serve a distinguersi, a raccontare non solo chi sei e cosa fai, ma soprattutto come e perché.

Nel definire cos’è lo storytelling, infatti, è imprescindibile parlare di strategia di marketing, la quale trasmette valori attraverso codici emozionali comprensibili.

In sostanza, lo storytelling marketing è una tecnica di comunicazione in cui la storia costituisce il principale ingrediente per arrivare al proprio pubblico e stimolare un determinato desiderio.

Il modo in cui si costruisce la propria storia, diventa quindi la discriminante del successo.

D’altronde, ogni dettaglio, dalla scelta delle immagini, al modo di scrivere sul blog, a quello in cui si risponde a un commento sui social, parla di te e contribuisce a costruire il tuo brand, quella componente intangibile, fatta di percezioni e sensazioni che produce il posizionamento: il concetto che esprime la posizione occupata dal marchio nella mente del potenziale acquirente rispetto ai concorrenti.

Fare storytelling significa quindi farsi guidare da autenticità, empatia e fiducia, valori indispensabili per entrare in connessione con il proprio target, instaurare fiducia, un dialogo (mai un monologo!) e predisporsi all’ascolto per migliorare le proprie capacità di soddisfare i bisogni.

Senza alcun dubbio, un cliente particolarmente coinvolto dalle storie che raccontano il brand, o che promuovono un suo prodotto, si avvicina maggiormente alla marca, si dimostra più fedele, più engaged.

Come costruire una strategia di brand storytelling?

Come costruire una strategia di brand storytelling

Non è necessario essere delle grandi multinazionali. Qualunque azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni, da ciò che vende e dalle condizioni di mercato in cui opera può, anzi dovrebbe, usare questo strumento. Anche i liberi professionisti possono farlo, con l’obiettivo di puntare all’autenticità e rendere efficace il loro personal branding.

Ma come progettare una strategia di comunicazione attraverso la narrazione?

Le esigenze di una particolare azienda sono diverse da quelle di un’altra, così come quelle di ogni freelance. Molto dipende dal business e dall’ambito in cui si fa storytelling

Per ottenere risultati concreti, comunque, è importante far parlare una voce, ovvero dar vita a un personaggio (archetipo), che deve essere interessante agli occhi dei clienti, con i suoi pregi e i suoi difetti.

Considerando che il pubblico si deve poter identificare totalmente con il narratore, sarà necessario creare un personaggio non troppo perfetto, che parla delle sue emozioni, racconta una storia, trasmette valori e la sua visione attraverso parole, immagini e video.

Storytelling imprese

È essenziale sempre veicolare un messaggio e, per fare ciò, lo storyteller deve assumere un punto di vista chiaramente identificabile.

Ricorda che lo storytelling è un percorso lento, una strategia nella quale la vendita è l’effetto della fiducia instaurata quando al saper fare (il proprio lavoro) si unisce il far sapere (valorizzare il proprio lavoro). In particolare, il digital storytelling deve adattarsi alle regole del web, quindi essere immediato e articolarsi attraverso più canali come blog, social network, video, e-mail marketing che, se utilizzati nel modo giusto, possono far arrivare la tua attività nel cuore delle persone.

Ora che sai cos’è lo storytelling, se desideri scrivere la tua storia e utilizzare gli strumenti per curarla al meglio e raccontarla in maniera autentica, naturale e coinvolgente, non ti resta che rivolgerti a dei professionisti della narrazione come noi di MGvision: analizzeremo insieme ogni aspetto e progetteremo una strategia cucita su misura per il tuo brand.

Contattaci per avere subito una consulenza di content marketing, saremo i registi e gli sceneggiatori della tua storia.

I nostri consigli per aumentare le vendite di un e-commerce

Cosa potresti fare (secondo noi) per aumentare le vendite del tuo e-commerce

Fare acquisti online è ormai molto semplice, ma solo se chi sta “dietro le quinte” ha fatto un buon lavoro. Oggi, infatti, l’e-commerce è alla portata di tutti, ma è assolutamente vietato affidarsi all’improvvisazione.

Costruire la piattaforma, inserire dei prodotti, decidere i prezzi e “andare in scena”, non basta.

Se vuoi gestire sempre al meglio i tuoi progetti e-commerce, oppure desideri ricevere più traffico sul tuo shop, siamo pronti a darti qualche utile suggerimento su come aumentare le vendite di un e-commerce, e farlo brillare sul web!

Vendite in calo e carrelli abbandonati? Ecco da dove ri-partire!

Gestire un e-commerce significa avere a che fare con un numero infinito di competitor e logiche completamente diverse rispetto a quelle dei negozi tradizionali. Il primo obiettivo è, ovviamente, quello di rendere l’esperienza di acquisto semplice e piacevole: a nessuno piace compilare lunghi form di registrazione e seguire percorsi tortuosi per completare l’ordine.

Solo offrendo un’esperienza positiva ai potenziali clienti, infatti, è possibile migliorare il tasso di conversione e stare al passo con i competitor. Un sito e-commerce ben fatto però non basta: deve essere supportato anche da una strategia di marketing studiata ad hoc. Scopriamo allora tutto ciò che influenza l’andamento delle vendite e il fatturato.

Ciak si gira! 8 strategie vincenti per aumentare le vendite e-commerce

Come aumentare le vendite di un e-commerce

Come sai, i clienti non arrivano da soli, anche se vendi dei prodotti estremamente interessanti e la tua strategia di prezzo è molto concorrenziale.

Basti pensare ai moltissimi carrelli riempiti e poi “abbandonati”, il vero incubo di chi gestisce un e-commerce.

Ecco allora dei consigli preziosi per farli atterrare sul sito, e per catturare la loro attenzione fino alla conclusione dell’ordine:

  1. Migliora la SEO

    Uno store online mal posizionato su Google riceve meno visualizzazioni, visite e registra, ovviamente, poche conversioni (in gergo tecnico per “conversione” si intende una vendita).

    Il primo passo da fare per aumentare le vendite e-commerce è, quindi, lavorare sulla technical SEO e la SEO on-page. In pratica si tratta di ottimizzare costantemente il codice e i contenuti testuali del sito per fare in modo che Google lo posizioni nella sua prima pagina per più parole chiave possibili.

    Avere un sito nei cosiddetti “risultati organici” della prima pagina dei motori di ricerca (quei risultati che si trovano subito sotto gli annunci a pagamento) ti permetterà di ricevere visite, e potenziali clienti, senza dover pagare Google per ogni click/visita che ricevi. Sul lungo periodo questa strategia si traduce in un notevole risparmio economico.

  2. Ottimizza la versione mobile del sito

    Troppo spesso vediamo siti ben fatti e professionali nella versione “desktop” (visti sul monitor di un PC) ma difficili da navigare sul cellulare: testi troppo piccoli, menu nascosti, informazioni importanti posizionate in modo da essere evidenti su un monitor ma invisibili su un cellulare.

    Oltre il 60% del traffico internet arriva (e acquista) da un dispositivo mobile, quindi è fondamentale che il tuo sito funzioni alla perfezione sui cellulari.

  3. Brand Reputation

    Google Search usa le recensioni per assistere gli utenti nelle loro decisioni di acquisto. Dovresti quindi facilitare e incentivare i tuoi clienti a lasciarle e dargli risalto sul sito, in modo da influenzare positivamente gli utenti durante il loro percorso di acquisto. Molte persone poi fanno difficoltà a fidarsi di siti poco conosciuti. Per questo motivo vediamo che i tassi di acquisto salgono sensibilmente quando durante il processo di acquisto aggiungiamo, oltre alle recensioni, dei riferimenti a delle testate importanti che parlano bene del sito e-commerce in questione.

    Valuta quindi di scrivere e pubblicare degli articoli su qualche testata online per poi indicarle, con il loro logo, nel tuo sito e-commerce. Ad esempio all’interno di uno spazio “Parlano di noi” che sia ben visibile.

  4. Incrementa la fiducia nel funnel

    I carrelli abbandonati ci suggeriscono che gli utenti hanno avuto un ripensamento dell’ultimo momento, spesso per dubbi sulla sicurezza dei pagamenti. Un’ottima strategia è quindi quella che prevede l’inserimento di badge che rassicurano, come PayPal secure o Verisign, così come testimonianze di chi ha avuto un’esperienza d’acquisto positiva.

  5. Utilizza l’e-mail marketing

    Secondo ricerche recenti l’e-mail marketing ha un ROI del 300%.

    Una volta ottenuta la mail del prospect, avvia una comunicazione incisiva ed efficace inviando contenuti esclusivi (coupon, promozioni, novità) per generare brand awareness e aumentare i tassi di conversione. Avanza anche proposte di “cross selling” suggerendo ad un cliente un prodotto diverso ma, in qualche modo, correlato a ciò che sta acquistando o ha già acquistato.

    Gli utenti amano essere coccolati!

  6. Investi nell’advertising

    Le strategie che permettono di aumentare le vendite e-commerce in modo “organico” sono diverse, ma è indispensabile puntare sull’advertising.

    Google e i Social Network mettono a disposizione opzioni di targhettizzazione sempre più raffinate che permettono di indirizzare gli annunci al pubblico giusto: non sfruttarle, significa perdere moltissime opportunità.

  7. Non trascurare lo Storytelling

    Come aumentare le vendite eCommerce

    Se il tuo e-commerce vende prodotti che sono offerti nel mercato online senza differenze qualitative, ovvero prodotti che sono uguali a prescindere dal sito che li vende (ad esempio medicinali di marche conosciute), allora lo Storytelling giocherà un ruolo molto marginale. Sarà più importante puntare sulla brand reputation, per convincere gli utenti che il nostro sito è più sicuro di altri, o sul prezzo del prodotto.

    Se invece vendi dei servizi o dei prodotti che cambiano da sito a sito (ad esempio dei prodotti fatti a mano, dei software, dei prodotti alimentari, ecc.) allora il modo in cui li racconti può fare la differenza.

  8. Occhio alle foto dei prodotti

    Sembra un consiglio banale ma internet è pieno di siti che mostrano i loro prodotti con foto piccole e poco accattivanti. Perfino chi vende o affitta case spesso mostra interni bui, foto sfocate o troppo piccole se viste con il cellulare.

    Perché? Fai in modo che sul cellulare le foto dei tuoi prodotti siano grandi e luminose. Mostra più foto dello stesso prodotto, non limitarti ad un’unica prospettiva dell’oggetto che vuoi vendere. Non ti costerà un centesimo in più ma avrai dato la possibilità all’utente di apprezzare meglio ciò che vendi.

I dettagli fanno la differenza: ecco come migliorare la customer experience

Cosa potresti fare (secondo noi) per aumentare le vendite del tuo e-commerce

Gli utenti amano fare acquisti online perché è comodo, veloce e conveniente (il prezzo resta l’elemento centrale nel processo decisionale). Tra le best practices per aumentare le vendite e-commerce non possiamo non aggiungere quelle che sono fondamentali per migliorare la user e la customer experience, e quindi semplificare il processo di checkout:

  • Inserisci una live chat che connette l’utente con un dipendente pronto a risolvere ogni dubbio. Un ottimo customer service è tra i fattori che più influenzano positivamente gli acquirenti.
  • Limita il più possibile i campi da compilare obbligatoriamente.
  • Prevedi diversi metodi di pagamento per andare incontro alle esigenze dei clienti.
  • Rendi veloci le spedizioni investendo in un servizio logistico performante.

Fortunatamente nel web marketing tutto è “misurabile”, quindi è possibile monitorare l’andamento del sito periodicamente, valutare l’impatto delle tue modifiche e aggiustare il tiro sulla base dei risultati.

L’ultimo consiglio, ma non per importanza, è quello di non fermarti mai, ma aggiornarti, seguire le ultime tendenze e affidarti ad una consulenza specializzata per sbancare al botteghino!

Hai bisogno di un supporto professionale per il tuo e-commerce?
Contattaci per avere subito una consulenza.

Investire all’estero: cosa sono le aziende TEM e perché scegliere la loro consulenza

Hai deciso di espandere il tuo business all’estero? Chiedi la consulenza di un’azienda certificata TEM e approda in sicurezza nei mercati internazionali.

Come approcciare e migliorare l’export con professionisti dell’internazionalizzazione

Far decollare la propria impresa verso i mercati esteri è il sogno di tutti gli imprenditori. Anche i più audaci però, sono consapevoli del rischio d’impresa che si corre e delle competenze necessarie per definire e mettere in pratica una buona strategia.

Purtroppo poi, il mercato non offre metodi e strumenti innovativi per favorire le esportazioni e, allo stesso tempo, non consente un facile incontro tra chi ha bisogno di aiuto per espandersi all’estero e chi mette a disposizione la propria esperienza.

Fortunatamente oggi è possibile ottenere dei finanziamenti a fondo perduto da investire nella consulenza di un’azienda certificata TEM, ovvero specializzata in internazionalizzazione, che può davvero far volare la tua impresa oltre confine.

Chi sono i TEM?

I TEM rappresentano una vera e propria rivoluzione nel settore dell’export management.

TEM infatti sta per “Temporary Export Manager” e si riferisce ad una community di export manager indipendenti e aziende come MGvision, esperti in internazionalizzazione, in particolare nell’export.

I TEM, quindi, rappresentano una realtà fortemente votata all’innovazione che offre servizi e strumenti per l’export, sia alle imprese che non hanno mai investito all’estero, che a quelle che necessitano di un affiancamento per sviluppare e ampliare la propria presenza oltre i confini italiani.

Come si diventa azienda certificata TEM?

Un’azienda, per entrare a far parte della lista TEM, deve rispondere a determinati requisiti, tra i quali:

  • aver prodotto più del 30% del fatturato all’estero
  • avere un certo numero di clienti all’estero, ma anche che 10 di questi abbiano inviato una certificazione nella quale sostengono che l’azienda ha svolto un ottimo lavoro, ottenendo dei risultati concreti.

Temporary export manager: cosa fa per la tua azienda

Temporary export manager: cosa fa per la tua azienda

Le aziende TEM come MGvision, rappresentano una risorsa preziosa per qualsiasi PMI (piccola e media impresa) che si pone l’obiettivo di investire, ottimizzare i processi e l’apporto commerciale all’estero, attraverso un metodo preciso e consolidato.

Ciò che facciamo nello specifico, è partire dalla valutazione della tua azienda, aiutarti a scegliere i mercati di destinazione e valutarli per individuare quali sono le alternative più realizzabili e proficue.

Infine, definiamo il piano export, che dovrai visionare ed approvare, nel quale sono delineate tutte le azioni operative, i risultati attesi ed i relativi costi.

Nello specifico, il nostro team ti offrirà una consulenza nella gestione di attività di marketing all’estero, mettendo in atto strategie e metodi digitali per far conoscere il tuo business e indurre il potenziale cliente ad entrare in contatto con la tua impresa.

Export Voucher, la tua occasione per investire all’estero con MGvision

Per facilitare l’accesso e il consolidamento delle PMI italiane sui mercati internazionali, la direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello Sviluppo Economico, concede un contributo sotto forma di voucher, volto a coprire le spese per il servizio di consulenza specialistica, prestato da una società di Temporary Export Manager (TEM).

Consulta il sito di Invitalia per sapere quando sarà pubblicato il bando per il Voucher Temporary Export Manager (TEM) digitali: cogli al volo l’opportunità di ottenere il contributo economico e scegliere la professionalità di MGvision per espandere o consolidare il tuo business all’estero.

Blog

Le nostre guide


Vuoi discutere il tuo nuovo progetto?

Parlano di Noi


  • Il Sole 24 Ore
  • Financial Times
  • Millionaire
  • Ansa
  • Adnkronos
  • Milano Finanza
  • Engage.it
  • Affaritaliani.it
  • Notizie.it
  • Virgilio